Il coraggio di Renzi, Bankitalia non vigila - QdS

Il coraggio di Renzi, Bankitalia non vigila

Carlo Alberto Tregua

Il coraggio di Renzi, Bankitalia non vigila

sabato 21 Ottobre 2017

Un potere forte reagisce

Ricordate la vicenda di Fazio? Allora se ne occuparono i giudici. Oggi, Matteo Renzi ha tirato fuori il caso di Ignazio Visco, attuale Governatore della Banca d’Italia, in scadenza il prossimo mese.
Il Partito democratico con propria mozione approvata dalla Camera, ha messo in evidenza come in questi anni si siano verificati diversi disastri di banche, che avrebbero potuto danneggiare centinaia di migliaia di risparmiatori, cui il Governo ha posto rimedio.
Come mai – si è chiesto Renzi – si sono verificate queste defaiallances? Deduttivamente, la Banca d’Italia non ha vigilato a dovere per evitare che amministratori commettessero atti contro i risparmiatori, per i quali, tra l’altro, sono state aperte diverse inchieste dalle Procure della Repubblica.
Se vi fosse stata una vigilanza rigorosa, probabilmente questi fatti disastrosi non si sarebbero verificati. Da ciò ne deriva una responsabilità oggettiva chiamata culpa in vigilando.

La Banca d’Italia, come si sa, è autonoma dal potere politico. Il suo Governatore viene nominato dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio. Evidentemente, i due vertici devono concordare il nome di chi diviene Governatore.
L’attuale Visco si è premurato di comunicare all’opinione pubblica che le sue azioni sono state concordate con il Governo, con ciò ha esplicitamente detto che esse non erano indipendenti dalla politica perché se lo fossero stati, non ci sarebbe stato bisogno di fare alcuna consultazione. Perciò, stona quella precisazione con la posizione indipendente dell’ex Istituto di emissione.
Tolta questa funzione, ora demandata alla Bce, guidata da Mario Draghi, la Banca d’Italia ha il preciso compito di controllare il buon funzionamento di tutto il sistema bancario e soprattuto quello delle piccole banche dove vi possono essere dei favoritismi. Non che i favoritismi non vi siano nelle grandi banche, ma il sistema di controllo è più preciso.
La mozione approvata su impulso di Renzi, ripetiamo, è un atto coraggioso, perché attacca frontalmente uno dei poteri forti che incidono sulla vita del Paese e dei suoi abitanti.
 

Se si sono verificati tanti disastri bancari in questi ultimi anni, non vi è dubbio che la responsabilità oggettiva, ripetiamo, sia dell’Ente che doveva esercitare una rigorosa vigilanza. L’accusa, fatta senza mezzi termini, dimostra che Renzi non teme le indagini sul proprio padre, né sul padre del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Elena Boschi. Il che non significa che non vi possano essere responsabilità, ma che i due fatti non devono essere collegati: il primo riguarda la sfera privata, il secondo la sfera dell’interesse generale.
Le Procure della Repubblica stanno procedendo nelle inchieste, che sfoceranno in conclusioni recanti accuse degli indiziati, ovvero archiviazione. Lasciamo che la Giustiza faccia il proprio corso, ma bisogna evitare che fatti come quelli caduti sotto le inchieste, si ripetano. Con ciò dando un segnale chiaro ai risparmiatori, che verranno così tutelati meglio dalla vigilanza di Bankitalia, ed anche a quegli amministratori che avessero la tentazione di commettere atti illeciti senza pagarne le spese.

Il direttore di un giornale risponde di tutto quello che scrivono i propri giornalisti. Non si capisce perché l’attuale Governatore Visco non debba rispondere della eventuale incapacità dei propri sottoposti. Ciò senza voler pensar male a fattispecie di reato.
Quindi, la questione posta da Renzi è chiarissima e non può che avere audience presso i vertici istituzionali. Non c’è stata sufficiente vigilanza, per impedire ciò che invece si è verificato, dunque l’attuale Governatore non può essere riconfermato.
Ovviamente, questa è la posizione di un partito. bisognerà vedere quali altri partiti prenderanno posizioni diverse o opposte e da lì si potrà dedurre se vi sono comparaggi.
Non sappiamo se il Presidente del Consiglio proporrà al Presidente della Repubblica la conferma di Visco o il nome di un nuovo candidato. Sappiamo che la questione è stata squarciata da un atto politicamente forte e portata alla doverosa attenzione dell’opinione pubblica con chiarezza e senza tentennamenti.

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