In Sicilia un romanzo criminale - QdS

In Sicilia un romanzo criminale

Oriana Gionfriddo

In Sicilia un romanzo criminale

martedì 24 Ottobre 2017

Ministero dell’Interno: un’Isola che non riesce a progredire, stritolata nella morsa di illegalità e inciviltà. Siracusa terza nella classifica nazionale per associazione di tipo mafioso

PALERMO – Un coltellino in tasca, soldi in cambio di finta protezione, mancato controllo del territorio. E poi una borsa scippata, merce venduta sul web ma mai spedita, una macchina rubata, una rapina in un negozio, un tentato omicidio: ecco il quadro criminoso di una Sicilia ancora troppo lontana dalla cultura della legalità.
In tanti, in troppi, si sono battuti e ancora oggi si battono per cambiare questa magnifica terra, che rimane ancora troppo sorda a ogni diversa vocazione, a parte piccole eccezioni. Catania è la provincia dell’Isola con il maggior numero di delitti, contando nel 2016 ben 3.995,3 casi per ogni 100 mila abitanti, per un totale annuo di 44.480.
A dirlo sono i dati elaborati dal Sole 24 Ore su numeri forniti dal dipartimento per la Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, riferiti ai crimini denunciati nel 2016.
Al secondo posto siciliano di questa classifica, subito dopo la provincia etnea, troviamo quella che scioccamente e storicamente è definita dagli stessi isolani come la “provincia babba”, e cioè Siracusa, la quale può contare un numero di delitti pari a 3.899, e cioè in un anno in tutto 15.706 eventi delittuosi.
Non sorprende certamente questa vicinanza nella classifica siciliana tra Catania e Siracusa, due province in cui i rapporti tra organizzazioni criminali sembrano essersi rinsaldati, come testimoniato dalla Dia (Direzione investigativa antimafia), che ha messo in evidenza una stretta collaborazione tra clan mafiosi appartenenti, appunto, ai due territori.
Addirittura, la provincia di Siracusa occupa il terzo posto nella classifica nazionale che riguarda l’associazione di tipo mafioso con 0,993 reati denunciati ogni 100.000 abitanti. Prima di Siracusa, nell’ordine, Reggio Calabria e Agrigento.
Catania invece è la regina della criminalità “da strada”, detta anche microcriminalità. Il capoluogo etneo, infatti, conta il più alto numero di furti (soprattutto autovetture) e riciclaggio dell’Isola. Rispettivamente 3.555 denunce per il primo reato, e 4,22 per il secondo.
Terzo posto per numero di denunce, invece, per la città più grande dell’Isola, per numero di abitanti, e cioè Palermo, che nonostante veda una contrazione in termini percentuali (-9%), si distacca da Siracusa ma rimane in alto per numeri di crimini. Si parla di 47,614 denunce nell’anno 2016.
Appena sotto il podio, Trapani con 15.991 denunce totali in un anno, e poi Ragusa (10.172), Caltanissetta (8.482), Agrigento (12.281), Messina (17.651) ed Enna (3.835).
Uno strano colpo d’occhio è la classifica del Sole 24 Ore per quanto riguarda gli omicidi volontari, i tentati omicidi e gli infanticidi. Nelle prime 15 posizioni nazionali, figurano addirittura ben cinque province siciliane. Nell’ordine: Siracusa, ottavo posto con 9 casi ogni 100 mila abitanti; Caltanissetta, nono posto; Trapani, decimo posto; Catania, undicesimo posto; Ragusa, dodicesimo posto.
I media hanno quasi abituato il pubblico al mercato del terrore, e anche qui, per i dati sviscerati fino a ora, pare che ci si voglia fermare a snocciolare numeri legati allo spargimento di sangue. Ma non è così. Anzi, per dovere di cronaca è giusto dire che il numero di omicidi riusciti e tentati negli anni 2000 non solo risultano molto inferiori rispetto agli anni Novanta, ma addirittura la sommatoria per l’anno 2016 di eventi consumati con quelli solo tentati porta a ottenere un numero inferiore a quello dei soli consumati nel 1990.
Ebbene, in Italia si è scesi da 506 episodi di omicidi mafiosi, sempre nel 1990, ai 48 dell’anno scorso. Un dato che fa ben sperare, anche perché il trend della criminalità influenza la percezione della sicurezza sul territorio.
La Sicilia, però, sembra essere malata di un cancro che tutti chiamano solo “racket”, parola dietro cui c’è un mondo fatto di denaro, paura e ricatti. Il reato di estorsione registra numeri da capogiro: 26 casi a Siracusa, 18 a Trapani, 14 a Palermo, 12 a Catania, 10 a Ragusa e 8 a Enna.
Fortuna però che l’Isola è ancora indietro nel mondo della digitalizzazione, per cui con le truffe sul web se la cava abbastanza bene. Le zone più colpite per questo reato sono tutte al Nord Italia, mentre per avvistare nella classifica la prima provincia siciliana bisogna scendere oltre le 50 posizioni per trovare Palermo che conta 234 casi. Ex aequo per Siracusa e Messina, che contano entrambe 224 eventi di frodi su Internet, e poi a scendere Enna, 191, altro ex aequo tra Trapani e Caltanissetta entrambe con 186 reati di questo tipo, e infine Agrigento (183), Catania (172) e Ragusa (158).
A tutto questo mercato di crimini bisogna aggiungere il fenomeno del femminicidio, che colpisce una donna su tre. Questo però non ha territorialità, o classi sociali. Appartiene solo allo stampo sociale detto banalmente “cultura”.

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