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Palermo – Il “Modello Palermo” ha fallito. Orlando adesso è sotto attacco

Gaspare Ingargiola

Palermo – Il “Modello Palermo” ha fallito. Orlando adesso è sotto attacco

giovedì 09 Novembre 2017

La strategia che ha fatto vincere il Professore nel capoluogo non ha superato il test Regionali. Il sindaco dovrà guardarsi le spalle in Consiglio per mantenere la maggioranza

PALERMO – Ora nel centrosinistra si apre la resa dei conti. Dopo la debacle alle elezioni regionali – schiacciante il divario con il centrodestra e il Movimento 5 stelle – è già partito il tutti contro tutti. E mentre il candidato presidente Fabrizio Micari ha annunciato di voler tornare a fare il rettore all’Università (“perché la mia vita non è la politica”), il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, big sponsor della sua candidatura, dovrà guardarsi le spalle in Consiglio comunale prestando attenzione agli equilibri interni alla maggioranza.
 
Quasi tutti i partiti che sostengono il Professore a Sala delle Lapidi sono andati male: il Pd è finito all’Ars visibilmente ammaccato, Sicilia Futura di Totò Cardinale è andata oltre le aspettative ma ha conquistato solo due seggi, la sinistra è tornata all’Ars dopo tanti anni con il solo candidato presidente Claudio Fava, mentre gli alfaniani e la creatura di Orlando, la lista dei territori denominata “Arcipelago Sicilia”, sono rimasti fuori dal Parlamento regionale.
 
A mostrare il fianco alle critiche degli alleati di Orlando è stata soprattutto la (presunta o meno che fosse) fragilità della candidatura di Micari: il segretario regionale dem Fausto Raciti e il sottosegretario alla Salute Davide Faraone hanno sottolineato, più volte e non a caso, che inizialmente il rettore è stato indicato e poi sostenuto a tutti i costi dallo stesso Orlando dopo un vertice decisivo la scorsa estate con Mdp e Sinistra Italiana e che il partito di Matteo Renzi è subentrato in corsa solo in un secondo momento insieme ad Alfano – provocando l’allontanamento della sinistra e dei bersaniani – dopo un lungo quanto vano corteggiamento al presidente del Senato Pietro Grasso. Con un distinguo, però: per Faraone il modello Palermo, cioè il campo largo dalla sinistra ai centristi che ha portato il Professore alla vittoria alle amministrative di giugno, “poteva, non dico vincere, ma essere molto più competitivo se la sinistra non avesse rotto con noi e se Grasso non ci avesse fatto attendere a lungo prima di darci una risposta negativa”.
 
Più netto il giudizio di Raciti, che secondo i bene informati ha mal digerito fin dall’inizio l’opzione Micari: “La sfida gentile ha perso, il modello Palermo non ha funzionato”.
 
Ma Orlando non ci sta: secondo il sindaco “a livello nazionale, da Renzi a Franceschini, da Orlando (l’omonimo ministro della Giustizia, nda) a Martina, hanno tutti creduto nel campo largo e che bisognasse dare un elemento di discontinuità”. Già, ma quale discontinuità? Nelle liste del centrosinistra c’erano molte vecchie conoscenze e perfino il governatore uscente Rosario Crocetta, poi escluso dalla competizione elettorale, ha dato un suo contributo in termini di uomini.
 
Per il Professore è presto detto: discontinuità nel candidato civico (che c’era) e nel campo largo (che non c’era): “La divisione del centrosinistra non solo è perdente in termini elettorali, ma diventa uno degli elementi che contribuisce alla disaffezione degli elettori verso la politica e verso l’espressione del voto. Ciò indipendentemente da chi siano i candidati”.
 
Poi l’attacco al Pd locale: “C’è stato un inadeguato protagonismo dei dirigenti locali del Pd che hanno fatto danno al partito e, se vogliamo semplificare, a Renzi. Qualche volta si è vittime delle proprie creature e credo che in questo caso il Pd sia stata vittima della propria creatura siciliana, che non hanno saputo cogliere il modello Palermo. Ho provato a proporre lo stesso modello a livello regionale ma miopie ed egoismi dei dirigenti del Pd, più attenti a chiedersi ‘ma io come faccio ad essere rieletto’, hanno preferito tentare di essere rieletti piuttosto che far vincere la coalizione”.
 
E se la tregua con i dem sembra già finita c’è da dire che anche Sinistra Comune, che sostiene Orlando a Palazzo delle Aquile ma che ha parteggiato per Fava alle regionali, ha rimarcato fin dall’inizio la differenza con l’anomalia che ha visto trionfare il Professore a giugno. “Tra pochi giorni – ha detto Vincenzo Fumetta, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, una delle forze che compongono il progetto di Sinistra Comune – comincerà una nuova campagna elettorale e chiediamo al sindaco di Palermo di evitare di ripetere l’errore appena commesso con le elezioni regionali: si smarchi dall’abbraccio col Partito democratico e rilanci il percorso della cosiddetta Anomalia Palermo”.

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