E ora la Sanità siciliana diventerà bellissima? - QdS

E ora la Sanità siciliana diventerà bellissima?

Redazione in collaborazione con Cimo

E ora la Sanità siciliana diventerà bellissima?

venerdì 10 Novembre 2017

Dai Lea all’attuazione della Rete ospedaliera, tutte le sfide che attendono Nello Musumeci

La Sicilia è una terra meravigliosa, uno scrigno di tesori conosciuta per la sua bellezza in tutto il mondo. Oggi le forze politiche che hanno vinto le elezioni per il rinnovo del Parlamento regionale ci dicono che diventerà bellissima. Questa volontà di miglioramento non può che essere condivisa da tutti quelli che hanno a cuore il bene ed il futuro della nostra Isola. Un miglioramento, un riscatto che certamente passerà attraverso un migliore uso della Autonomia della quale la Sicilia può avvalersi e che non può che passare anche attraverso la battaglia contro una classe politica nazionale che ha guardato da sempre il Sud e la Sicilia come una colonia, come un bacino di voti, di mano d’opera a basso costo e di consumatori di prodotti fabbricati esclusivamente al Nord. Quindi con gli auguri dovuti al presidente Musumeci, certi della sua volontà di rendere bellissima la nostra Sicilia, vorremmo parlare di quello che meglio conosciamo: la Sanità.
 
La Sanità siciliana è già bellissima, bellissima non per le strutture, non per gli appalti spesso bloccati dalla magistratura, non per la mancanza cronica di attrezzature, non per le Unità Operative promosse o bocciate, dismesse o duplicate esclusivamente in base alle logiche dei potenti, dei baroni e dei portatori di voti. No, la Sanità siciliana è bellissima per i medici, gli infermieri, i tecnici e per tutti i lavoratori del settore che ogni giorno lottano contro il muro di gomma della burocrazia, della logica delle appartenenze, che rinunciano a parte della loro vita per rendere migliore quella degli altri, dove gli altri sono i pazienti affidati alle loro cure ed alla loro buona volontà.
 
Questi lavoratori della Sanità sono stai traditi tante volte dalla politica, hanno pagato il peso della crisi sulle loro spalle e su quelle delle loro famiglie. Hanno continuato a lavorare sempre allo stesso modo e sempre con la stessa disponibilità senza un rinnovo contrattuale, senza possibilità di ottenere nuovo Personale a causa del blocco regionale delle assunzioni, costretti a fare turni di notte e reperibilità ben oltre i 60 anni, quando questo non avviene in nessuna parte d’Europa, in ossequio ad una legge il cui nome che non merita nemmeno di essere menzionato. E per questi lavoratori che fino ad oggi si è evitato il baratro di un collasso del Sistema Sanitario in Sicilia.
 
Questa è la Sanità che conosciamo e a chi la vuole rendere bellissima chiediamo quali sono le strategie per ottenere questo auspicabile risultato. Infatti, senza che nessuno sino ad oggi si sia dato la pena di chiarire le strategie da mettere in campo, i cittadini siciliani si ritrovano con una rete ospedaliera che non è ancora ufficiale e la cui bozza viene riferita diversa di mese in mese con unità operative che cambiano di numero e di tipologia a seconda dell’interlocutore e senza una rete ospedaliera ufficiale non è possibile procedere alla stabilizzazione del Personale precario e non è altresì possibile fare una progettazione in base ai bisogni dei territori.
 
La Regione siciliana sino ad oggi non ha garantito i Lea e in conseguenza di questo ha perso il finanziamento nazionale peggiorando il bilancio della Regione che per il 50% corrisponde alla spesa sanitaria. Non esiste a tutt’oggi un piano per l’edilizia sanitaria. L’esempio dell’Ospedale San Marco di Catania è emblematico, e sottolinea la inadeguatezza dei passati Governi regionali. Infatti non è mai esistita e non esiste nemmeno lontanamente una strategia per reperire il personale necessario ad aprire il nuovo Ospedale e non è dato sapere dove verranno trovati i fondi necessari per le eventuali assunzioni che vengono promesse.
 
Caro presidente Musumeci, a lei che come noi tutti vuole un miglioramento della condizione dei cittadini siciliani, la Cimo chiede quali sono le strategie che da presidente della Regione vuole mettere in atto per migliorare la Sanità. Chiediamo se esiste una road map per dotare finalmente la sanità siciliana di una rete ospedaliera seria ed in ossequio al DM70, se esiste un piano per assicurare i Lea e non incorrere ancora in penalizzazioni economiche da parte del Governo nazionale, che tanto pesantemente hanno influito ed influiscono sul disavanzo del bilancio regionale. Infine chiediamo se esiste un piano per riqualificare o dismettere le strutture non più efficienti al fine di implementare le nuove già costruite.
 
Noi della Cimo non ci siamo mai schierati politicamente e guardiamo con fiducia a un presidente che ha avuto un grande consenso popolare e che si ripropone di rendere bellissima la nostra Terra e ci auguriamo di poter avere al più presto e poter iniziare un dialogo proficuo con il presidente ed il nuovo assessore alla Sanità.
 
Siamo infatti fiduciosi che noi e tutte le sigle sindacali dei Medici e del comparto della Sanità potremo portare un valido contributo, non solo come controparte fondamentale che i Padri Costituenti hanno inserito nella modalità di dialogo tra cittadini ed Istituzioni, ma anche come tecnici imparziali del settore, che vivendo sulla propria pelle le difficoltà quotidiane di una gestione che è stata fin qui miope ed per tanti versi fallimentare, possono e devono partecipare alle scelte in un campo cosi strategico e fondamentale per la vita dei Cittadini quale è appunto la Sanità.
 
Giuseppe Riccardo Spampinato
Segretario Organizzativo Nazionale CIMO

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