Occorre migliorarsi o restare cavernicoli - QdS

Occorre migliorarsi o restare cavernicoli

Carlo Alberto Tregua

Occorre migliorarsi o restare cavernicoli

mercoledì 08 Novembre 2017
La forza del fuoco, che viene dal legno incendiato, fa bollire l’acqua. Se si toglie la legna dal fuoco, l’acqua si raffredda e perde pericolosità.
La parabola significa ovviamente che di ogni evento va cercata la causa per spiegarne l’effetto e non fermarsi a ciò che si vede. Proseguendo la stessa, ricordiamo che quando una casa brucia non bisogna gettare l’acqua sul fuoco, bensì sulle pareti per raffreddarne la fonte.
Con queste due facili citazioni, vogliamo ricordare che alla base della nostra azione e del nostro vivere devono esserci sempre ragionamento e logica. Quest’ultima – basata sulla matematica, l’unica vera scienza – ci fornisce gli elementi per capire fatti ed eventi.
Ecco perché dobbiamo comprendere la necessità di migliorarci continuamente per evitare di restare cavernicoli. Dobbiamo cioè guardare in faccia la realtà, pur sognando con i piedi a terra, e adottare la regola delle tre P: Prevedere, Prevenire, Provvedere.
 
In vernacolo c’è un modo di dire: chi si guardò, si salvò. Perché è pacifico che se noi non tentiamo di prevenire gli eventi, sono gli eventi che ci capitano addosso e spesso ci sommergono.
Capire come funzionano i meccanismi della vita, per il breve lasso di tempo in cui il corpo è animato; capire possibilmente che cosa accade quando il corpo diventa inerte, lo spirito si libera e va nel mondo dell’energia. Capire non significa sapere, ma spesso intuire, indurre e dedurre, cioè ragionare, usare l’intelletto.
Mi fa sorridere quando qualcuno viene denominato intellettuale. Ma perché tutti gli altri, che non sono intellettuali, non usano l’intelletto? Oppure tutti quelli che usano l’intelletto sono intellettuali. Perdonatemi, non è un gioco di parole, ma si tratta di concetti chiari e semplici, che ognuno di noi dovrebbe avere presenti nel proprio intelletto, se ce l’ha, anzi se lo usa perché tutti fisicamente ne sono provvisti.
È chiaro che le persone umane non sono tutte uguali, non hanno tutti gli stessi attributi mentali e spesso hanno diversi attributi fisici. Ma mediamente sono tutti dotati degli uni e degli altri. Il fatto è che spesso non vengono usati.
 
Occorre migliorarsi, dunque, contuinuamente e senza sosta. è una questione di metodo, sosteneva René Descartes (1596-1650), cioè di regole, di processi. Migliorarsi per capire meglio. Migliorarsi per essere migliori, migliorarsi per vivere la vita come va vissuta, cioè intensamente, affrontando i problemi con la dovuta pazienza e sopportazione, anche di sacrifici.
Ma la vita non deve essere un mortorio, un percorso pieno di patemi d’animo. La vita è bella, ha più aspetti positivi che negativi. Ci possono essere soddisfazioni e piaceri purché siano frutto del proprio lavoro e della propria capacità, non di un’attività parassitaria, cioè succhiando il sangue agli altri.
Se tutti fossero così egoisti, l’umanità sparirebbe perché alla fine di un circuito non ci sarebbe più polpa per nessuno.
È proprio l’altruismo, invece, il piacere del dare, quasi l’egoismo del dare, che innesta un circuito virtuoso alla fine del quale vi è un ritorno automatico ed autonomo.
 
Migliorarsi è dunque un imperativo. Guai a chi dorme perché non piglia pesci. I proverbi sono saggi e lapidariamente ci ricordano dei punti essenziali della vita. Dobbiamo avere contezza del poco tempo che abbiamo a disposizione tra la nascita e la morte e siccome il tempo è danaro, almeno metaforicamente, lo dobbiamo utilizzare bene.
È anche vero che non è il tempo che passa, ma noi che passiamo. Il tempo è una convenzione necessaria per far funzionare il mondo.
Nel giornalismo si usa dire che bisogna battere il tamburo, cioè stare sulla notizia, sull’informazione, sui fatti, che vanno verificati almeno da due fonti.
Ma è il vivere che ci deve fare battere il tamburo, cioè avere cognizione di ciò che accade e tentare di prevedere che cosa accadrà, entro certi limiti ovviamente, perché nessuno di noi ha la sfera di cristallo.
Chi dice che comunque si morirà contraddice la vita perché la questione non è morire ma vivere bene, possibilmente in ottima salute!

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017