Il caso governa la vita, Dio lo usa per salvare l'uomo - QdS

Il caso governa la vita, Dio lo usa per salvare l’uomo

Carlo Alberto Tregua

Il caso governa la vita, Dio lo usa per salvare l’uomo

giovedì 16 Novembre 2017
Il caso non è solo un’Isola della Grecia di 69 mila km quadrati, ma un avvenimento fortuito o una causa irrazionale a cui si suole attribuire ciò che avviene indipendentemente dalla nostra volontà.
Più comunemente, è l’insieme delle variabili, del tutto imponderabili e imprevedibili che determinano fatti e circostanze. Qualcuno pensa che sia il destino, quasi una forma di predeterminazione fatale di quello che accade, o il succedersi di eventi.
C’è chi è fatalista, pensando che un evento debba accadere comunque e qualunque sia la nostra azione nel prevenirlo o nell’evitarlo; c’è chi pensa invece che alcuni eventi si possano evitare, agendo come una forma di prevenzione, che dovrebbe essere presente in qualunque nostro comportamento.
In ogni caso, la nostra conoscenza e la nostra mente sono talmente limitate, per cui brancoliamo nel buio, mentre consideriamo le nostre azioni come tentativi per variare gli effetti del caso, quasi mai riuscendovi.
 
Ma allora, se siamo così impotenti di fronte al verificarsi degli eventi, potrebbe aver ragione il fatalista che pensa: non faccio nulla, tanto quello che deve succedere, succede.
Se ci comportassimo in questo modo, verrebbe meno anche la nostra stessa ragione di esistere e non si spiegherebbe come il Padre eterno ci abbia donato l’intelligenza, come specie umana, a differenza di tutte le altre specie viventi.
Nonostante la nostra pochezza, dobbiamo fare tutto il possibile per accompagnarci agli eventi, per interpretare le variabili: insomma, fare il possibile per evitarci danni come singoli e come Umanità.
Si tratta di limitare i danni, non di evitarli, perché poi c’è sempre qualcuno che pensa di essere più furbo degli altri e cerca di sottometterli. Ma poi, come è sempre accaduto nella storia, cade per il delirio di onnipotenza. Vi sono tanti esempi. Ve li risparmiamo perché noti a tutti.
Dunque, siamo impotenti, o parzialmente impotenti di fronte a ciò che succede. E allora ci dobbiamo rassegnare? No, certamente, perché se è vero che dobbiamo sempre aver presente la nostra minuscola dimensione, tuttavia la goccia buca la pietra. E tante gocce fanno il mare.
 
Il Creatore, dopo aver dotato l’uomo di intelligenza, lo ha fornito del libero arbitrio, cioè della capacità di distinguere il bene dal male e, per chi ci crede, facendo scrivere dai suoi apostoli che chi non scelga il bene, quando passerà alla vita eterna, sarà punito.
Sulle punizioni ultraterrene, le gerarchie di qualunque religione hanno costruito il loro potere temporale, anch’esso adoperato per sottomettere i credenti, inventandosi inferni, roghi, scudisciate e altre pene simili. E volutamente dimenticando, invece, che essendo lo Spirito privo di corpo non può subire nessuna di queste pene corporali.
Tuttavia, la gente è credulona ed ha una folle paura della morte, con la conseguenza che è disposta pagare un prezzo sulla Terra per evitare improbabili punizioni allo Spirito quando il corpo cessa.
La questione è semplice, ma non facile da comprendere, perché l’istinto di conservazione porta a proiettare nell’Aldilà quello che accade nell’Aldiquà.
 
Qualche volta l’Umanità è caduta nel baratro come quando vi sono state le conquiste di Gengis Khan (1162 -1227) o di Alessandro il Macedone (356-323 a.C.), e dei tanti Cesari romani.
Ai nostri giorni, una parte non grande dell’Umanità è caduta nel baratro nel corso delle due guerre mondiali, quando sono morti milioni e milioni di esseri viventi.
Nel 1963 stava per verificarsi la Terza guerra mondiale, quando le navi russe cariche di missili si stavano avviando verso l’isola di Cuba. Allora il presidente degli Stati Uniti era John Fitzgerald Kennedy, il quale intimò alla Russia con un cordone della propria marina di tornare indietro.
Lo scontro nucleare, che sarebbe succeduto, era ormai alle porte, quando il caso volle che un grande Papa, come Giovanni XXIII, fosse ispirato, intervenendo con una famosa lettera all’Umanità che servì da deterrente.
Forse il Padreterno usò il caso per salvare l’Umanità attraverso il buonsenso del Papa, di Kennedy e di Krusciov.

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