Abusi edilizi, l'ora di voltare pagina - QdS

Abusi edilizi, l’ora di voltare pagina

Rosario Battiato

Abusi edilizi, l’ora di voltare pagina

giovedì 16 Novembre 2017

Mibact: in Sicilia tra 2015 e 2016 consumati 585 ettari di suolo. Intanto il cemento illegale continua a proliferare. Serve un “Piano Marshall” per riqualificare gli edifici e recuperare le case sfitte

PALERMO – Le demolizioni degli immobili abusivi continuano – gli ultimi casi a Licata e ad Adrano – eppure i numeri dicono che la marea montante del cemento illegale continua a essere incontrollabile. Il nuovo governatore Musumeci si era già espresso sul tema diversi mesi fa: “non esiste abusivismo di necessità, esiste latitanza del potere politico”, aveva dichiarato ai microfoni di La7.
 
Adesso, però, dovrà fare i conti con un fenomeno che, ancora nel 2015, in Sicilia ha etichettato come abusiva una casa su due.
Nemmeno la crisi ferma il cemento. “Nonostante la forte contrazione della produzione edilizia abbia allentato, negli ultimi anni, la pressione dell’urbanizzazione sul territorio – riporta l’Istat – si registra un deciso rialzo del tasso di abusivismo”. Il punto è critico, perché, sulla base dei dati in mano all’Istituto di statistica, la crisi economica ha agito contemporaneamente sulla contrazione dell’edificato regolare e su quello illegale, ma con un peso decisamente differente. Nel 2015 il flusso autorizzato si è ridotto del 70,5% rispetto al 2007, mentre quello illegale soltanto del 35,6%. Rispetto al 2014, inoltre, il numero delle nuove costruzioni è complessivamente diminuito del 14,8%, ma l’analisi dettagliata di questo dato registra il 16,3% per le costruzioni autorizzate e solo il 6,1% per quelle abusive. Statistiche che dicono come in Italia siano state realizzate quasi 20 costruzioni abusive ogni 100 autorizzate (l’indice di abusivismo, registrato dall’Istat all’interno del Rapporto Bes 2016, misura le costruzioni abusive per 100 costruzioni autorizzate dai comuni), un dato che era pari a 17,6 nel 2014 e a 9,3 nel 2008. “Questo significa – è l’allarme dell’Istat – che una quota rilevante e crescente dell’attività edilizia, e dunque del processo di urbanizzazione, si svolge senza controllo, producendo degrado del paesaggio e rischio ambientale”.
 
E cosa dire della Sicilia che registra un risultato per tre volte peggiore? A fronte del 19,7 di media nazionale, cioè 20 case abusive su 100, la Sicilia arriva quasi a triplicare, determinando 56 case abusive ogni cento, cioè più di una su due. Dopo Molise e Campania, è il dato più elevato a livello nazionale ed è clamorosamente in crescita di circa dieci punti, infatti nel 2014 si era fermato a 46,8, più o meno in linea con quanto registrato nel 2013 (47,7).
 
E così non si ferma il consumo di suolo, determinato da vari fattori, genericamente attribuibili alla copertura artificiale e impermeabilizzazione del terreno, tuttavia principalmente legato “alla costruzione di nuovi edifici – si legge nel rapporto sullo stato delle politiche per il paesaggio del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo – all’espansione di aree urbane e reti di trasporto, alla densificazione edilizia e urbana, alla copertura del suolo con materiali impermeabili come cemento o asfalto”.
La tendenza è generale, lo ha certificato l’Ispra nell’ultimo report in materia, registrando come, a livello nazionale, il consumo di suolo sia passato dal 2,7% stimato per gli anni ’50 al 7,6% del 2016, anche se la Sicilia si candida come una delle regioni più fameliche.
 
“Le aree più colpite risultano essere le pianure del Settentrione – scrivono i tecnici del ministero – dell’asse toscano tra Firenze e Pisa, del Lazio, della Campania e del Salento, le principali aree metropolitane e le fasce costiere, in particolare quelle adriatica, ligure, campana e siciliana”. Gli incrementi maggiori, tra la fine del 2015 e la metà del 2016, si registrano appunto in Sicilia, Campania e Lazio. In valore assoluto l’Isola è la seconda d’Italia con 585 ettari, battuta soltanto dalla Lombardia (648 ettari). E Catania risulta essere nella top ten dei comuni maggiori con 13 ettari, pari allo 0,25%, più di Napoli (8 ettari) e di Bari (9 ettari, 0,18%).
 
Un focus sulla questione ci riporta ai problemi dell’oggi: l’abusivismo è particolarmente presente lungo le coste. Lo certifica il ministero, spiegando che, nell’ambito dell’impatto del cemento nelle aree vincolate, le costruzioni colpiscono soprattutto le fasce costiere. “Prima della promulgazione della legge Galasso (la norma che ha introdotto una serie di tutele sui beni paesaggistici e ambientali, ndr), in media si contavano in queste aree circa 400 edifici per kmq – lo riporta il ministero – mentre trent’anni più tardi, dopo oltre 25 anni di vigenza del vincolo di salvaguardia, questa densità ha raggiunto i 512 edifici per kmq (+28,8%)”.
 
E in questo quadro abbastanza compromesso, proprio la Sicilia, con 700 edifici per kmq nella prima fascia costiera, è la seconda regione d’Italia per pressione edificatoria. Soltanto la Puglia riesce a fare peggio, sempre con 700 edifici ma a fronte di una costa decisamente più esigua.
 


Riqualificare l’esistente conviene con gli incentivi
 
PALERMO – I siciliani, in altri termini, continuano a preferire l’abusivismo alla messa in sicurezza delle abitazioni presenti o alla riqualificazione. Eppure le occasioni non mancherebbero, anche perché la Legge di Bilancio 2018, attualmente in discussione in Senato, potrebbe prorogare ancora una volta le misure agevolative per la casa.
Tra queste potrebbe esserci il capitolo relativo a ristrutturazioni edilizie, bonus mobili e grandi elettrodomestici, in scadenza quest’anno, che comprende interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo per i singoli appartamenti e per gli immobili condominiali, e detrazioni Irpef del 50% per l’acquisto di mobili nuovi e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione.
Fino a tutto il prossimo anno potrebbe esserci anche l’ecobonus per abitazioni singole che prevede la detrazione Irpef/Ires per gli interventi finalizzati alla riqualificazione energetica degli edifici privati già esistenti (miglioramento termico dell’edificio, installazione di pannelli solari, sostituzione impianti di climatizzazione invernale, interventi di domotica).
Le spese detraibili si collocano in due capitoli: fino a 100mila euro per le azioni relative alla riduzione del fabbisogno energetico per gli edifici esistenti; fino a 60mila euro per le parti riguardanti pareti, finestre e l’installazione di pannelli solari.
 

 
L’unica vera necessità: abbattere privilegi illegali
 
PALERMO – Qualcosa continua a muoversi anche sul fronte delle demolizioni. Tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre a Licata si è proceduto all’abbattimento di due villette costruite senza licenza a meno di 150 metri dalla battigia, quindi in un’area con vincolo di inedificabilità assoluta.
Il comune dell’agrigentino è noto alle cronache nazionali per essere stato al centro dell’iniziativa antiabusivi dell’ex sindaco Cambiano, ad agosto sfiduciato dal Consiglio, e quindi della commissaria Brandara, che è stata minacciata di morte alla fine di settembre, proprio per la sua coraggiosa prosecuzione dell’attività demolitrice, nel pieno rispetto della legge.
Si procede anche ad Adrano. Nel centro etneo, su disposizione della Procura di Catania, è stata avviata, lunedì scorso, la demolizione di una villetta abusiva, realizzata in contrada D’Urso, all’interno della Zona C del Parco dell’Etna, senza alcuna autorizzazione e in violazione delle norme antisismiche.
I lavori sono stati affidati a una ditta confiscata alla mafia, ed è previsto che durino un paio di giorni, quindi dovrebbero concludersi entro questa settimana. Le indagini sono state eseguite dai carabinieri forestali della sezione di Polizia giudiziaria della Procura. Sul posto si sono recati militari dell’Arma, polizia di Stato, guardia di finanza, polizia municipale, provinciale e forestale.
La Procura di Catania ha segnalato che “rimane alta l’attenzione sia nella prevenzione contro gli abusi sia nella fase repressiva attraverso la demolizione coatta degli edifici abusivamente realizzati”.

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