Zapparrata: "Fiscalità di vantaggio e un fondo per l'agricoltura ormai in ginocchio" - QdS

Zapparrata: “Fiscalità di vantaggio e un fondo per l’agricoltura ormai in ginocchio”

Patrizia Penna

Zapparrata: “Fiscalità di vantaggio e un fondo per l’agricoltura ormai in ginocchio”

giovedì 26 Ottobre 2017

L’intervista del Qds al candidato all’Ars, Rocco Zapparrata (Lega-Noi con Salvini). “Sì al Ponte sullo Stretto, senza infrastrutture non ci può essere turismo”

CATANIA – Rocco Zapparrata è un imprenditore nel settore del marmo, ha 41 anni ed è originario di Grammichele (Ct). Si è laureato all’Università Bocconi di Milano, ha lavorato per il Credito emiliano ed è stato anche responsabile marketing per la Sicilia e la Calabria per il gruppo Alfa Romeo. è candidato all’Ars con Noi con Salvini e sostiene la candidatura di Nello Musumeci
Quali le priorità per far ripartire questa disastrata Sicilia?
“La prima cosa è istituire un fondo per l’agricoltura, con particolare riferimento alla Piana di Catania. Ci sono circa 300.000 persone che rischiano il lavoro se non si investe subito nel reimpianto degli agrumeti che stanno per morire a causa del virus Tristeza. Mi assumo l’impegno di portare avanti questa battaglia. I nostri agricoltori hanno un’età media di circa 60 anni, se non ci sono i figli in grado di portare avanti l’attività e con questi presupposti, il rischio è quello di veder scomparire l’arancia rossa di Sicilia dalla grande distribuzione”.
 
Altro fronte di emergenza su cui intervenire subito?
“Puntare alla riduzione delle tasse. Io sono legato al progetto di Matteo Salvini sulla flat tax al 15% teorizzata da Armando Siri. Dobbiamo creare, ed è un’operazione a costo zero perché sono tantissime le aree che non producono gettito fiscale, in Sicilia delle Zone Franche con fiscalità di vantaggio con effetti positivi immediati non solo per le imprese (anche straniere) e dunque per l’occupazione e per il turismo ma pensiamo anche alla riqualificazione dei centri storici. Anche le coste siciliane andrebbero trasformate in zone franche, solo così siamo nelle condizioni di attirare ricchezza”.
 
Quale pensa sia la scelta da compiere nella gestione dei precari?
“La verità è che non verranno mai stabilizzati perché sono nelle mani della politica che ha tutto l’interesse di tenere nel limbo questo enorme bacino elettorale. Ci sono tantissime attività che gli enti locali esternalizzano sostenendo costi enormi ma che si potrebbero invece gestire in house utilizzando proprio questa grande risorsa. I soldi risparmiati potrebbero essere destinati a un fondo di venture capital per i giovani siciliani che intendano fare impresa”.
 
Del Ponte sullo Stretto si è già parlato anche troppo. Lei lo farebbe?
“Assolutamente sì. Le infrastrutture in generale sono un altro punto di ripartenza irrinunciabile per la Sicilia. Senza infrastrutture non possiamo parlare di turismo”.
 
La Lega di Matteo Salvini non è più autorefenziale ma ormai guarda al Sud: una svolta che cambia totalmente la prospettiva del partito stesso.
“La Lega ha capito che l’Italia non può ripartire senza il Mezzogiorno, è da lì che parte il cambiamento”.
 
Questione migranti.
“La nostra posizione è stata sempre chiara: sì all’accoglienza del profugo vero, no ai clandestini. Ma comunque il tutto entro certi limiti. Invece, qui in Sicilia l’accoglienza ha alimentato un business sul quale adesso la magistratura sta giustamente indagando”.

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