Livelli d'assistenza, l’essenziale è invisibile ai pazienti siciliani - QdS

Livelli d’assistenza, l’essenziale è invisibile ai pazienti siciliani

Serena Giovanna Grasso

Livelli d’assistenza, l’essenziale è invisibile ai pazienti siciliani

sabato 14 Ottobre 2017

Sicilia bocciata senza appello sui Lea dal ministero della Salute: le maggiori criticità riguardano le vaccinazioni contro morbillo, parotite e rosolia, screening, prevenzione veterinaria, assistenza residenziale agli anziani, assistenza ai disabili e ospedaliera (evitabile in età pediatrica)

PALERMO – Sicilia, insieme a Molise, Puglia, Calabria e Campania, bocciati nei Livelli essenziali di assistenza. La brutta notizia per la nostra regione è arrivata lo scorso giovedì dal “Monitoraggio dei Lea attraverso la griglia Lea – Metodologia e risultati dell’anno 2015” pubblicato sul sito del ministero della Salute. Promosse le restanti undici regioni: infatti, la ricerca è stata condotta in tutto il Paese tranne Valle d’Aosta, Sardegna, Friuli Venezia Giulia e le province autonome di Trento e Bolzano. Si segnala, in particolare, la conferma di Toscana, Emilia Romagna e Piemonte su punteggi pari o superiori a 200 insieme al Veneto; mentre la Lombardia si colloca appena al di sotto della soglia dei 200, con un punteggio pari a 196, in miglioramento rispetto al 193 dell’anno precedente.
 
La griglia Lea 2015 si compone di 35 indicatori ripartiti tra l’attività di prevenzione collettiva e sanità pubblica, l’assistenza distrettuale e l’assistenza ospedaliera erogate dalle regioni e consente di individuare per le singole realtà regionali sia quelle aree di criticità in cui si ritiene compromessa un’adeguata erogazione dei livelli essenziali di assistenza, sia di evidenziare i punti di forza dell’assistenza sanitaria erogata. Lo strumento attraverso un punteggio finale di sintesi consente di determinare il livello raggiunto dalla singola regione in termini di performance dei sistemi sanitari regionali.
Per la nostra regione si tratta di una vera e propria batosta: infatti, rispetto agli anni precedenti, nel 2015 si assiste ad un vero e proprio peggioramento. Mentre nel 2013 e nel 2014 la Sicilia raggiungeva pieni livelli di adempienza (con un punteggio rispettivamente pari a 165 e 170), nel 2015 cade nell’area di inadempienza perdendo ben 17 punti rispetto all’anno precedente, con un punteggio pari a 153.
Le maggiori criticità attengono il piano della vaccinazioni contro morbillo, parotite e rosolia, screening, prevenzione veterinaria, assistenza residenziale agli anziani, assistenza ai disabili, assistenza ospedaliera (ospedalizzazione evitabile in età pediatrica).
Infatti, in Sicilia è possibile osservare la seconda copertura vaccinale più bassa a livello nazionale nei bambini di 24 mesi per una dose di vaccino contro morbillo, parotite e rosolia: si parla di una copertura del 79,2%, di gran lunga peggiorata rispetto alla copertura dell’88,9% rilevata nel 2013, peggio fa solo il Molise con il 77,8%.
Complice il piano di rientro cui la Sicilia è sottoposta, nella nostra regione è altresì possibile osservare uno dei più bassi costi pro-capite dell’assistenza collettiva sanitaria osservabile a livello nazionale: infatti, si parla di 80,96 euro.
Altro tasto dolente per la Sicilia attiene all’estremamente elevato tasso di ospedalizzazione evitabile in età pediatrica: infatti, la nostra regione registra quasi un primato con il secondo tasso più elevato pari a 276,83 ospedalizzazioni ogni 100 mila abitanti, un tasso superiore solo in Lombardia (283,35 ospedalizzazioni ogni 100 mila abitanti).
Ulteriore criticità attiene l’assistenza residenziale agli anziani: in questo caso, la Sicilia si colloca al quartultimo posto con appena 3,19 posti ogni mille anziani residenti (quota quasi dimezzata rispetto ai 6,19 posti ogni mille anziani contati nel 2014), peggio solo in Basilicata (2,99), Molise (0,72) e Campania (0,63).
Infine, altro punto debole per la Sicilia riguarda l’assistenza ai disabili: infatti, in Sicilia si rileva il secondo valore più basso a livello nazionale, pari a 0,28 posti ogni mille residenti (peggio fa solo la Campania con 0,21 posti ogni mille residenti).

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