Sostegno alle Pmi e cultura manageriale - QdS

Sostegno alle Pmi e cultura manageriale

Raffaella Pessina

Sostegno alle Pmi e cultura manageriale

giovedì 31 Dicembre 2009

Forum con Roberto Bertola, amministratore delegato Banco di Sicilia

PALERMO – Il Banco di Sicilia fa parte di una multinazionale, ma può essere considerato una banca facente parte del territorio. Questa ipotesi che ha “ventilato” il presidente Lombardo di acquisire totalmente l’Irfis è un’idea percorribile?
“L’Irfis è sicuramente un valore per la Sicilia e stiamo investendo molto, impostando dei veri e propri cantieri di lavoro per migliorare sia il punto di vista gestionale sia quello delle esigenze”.
Pensate di prevedere il merchant banking?
“Attualmente non è previsto, ma nel cantiere commerciale stiamo valutando tutte le ipotesi, compresa questa. Il Banco di Sicilia si occupa delle piccole imprese che rappresentano il cuore pulsante della Sicilia, non le imprese che hanno la certificazione del bilancio. Di questo se ne occupa la nostra banca Corporate. Per quello che riguarda l’aumento della cultura manageriale sono d’accordo che ne ha bisogno la Sicilia, ma ne ha bisogno tutta l’Italia. Il nostro comitato territoriale ha intrapreso un’iniziativa che va in tre direzioni: la prima è che la Sicilia ha bisogno di importare turismo congressuale e noi riteniamo che la Sicilia abbia grandissime opportunità, perché a fianco del turismo privato e vacanziero ci possa essere un turismo aziendale, dal congresso dei medici, fatto di due trecento persone, alla convention della grande multinazionale. La Sicilia ha i numeri per poterlo fare, a cominciare dal clima favorevole, cosa che permette di destagionalizzare la presenza turistica in Sicilia. Per questo è stata creata una società apposita che si occuperà solo di turismo congressuale con il compito di stimolare le iniziative. La creazione delle strutture invece sarà un obiettivo dei privati. Io credo che si possa fare molto con quello che già c’è. Le infrastrutture che servono sono quelle che devono avere una ricettività per circa mille persone. E in questo caso esiste già un grosso bacino di utenza. Il secondo obiettivo è quello di far conoscere la Sicilia all’esterno e di farla conoscere in senso buono. Infine il terzo obiettivo è quello di  esportare merci. Abbiamo recentemente organizzato un evento che si è svolto a Palermo a Villa Igiea, durante il quale abbiamo invitato aziende polacche a venire in Sicilia, prima di tutto perché questi imprenditori apprezzassero non solo la qualità dell’imprenditoria ed il valore dei prodotti che potevamo offrire, ma anche la qualità ambientale, che a volte non è corrispondente alla realtà. Il risultato è stato molto soddisfacente e si sono attivati dei contratti di esportazione in Polonia delle merci siciliane. Poiché siamo presenti in 22 paesi, potremmo in futuro fare la stessa cosa con imprenditori di altre nazioni. Il valore di una banca è rappresentato da quanto e’ vicina al territorio e da quante opportunità offre al territorio stesso. Credo che un gruppo grande come il nostro possa far si che i contatti ci siano in tutta Europa, in Russia, in Kazakistan, ecc”.
Esiste un filone di finanziamenti euroafricani con risorse non indifferenti, per investimenti che l’Europa potrebbe fare nelle due nazioni nordafricane di Tunisia e Marocco. Cosa ne pensa?
“Guarderemo anche a quest’opportunità, ma per ora abbiamo privilegiato le zone dove abbiamo delle banche presenti, perché accompagnare gli imprenditori vuol dire anche dar loro degli interlocutori credibili. Uno dei grossi problemi degli imprenditori è quello di non conoscere l’imprenditore del paese con cui deve trattare. Il nostro compito è quello di garantire entrambi permettendo accordi fra interlocutori credibili. Sulla questione della cultura imprenditoriale abbiamo investito in un progetto che abbiamo chiamato “Cambiare per credere” che è quello di aver fatto venire degli imprenditori che hanno fatto cinque giornate di corso a Palermo e uno di stage in azienda per migliorare ed elevare la cultura imprenditoriale. Soprattutto le piccole imprese, che sono i nostri interlocutori privilegiati, hanno una vocazione enorme sulla produzione e sulla commercializzazione, poco sulla gestione dell’azienda in senso lato. Per questo gli abbiamo fatto lezioni di marketing, intelligenza emotiva per esempio che sono corsi che già facciamo ai nostri manager”.
 

 
La cessione dei crediti “pro soluto” vantaggiosa perché quelli della P.a. verso le imprese sono crediti certi
 
Il Banco di Sicilia a quali aziende eroga finanziamenti e prestiti?
“Il Banco di Sicilia opera con aziende che arrivano fino a tre milioni di fatturato. Al di sopra di questa cifra interviene la nostra banca Corporate. L’80% delle aziende siciliane sono al di sotto del fatturato di tre mln di euro. La nuova organizzazione, che il gruppo ha lanciato come progetto, prevederà che la banca, chiamata Retail e che poi verrà chiamata “Famiglie e piccole imprese”affinché aumenti il proprio orizzonte dai 3 mln ai 50 mln di euro. A quel punto sarà necessaria la certificazione dei bilanci per portare le aziende ad un livello europeo. Intanto, nei momenti di crisi come quello che stiamo vivendo, è impossibile accompagnare le aziende al di fuori della crisi senza conoscerle bene. Noi come banca, le conosciamo sotto un certo punto di vista, ma il consorzio fidi le conosce sotto un aspetto diverso e complementare a quello bancario. L’unione delle due valutazioni aiuta a individuare bene il soggetto che ha bisogno di denaro, con buona probabilità di vederselo restituire”.
Cosa pensa della soluzione del “Pro soluto” per i crediti che gli imprenditori hanno nei confronti della Pa?
“Sicuramente la soluzione del cosiddetto “Pro soluto” darebbe la possibilità al cliente di accedere più facilmente al credito perché è un credito certo, quello dell’Amministrazione pubblica. Il “Pro soluto” libera anche risorse dal punto di vista dell’affidabilità del cliente. Il tema in questo momento è il rapporto fra fatturato ed indebitamento, e con il “Pro soluto” tutto ciò si abbatte”.

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