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Ok del Cdm al decreto sulle intercettazioni

redazione

Ok del Cdm al decreto sulle intercettazioni

venerdì 03 Novembre 2017

Gentiloni: “Non limitiamo il lavoro degli inquirenti, ma contrastiamo gli abusi”

ROMA – Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo sulle intercettazioni, lo ha annunciato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni in conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine della riunione di governo.
 
Il decreto legislativo sulle intercettazioni è un “punto di equilibrio”, una soluzione “giusta ed equilibrata”, ha spiegato Gentiloni. “Deve essere molto chiaro che non limitiamo l’uso delle intercettazioni, ma contrastiamo l’abuso. Sappiamo che questo strumento è assolutamente fondamentale per le indagini, in nessun modo vogliamo limitare la possibilità di disporre di questo strumento per la magistratura”.
 
“È chiaro – ha aggiunto Gentiloni – quanto sia importante per contrastare vari reati, tra cui quelli che mettono in pericolo la sicurezza dei nostri concittadini”.
 
“Al tempo stesso – ha detto ancora il premier – è evidente che in questi anni vi sono stati abusi che richiedono una disciplina più stringente, senza ledere il diritto di cronaca, senza ridurre l’utilità di questo strumento, ma fissando una serie di meccanismi che rendono sempre più difficile l’utilizzo di intercettazioni su questioni irrilevanti o che violano la riservatezza di persone non coinvolte”.
Il provvedimento è “un punto di equilibrio”, un “fatto rilevante di cui utile dare atto al ministro della Giustizia e all’intero governo.
 
Finalmente dopo anni di discussione abbiamo una soluzione giusta ed equilibrata”, ha concluso. Una misura, quella approvata dal Cdm, che “pone una serie di vincoli” che vanno a “ridurre il rischio di fuga di notizie”, soprattutto quando si tratta di quelle non penalmente rilevanti, ma che non inficia il contrasto alla criminalità o alla libertà di stampa” ha commentato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando al termine del Consiglio dei ministri.
 
Il Guardasigilli ha spiegato che quando sarà operativo il Decreto, che ancora deve passare al vaglio del Parlamento, comporterà una “modifica dell’assetto delle Procure che avranno un tempo congruo per adeguarsi alle novità”.
 
Orlando ha, quindi, spiegato che il “fine del provvedimento è chiaro: nè meno strumenti per il contrasto alla criminalità, nè restrizioni o possibilità di avere informazioni per i cittadini ma più responsabilità da parte di chi gestisce le informazioni, togliendo tutte quelle informazioni che non sono penalmente significative”.
 
Per questo, ha ancora spiegato Orlando, con il Decreto approvato in via preliminare si prevedono vari filtri.
“Il primo vaglio riguarderà la Polizia giudiziaria che dovrà togliere dagli atti ciò che non è penalmente rilevante. Il secondo passaggio sarà affidato ai magistrati, il terzo meccanismo prevede, se necessario, un contraddittorio con la difesa se non si giungerà a un accordo e una quarta, in caso di accordo, prevede la creazione di un archivio riservato” in mano al Pm che conterrà quelle parti delle intercettazioni che non verranno trascritte nei verbali”.

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