Elezioni, la Sicilia alla resa dei conti - QdS

Elezioni, la Sicilia alla resa dei conti

Patrizia Penna

Elezioni, la Sicilia alla resa dei conti

venerdì 03 Novembre 2017

Regionali del 5 novembre: i cittadini siciliani dovranno scegliere fra candidati onesti e capaci. Al nuovo Presidente la fallimentare “eredità” lasciata dall’inutile Crocetta. I candidati Musumeci, Fava, Micari e Cancelleri presentano la loro “ricetta” per il rilancio della Sicilia
 

I 10 Punti:
1 – Dipendenti Regionali e burocrazia
2 – Precari e Forestali
3 – Digitalizzazione
4 – Revisione dello Statuto siciliano
5 – Razionalizzazione Patrimonio immobiliare
6 – Riforme procedure e leggi
7 – Spese per investimenti
8 – Tagli alla spesa corrente
9 – Energia
10 – Turismo
 

 
GIANCARLO CANCELLERI  è stato invitato al forum del Quotidiano di Sicilia ma non ha partecipato, dunque l’intervista è stata realizzata telefonicamente.

Burocrazia – “La macchina burocratica regionale deve essere ristrutturata. Dobbiamo allinearci con le altre Regioni consapevoli del fatto che disponiamo di grandi professionalità. Non taglieremo la testa a nessuno ma chi si è rivelato all’altezza del ruolo che doveva ricoprire si dovrà fare da parte”.
Precari e forestali – “Sui precari occorre un accordo con lo Stato centrale per arrivare alla loro stabilizzazione. Altra questione è poi la razionalizzazione degli operai della forestale. La prevenzione è necessaria ma è lo anche destinare questo comparto ad altre mansioni. Penso ai Comuni, ad esempio, che ogni anno spendono migliaia di euro per decoro urbano e verde”.
Digitalizzazione – “È necessario avviare politiche volte al completamento, alla riorganizzazione e all’integrazione del sistema informativo regionale per una pubblica amministrazione aperta ai cittadini anche in termini di partecipazione al percorso decisionale”.
Statuto – “Se applicassimo per intero il nostro Statuto, la Sicilia godrebbe di tutta la sua ricchezza. è necessaria una ricognizione preventiva dell’esperienza dell’Autonomia per verificare in quali termini si è esplicata e quali obiettivi ha raggiunto”.
Immobili – “Occorre migliorare l’interfaccia telematica per il disbrigo delle pratiche di rilascio dei titoli abilitativi edilizi e programmare interventi di riuso per l’avvio degli eventuali progetti di partenariato sociale sui singoli beni. Questo sistema permetterà, da un lato, un censimento del patrimonio immobiliare della regione e, dall’altro, un controllo in tempo reale dell’utilizzo del suolo edificabile”.
Leggi – “Sul fronte legge elettorale, non c’è dubbio che occorra garantire la stabilità del Governo, anche regionale: in Sicilia, e soprattutto con Crocetta, non ci sono stati i numeri per governare”.
Investimenti – “Serve un piano di investimenti nelle imprese private. Abbiamo sempre sostenuto che Irfis, Crias ed Ircac devono essere fuse in un unico soggetto, una banca pubblica regionale di investimenti. La dobbiamo armare con 100 milioni di euro ogni anno e dobbiamo darle mandato di finanziare le imprese; in cambio queste devono impegnarsi ad assumere personale a tempo indeterminato”.
Spesa cattiva – “Il biglietto da visita con il quale ci presentiamo ai siciliani è il taglio ai costi della politica – dai vitalizi agli ex deputati immorali agli stipendi dei deputati – per recuperare denaro da impiegare in cose che servono ai cittadini: questa sarà il prima cosa che faremo”.
Energia – “Vogliamo pianificare una serie di interventi, come la promozione dell’efficientamento energetico in tutti i settori, avendo come unico scopo il raggiungimento del 100% della produzione energetica da energie rinnovabili entro il 2050”.
Turismo – “Abbiamo l’idea di istituire un fondo per finanziare una scontistica mirata: ad esempio, nel 2018 potremmo applicare lo sconto del 30% ai turisti russi che vengano da aprile a giugno o da fine di settembre a ottobre, dilatando la stagione balneare. Sceglieremo ogni anno una nazionalità facendo preliminarmente degli studi sui flussi turistici”.(pg)
 

 
CLAUDIO FAVA
 
Burocrazia – Occorre mettere in moto l’economia in maniera strategica, con obiettivi ben precisi e senso di responsabilità. È necessario stabilire priorità assumendo in capo alla Regione un piano politico, intervenendo nelle fasce di sofferenza. Bisogna costruire una capacità di ingresso nel campo del lavoro attraverso la stesura di piani di investimento”
Precari e forestali – “Il precariato è un grande serbatoio di voti e capisco che diventi un investimento che libera risorse. Se cerchiamo di stabilizzare il più possibile e utilizzare queste risorse in modo strategico, potremmo capire come orientare tali le competenze”.
Digitalizzazione – “Bisogna ripartire usando le competenze che si hanno per immaginare un Piano industriale che tenga conto di come sono cambiati gli assetti della Sicilia. Se è necessario occorre dotarsi di competenze che servano a disegnare un Piano industriale”.
Statuto – “Il problema non è lo Statuto, che andrebbe superato, semmai la sua lettura provinciale, elementare e clientelare, che si ripercuote sul rapporto che abbiamo avuto con il resto dell’Europa”.
Immobili – “Occorre ragionare sul tema gestione delle risorse, per trasformarle come volano di uno sviluppo strategico. Se si restituisce alla Regione la capacità strategica di indirizzo, verso obiettivi, senso di responsabilità politica e non pura gestione dell’esistente, si può parlare di strategie e modo di utilizzare queste risorse”.
Leggi – “La legge elettorale va cambiata. Dovremmo trovare delle forme di tipo uninominale che garantiscano una certa linea. Non si può diventare presidente con il 15% dei voti, poiché rappresenta una mancanza di legittimazione.
Investimenti –“Sono 200 le Regioni in Europa e la Sicilia, nell’arco di 25 anni, ha avuto una grande quantità di risorse. Nonostante ciò, siamo tra le più marginali regioni in termini di spesa, di impegno. Occorre la selezione del ceto dirigente, capace di gestire le risorse con profili strategici”.
Spesa cattiva – “La spesa oggi è solo quella corrente e paga le stratificazioni e le incrostazioni di anni. Avere 32 mila forestali, tanti quanti ce ne sono in tutta Italia rende bene l’idea del perché la spesa corrente sia così significativa. Circa gli ottanta euro che si dovevano dare, è bene che ci sia un’integrazione contrattuale a norma di legge, purché venga fatta il primo giorno di legislatura e non l’ultimo.
Energia – “Per quanto riguarda gli impianti energetici, dovremmo rivolgerci a tecnologie di nuova generazione. Abbiamo bisogno di creare un nuovo sistema e sarebbe giusto avere una rete elettrica adeguata: abbiano metà dei campi eolici fermi perché non sono in condizioni di immettere energia in una rete obsoleta, che paghiamo ugualmente”.
Turismo – “La Corte dei Conti, un organismo assai tecnico, per il comparto dei Beni culturali afferma che siamo all’anno zero nella gestione del patrimonio artistico e architettonico, dal punto di vista della resa economica. Abbiamo 14 teatri greci, un patrimonio unico al mondo, ma non esiste un brand, una rete che li collochi nell’impianto turistico”.
 

 
FABRIZIO MICARI
 
Burocrazia – “La logica, in tutto, deve essere quella del merito e della professionalità. La Pubblica amministrazione in particolare ha un importante ruolo educativo e dimostrativo e questo è un passaggio ineludibile. Un comportamento, se è sbagliato, è ancora più sbagliato e imperdonabile se a macchiarsene è un funzionario pubblico, o peggio un politico o rappresentante istituzionale”.
Precari e forestali – “Contiamo oltre 23 mila unità nella Forestale, una grande risorsa che va usata, ma bene. Non solo nell’emergenza, ma anche nella prevenzione. È tutto un gioco di costi e potenziali benefici, una questione organizzativa. Quello dei precari non è un problema di risorse economiche, ma di normativa. È inammissibile che Comuni e altre strutture pubbliche vivano soltanto di precariato”.
Digitalizzazione – “La politica deve essere amica e non va equiparata a un blocco impenetrabile che ostacola tutto. Essa deve dare soprattutto risposte, gestione, modi per far funzionare bene le cose. Tutto ciò è possibile soltanto se è composta da gente professionalmente preparata”.
Statuto – “L’Autonomia siciliana può servire se utilizzata bene. Avere la possibilità di adattare le normative in funzione delle esigenze della Regione è una buona opportunità. Se invece viene utilizzata per rendere più complesse le cose allora è un problema. C’è comunque da dire che questa legge di cui stiamo parlando ha già settant’anni e andrebbe quindi ammodernata.”.
Immobili – “Occorre visione e competenza. Il mio è un approccio alle cose progettuale e poi di gestione”.
Leggi – “La legge elettorale ha il pregio di essere semplice, ma è un grave difetto il fatto che essa permetta a una persona di diventare Presidente della Regione con appena il 20% di voti. Apprezzo di più il modello di elezione dei sindaci, buona la soglia del 40%.
Investimenti – “A parte i soldi del bilancio regionale, riservati in gran parte alla spesa corrente, la Regione gestisce altre somme che potrebbero essere investite per lo sviluppo della Sicilia. Occorre però collegare meglio la richiesta delle imprese a questa disponibilità. Dobbiamo sbloccare la spesa”.
Spesa cattiva – “Come ho potuto appurare in tutte le mie esperienze amministrative pubbliche, è giusto che copra per il 95% la spesa corrente, ovvero manutenzione e personale. Su questa base puoi ragionare in termini di progettualità e investimento, ma per quello ci sono altri soldi a disposizione: molti vengono dall’Europa e altri dal Piano nazionale per il Sud”.
Energia – “Va potenziata la raccolta differenziata e occorre guardare al discorso in modo integrato, con investimenti nelle infrastrutture. Il rifiuto non è un problema, ma una risorsa se abbiamo abbastanza stazioni di raccolta, nonché stazioni di compostaggio e piccoli inceneritori con impatto zero e che producano energia. Questi investimenti devono essere totalmente pubblici”.
Turismo – “Dovremmo puntare sulla destagionalizzazione. La chiave sta nella creazione di eventi, nello sviluppo del turismo religioso, nella creazione di strutture per il turismo congressuale”.
 

 
NELLO MUSUMECI
 
Burocrazia – “Servono investitori i quali devono essere agevolati da una burocrazia facile, snella, da una politica di autorizzazioni che deve essere vigile ma al tempo stesso non deve essere ostativa”.
Precari e forestali – “Basta con nuovi precari. Abbiamo però il dovere di capire come possiamo definire il problema del precariato attraverso la stabilizzazione, perché c’è la necessità di coniugare il recupero di questa risorsa umana che si è formata, e senza la quale molti Comuni la mattina non potrebbero aprire il portone, con il bisogno che si eviti un dissesto finanziario. Per quanto riguarda i forestali, se proprio la stabilizzazione dovesse restare un obiettivo lontano o irraggiungibile, garantire a questa gente di poter lavorare dodici mesi l’anno credo sia già un grosso passo avanti perché c’è bisogno di questa forza lavoro”
Digitalizzazione – “In Sicilia creare un’impresa è quasi un calvario. Questo è uno dei temi che bisognerà affrontare subito”.
Statuto – “Una revisione dello Statuto autonomistico è necessaria. abbiamo il dovere, dopo oltre settant’anni, di renderlo compatibile con il contesto normativo nazionale ed europeo. Abbiamo il dovere di aprire un ragionamento serio con lo Stato: non vorrei assolutamente guidare una Regione adusa a mantenere un rapporto conflittuale con lo Stato.
Immobili – “Il mio obiettivo è la riduzione dei costi d’affitto. La Regione paga decine di milioni per fitti passivi e al tempo stesso dispone di centinaia di immobili che non vengono utilizzati. Bisogna razionalizzare il patrimonio immobiliare: quello che è funzionale ai propri obiettivi va messo a profitto, quello che non è funzionale va alienato”.
Leggi – “Abrogare la legge n.44 del 1965 che equipara i deputati del Parlamento siciliano ai senatori”. Ho presentato un disegno di legge, ma all’Ars non ne hanno mai voluto discutere.
Investimenti – “Bisogna puntare sulla qualità dei progetti e non soltanto sulla quantità del denaro speso”.
Spesa cattiva – “Dobbiamo lavorare per ridurre la spesa corrente, andando oltre l’intesa Stato-Regione siglata nel 2016. Se cominciamo per esempio a responsabilizzare negli uffici con il criterio secondo cui l’uso del telefono, dell’energia elettrica, dei servizi essenziali deve essere sobrio e parsimonioso, otteniamo un primo risultato.
Energia – “Ad essa è strettamente connesso il tema di fondo degli Rsu. Il programma nazionale prevede la costruzione di sei impianti energetici in Sicilia, Crocetta disse che ne avremmo fatti dieci ma ad oggi non è stato fatto nulla. Noi abbiamo il dovere di imitare la migliore esperienza che esiste nel settore in Italia o in Europa”.
Turismo – “L’investimento privato abbiamo il dovere di andarlo a cercare: siamo convinti che gli investitori debbano venire in Sicilia e serve un gruppo di lavoro che vada a cercarli aprendo colloqui con le associazioni industriali dei Paesi del Nord o d’Oltreoceano, dove la funzione degli emigrati siciliani ormai affermatisi in vari campi potrebbe essere di straordinario ausilio”.

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