Rischio sismico-idrogeologico: 4 milioni di siciliani in pericolo - QdS

Rischio sismico-idrogeologico: 4 milioni di siciliani in pericolo

Rosario Battiato

Rischio sismico-idrogeologico: 4 milioni di siciliani in pericolo

mercoledì 01 Novembre 2017

Pubblicata la ricerca di Cresme e Consiglio nazionale degli architetti sullo stato del territorio italiano. L’Isola tra le zone più esposte con oltre 500 eventi di dissesto dal 2009
 

PALERMO – Tra il 2009 e il 2016 in Sicilia si sono registrati 521 eventi di dissesto, tra cui 64 con danni a persone, e 53 vittime coinvolte. In questi tre dati si racchiude la pericolosità del rischio idrogeologico isolano (pericolo di frane e di alluvioni) che, in combinazione con il rischio sismico, coinvolge buona parte del territorio, mettendo nel mirino circa 4 milioni di persone.
 
Il quadro aggiornato è stato pubblicato nei giorni scorsi all’interno della ricerca Cresme/Consiglio nazionale degli architetti “Lo stato del territorio italiano, tra rischio sismico, idrogeologico, e consumo di suolo”.

Sono complessivamente 442 i comuni italiani ad alto rischio ambientale e sono abitati da oltre 8 milioni di persone in una superficie di quasi 18.000 kmq, il 5,9% della superficie nazionale; quelli a rischio medio-alto sono 1.690, interessano quasi 77.000 kmq, il 25% del territorio nazionale, e sono abitati da 11,6 milioni di persone. Tra i grandi comuni nazionali maggiormente esposti spiccano i nomi di Palermo, Catania e Messina, che si trovano in compagnia di Napoli, Brescia, Reggio Calabria, Perugia, Foggia, Rimini e Salerno.
 
I comuni considerati a rischio alto e medio “sono caratterizzati dalla compresenza dei tre elementi di rischio naturale”, si legge nel rapporto. “Per tutti la sismicità è elevata, complessivamente qui vivono oltre 11,6 milioni di persone, di cui 298 mila nelle aree a rischio frana elevato (pari a 5.200 kmq) e 174 mila persone nelle aree a pericolosità di alluvione elevata (pari a 2.052 kmq)”.

Le zone più esposte “si trovano lungo la dorsale appenninica della penisola, in Sicilia e nelle prealpi venete”. Si tratta di comuni che miscelano pericolosamente l’elevata sismicità – oltre il 90% dei comuni isolani rientra nelle prime due fasce di rischio – e “problemi di dissesto idrogeologico, ampie aree comunali a rischio elevato di frana o di alluvione nelle quali insistono attività economiche o abitazioni”.
 
Nei comuni classificati a rischio naturale alto o medio si trovano 20 milioni di persone. Quasi la metà di queste risiedono in due realtà: 5,3 milioni in Campania e 4 in Sicilia. “In queste regioni il pericolo da frana interessa rispettivamente 189.000 e 12.500 persone, il pericolo di alluvione riguarda 60.000 persone in Campania e 20.800 in Sicilia”.
 
Non solo previsioni, ma anche analisi di una realtà preoccupante. In 8 anni (2009-2016), su tutto il territorio nazionale, sono stati rilevati quasi 6 mila eventi di dissesto, dei quali 853 hanno coinvolto direttamente la popolazione provocando 242 vittime. Nella graduatoria delle più colpite troviamo Liguria con 745 eventi, Piemonte con 609 eventi, Toscana con 583 eventi e Sicilia con 521.
 
Prendendo in considerazione soltanto lo scorso anno, in Sicilia sono stati rilevati 48 eventi, sesto dato tra le regioni, pari a 0,19 per ettaro. In rapporto alla superficie della regione il dato è abbastanza contenuto (la media nazionale è di 0,24 eventi per ettaro), ma resta comunque inoppugnabile il fatto che sette di questi episodi hanno coinvolto anche le persone e ci sono stati due morti.
Sarà determinate il prossimo futuro e l’apertura dei cantieri per la messa in sicurezza. In Sicilia si attendono gli interventi previsti dal patto per il Sud che, in tal senso, dovrebbero avviare un prima operazione di manutenzione.

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