Autonomia, Davide Farone (Pd): "Non serve ai siciliani" - QdS

Autonomia, Davide Farone (Pd): “Non serve ai siciliani”

Raffaella Pessina

Autonomia, Davide Farone (Pd): “Non serve ai siciliani”

venerdì 27 Ottobre 2017

Gaetano Armao: “Gravi affermazioni del sottosegretario, Pd centralista”. Statuto, abolirlo o no: il problema è l’utilizzo che ne è stato fatto

PALERMO – Prosegue con grande interesse il dibattito sull’Autonomia siciliana e sulla bontà dello Statuto, soprattutto in seguito alle dichiarazioni di Davide Faraone del Pd. Il sottosegretario si è dichiarato contro l’Autonomia regionale siciliana ed ha invocato un referendum al contrario di quelli avvenuti in Lombardia e in Veneto. Inevitabili le reazioni da più parti politiche. A cominciare da Claudio Fava, candidato alla Presidenza della Regione siciliana per la Sinistra che sottolinea il disaccordo interno al Pd. “Il sottosegretario del governo Renzi, Faraone, ha sostenuto che l’Autonomia non serve alla Sicilia. Il suo candidato, Micari, ha risposto oggi che quella dell’esponente di governo era solo una provocazione. Come si vede, non si mettono d’accordo neppure su monarchia o Repubblica e vorrebbero tornare a governare la Sicilia”.
Il segretario della Lega, Matteo Salvini, che sarà in Sicilia dal 29 ottobre prossimo mantiene una posizione neutra, senza sbilanciarsi troppo: “Capisco le preoccupazioni del Pd in Sicilia – ha detto Salvini – fra una settimana la gente li manda tutti a casa! Sono orgoglioso di poter dare il mio contributo ai siciliani che vogliono più lavoro e meno clandestini, più ospedali e meno sprechi”.
Su una posizione simile si è mantenuto il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia, in Sicilia per il sostegno a Micari. “Non voglio entrare nella vicenda siciliana – ha detto Madia – perché la Regione ha una sua Autonomia speciale definita dalla Costituzione però penso che il percorso nazionale sia un percorso virtuoso. Penso che la legge Delrio sia una legge importante che ha definito le funzioni delle Province, limitandole di fatto alle scuole e alle strade – ha detto parlando della riforma della Province in Sicilia dove si tornerà a eleggere Presidente e Consiglio – Seguo l’attuazione della legge 124 perché so che, anche per il tempo che mi rimane, è ciò a cui arrivo concretamente. Posso chiudere il mio mandato con la circolare che consentirà a tutti i sindaci di assumere tutti i precari che hanno, mi limito a ciò che in questo momento posso fare. Questo è un tema più grande e non di questa legislatura”.
La visita del ministro è stata l’occasione per parlare della riforma della Pubblica amministrazione: “Quello che abbiamo voluto fare con la riforma è stato mettere in cantiere una sfida per il futuro e soluzioni ai problemi – ha detto Madia –  Quando è finita la fase legislativa, che ha visto la pubblicazione di 23 decreti legislativi nella Gazzetta Ufficiale, avevo la consapevolezza che iniziava il cambiamento per i cittadini perché quel testo doveva essere vita concreta per le persone”. Ed ha proseguito: “Per questo abbiamo voluto affiancare un team per l’attuazione della riforma partendo dal Sud”.
Ma tornando all’Autonomia siciliana, l’ex Presidente dell’Ars e sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi ha risposto polemicamente alla provocazione di Faraone. “A proposito dell’Autonomia siciliana, di che parla questo Faraone? Sostiene che basta eliminare l’Autonomia per risollevare la Sicilia, anzi addirittura sostiene che l’Autonomia è una specie di palla al piede. Se non ci fosse l’Autonomia siciliana – ha aggiunto – ci avrebbe pensato lo Stato a risolvere ogni problema, a cominciare dalla sanità, dai beni museali, dai termovalorizzatori? Tutto sarebbe andato alla grande? Se è così perché non hanno salvato la Calabria, la Lucania e ogni altra regione ordinaria del Sud? La verità è che siamo in mano a quattro nani anche se dai cognomi altisonanti”.

Duro il commento di Gaetano Armao
leader del Movimento dei SicilianIndignati: “Le gravi affermazioni del sottosegretario Davide Faraone dimostrano il reale orientamento centralista e antiautonomista del Pd, ma soprattutto svelano le ragioni che hanno ispirato lo smantellamento della autonomia finanziaria della Sicilia da parte di Crocetta e Baccei”. Armao fa riferimento “agli accordi che hanno fatto perdere ai siciliani almeno 10 miliardi di euro, alle rinunce dei contenziosi favorevoli, al più che raddoppio del contributo al risanamento della finanza pubblica (1,3 miliardi di euro), all’aumento del 41% del debito”. “Per il centrosinistra – ha concluso Armao – meno Stato al Nord, più Stato al Sud perché saremmo affetti da minorità culturale, mentre proprio loro con incapacità hanno determinato lo smantellamento dello Statuto e devastato la Regione. Hanno perduto il referendum costituzionale, perderanno anche le elezioni regionali 2017. I popoli vanno verso il federalismo e l’Europa delle Regioni”.
Intanto, non vi sarà alcuna seduta alla Camera dei deputati la prossima settimana a causa delle elezioni regionali in Sicilia del 5 novembre. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. L’aula della Camera tornerà a riunirsi il 6 novembre.

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