Inquinamento, Siracusa maglia nera - QdS

Inquinamento, Siracusa maglia nera

Rosario Battiato

Inquinamento, Siracusa maglia nera

mercoledì 30 Dicembre 2009

Ambiente. Un pericolo invisibile minaccia la vivibilità.
I dati. Le polveri sottili invadono le città siciliane, con il loro pericoloso carico di inquinamento. Varie le cause: dal traffico alle emissioni industriali. Il limite massimo consentito dalla legge è di 35 sforamenti l’anno.
Argomento. Nel 2008, Siracusa ha oltrepassato i limiti 321 giorni su 365, record assoluto. Nel 2009 la situazione è rimasta grave: sia nel capoluogo aretuseo che a Palermo rese necessarie le targhe alterne.

SIRACUSA – I dati sull’aria siciliana, pubblicati dall’Istat nel novembre scorso, ricalcano il recente trend negativo degli ultimi anni nell’isola in rapporto alle politiche ecosostenibili e alla qualità dell’aria e della vita tout court.
Siracusa e Palermo sono tra le città più irrespirabili dell’isola e anche d’Italia mentre latitano gli investimenti per i mezzi pubblici che dovrebbero in qualche maniera ammorbidire il flusso del traffico veicolare. Su quest’emergenza incombe come sempre l’ombra della grande industria siciliana che avvelena l’aria, soprattutto nei 4 SIN (Siti d’interesse nanzionale) siciliani, e che fatica a trovare una dimensione ecosostenibile. Intanto i siciliani si ammalano e poco si fa per prevenire le cause da cui viene generato il problema.
 
Un anno che si conclude in maniera sempre più oscura, per le particelle invisibili che si addensano nei nostri cieli. A Siracusa, da sempre una delle città leader d’Italia per la produzione delle pericolosissime PM10, ad inizio dicembre il sindaco Roberto Visentin, dopo lo sforamento del valore limite delle polveri sottili per sette giorni consecutivi, ha imposto lo stop alla circolazione per le auto non catalizzate. L’allarme si era avvertito anche a Palermo lo scorso novembre quando Francesco Scoma, assessore al Traffico del capoluogo, era stato costretto a imporre le targhe alterne, una misura che sarà sicuramente ripresa dopo le feste.
 
Intanto gli ultimi dati dell’annuario ambientale dell’Istat certificano risultati drammatici per i capoluoghi di provincia siciliani; alcune stazioni di rilevamento del centro aretuseo, ad esempio, hanno fatto rilevare i numeri più elevati di superamento in tutta Italia. A cosa si deve questo risultato? Sicuramente un parco automobili ancora molto inquinante unito allo scarso utilizzo e i bassi investimenti pubblici nel settore delle infrastrutture e dei trasporti, in primis le ferrovie. Quindi le emissioni industriali e i trasporti ad esse legate. In generale si può attestare come “le sorgenti antropiche del PM10 sono riconducibili principalmente a trasporti stradali (24,1 per cento), processi di combustione non industriale (17,0 per cento) e industriale (13,5 per cento)”.
La legge sulla tolleranza umana delle polveri sottili è prevista dall’entrata in vigore del Dm n. 60 del 2 aprile 2002 (recepimento della Direttiva 2000/69/Ce) che ha stabilito il valore limite per la protezione della salute umana di 5 μg/m3, calcolato come concentrazione media annuale, da raggiungere entro il 1° gennaio 2010.
Le stazioni dislocate lungo il territorio italiano, attualmente sono di tipo industriale, fondo e traffico, permettono di ragionare sui termini e sull’effettiva incidenza dei vari fattori di inquinamento. Palermo ha toccato quota 110 superamenti nel 2008 solo nella stazione Di Biasi, ma anche 81 superamenti in Torrelunga e 75 in Giulio Cesare. Il vero record tocca però a Siracusa che nelle stazioni Teracati, Specchi e Bixio ha fatto registrare rispettivamente 276, 148 e 142 superamenti. Anche le centraline industriali installate nell’area del Triangolo della morte fanno registrare superamenti degni di nota, comunque entro il limite di legge, come i 35 di Augusta, 20 di Melilli e 18 di Priolo. “Maglia nera nel 2008, secondo i dati Istat, per Siracusa (con 321 giorni di superamento), per Massa (212 superamenti) e Torino (150 superamenti)”.
 
La città aretusea supera persino il record negativo di 273 superamenti del 2007. Tali valori sono elevati specie se confrontati con i 35 giorni che, secondo la normativa comunitaria, dovrebbero costituire il limite massimo. Sulle particolarità del fenomeno siracusano ci sono diverse opinioni in merito, visto che appare molto strano come una cittadina di poco più di 120 mila abitanti riesca ad avere valori che superano metropoli del Sud e del Nord Italia. Lo scorso ottobre Paolo Gulino, segretario Pd di Siracusa, ha attaccato duramente l’amministrazione comunale e il sindaco Visentin, puntando il dito contro i ritardi nella realizzazione del piano del traffico e stigmatizzando le difese del primo cittadino aretuseo che voleva l’alto numero di superamenti derivato dallo sgretolamento degli edifici e dalla sabbia del deserto.
Anche Catania gioca la sua parte facendo registrare un aumento (+21 giorni) in controtendenza con altre realtà italiane tra cui rientra anche Palermo (-40). La problematica complessa dello stato penoso in cui versa l’aria delle nostre città va certamente attribuito ad un parco macchine vetusto, basti pensare che secondo i dati al 2007 degli ultimi annuari Aci, il parco veicoli siciliano mantiene l’11,8% delle sue automobili con oltre i 20 anni di anzianità, a differenza della Toscana, dove si arriva a quota 5% o del Trentino quota 4,3% o della Lombardia a 5,6%. A questi dati, che attestano il maggiore stato di anzianità e quindi di inquinamento delle auto isolane, si aggiunge lo stato pessimo dei trasporti pubblici, dove la regione spende pochissimo, 0,13 milioni di euro tra il 2003 e il 2009 per le ferrovie, nonostante le svariate necessità degli isolani di ridurre il traffico su strada.
Dall’Unione Europea una buona notizia per gli amministratori ma cattiva per i cittadini. Saltano infatti i nuovi limiti che sarebbero dovuti partire dal primo gennaio per migliorare la qualità dell’aria, in quanto la direttiva sullo smog, è slittata a data da destinarsi dopo il rinnovo del Parlamento. Le nuove norme avrebbero superato i limiti attuali di Pm10, prevedendo 7 giorni di superamento in un anno – sono 35 oggi – mantenendo fermo il limite dei 50 microgrammi.

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