Imprese, la Sicilia non decolla - QdS

Imprese, la Sicilia non decolla

Rosario Battiato

Imprese, la Sicilia non decolla

sabato 18 Novembre 2017

L’Istat conferma la ripresa: nel biennio 2014/2015 ancora in crescita i risultati economici del tessuto produttivo. Dati positivi anche per la Sicilia, ma è sempre il Settentrione a trainare l’economia nazionale

PALERMO – Le imprese attive nell’industria e nei servizi di mercato sono in buona salute e continuano a fare registrare segnali di crescita. Dati positivi arrivano anche dalla Sicilia, sebbene l’area col peso più vincolante per l’economia nazionale sia sempre circoscritta al Settentrione, dove si trovano i due terzi del totale del valore aggiunto prodotto.
 
Lo certificano i numeri dell’Istat diffusi nei giorni scorsi e relativi ai risultati economici delle imprese nel 2015: per il secondo anno consecutivo cresce il valore aggiunto nell’industria e nei servizi di mercato (+4%), in accelerazione rispetto al +1,5% del 2014, grazie alla maggiore crescita del fatturato (+1,2%) rispetto ai costi intermedi (+0,6%); anche gli investimenti sono in espansione ma l’incremento è più contenuto (+2,7% dopo il +7,3% nel 2014 sul 2013). In decisa crescita (+5,8%) anche il margine operativo lordo, con un contestuale incremento dal 26,8% al 28,3% dell’incidenza dei profitti lordi sul valore aggiunto.
 
Il quadro complessivo registra 4,2 milioni di imprese attive nell’industria e nei servizi di mercato che occupano 15,7 milioni di addetti, di cui 10,9 milioni dipendenti, per un valore aggiunto che ha raggiunto i 716 miliardi di euro. Ci sono 214.711 imprese organizzate in gruppi, queste ultime occupano 5,3 milioni di addetti, di cui 5,2 milioni dipendenti, con una dimensione media di 24,8 addetti.
La distribuzione del valore aggiunto premia le imprese organizzate in gruppi che generano il 55,3% del totale dell’industria e dei servizi e conseguono risulti economici più elevati della media: rispetto al 2014 si registra un aumento del valore aggiunto pari al 5,1% mentre quello del margine operativo lordo è del 7,6%. “Questi risultati – spiegano dall’Istat – sono determinati da una maggiore capacità di espansione delle vendite cui si associa una crescita più sostenuta dei costi intermedi e del lavoro rispetto alle imprese non appartenenti a gruppi”.
 
Nelle tendenze di crescita incidono essenzialmente due fattori: la dimensionalità e l’organizzazione in gruppo. Tra il 2015 e il 2014, le grandi imprese hanno registrato una crescita del valore aggiunto del 6,3% e del margine operativo lordo del 9,1%. “L’81,5% delle grandi imprese è infatti organizzato in gruppo – scrivono dall’Istat –, impiega il 90% di addetti e realizza il 95,3% del valore aggiunto delle imprese con 250 e più addetti”.
 
Complessivamente le imprese di medie e grandi dimensioni hanno avuto un effetto traino per l’intero sistema produttivo, rappresentando quasi il 50% del valore aggiunto complessivo e, soprattutto, determinando il 68,3% della sua crescita. Nella differenziazione per ambito, il settore dei servizi, con il 78,2% di imprese e due terzi degli addetti totali, registra una crescita del valore aggiunto lievemente superiore alla media (+4,6%).
 
A livello geografico si conferma il ruolo dell’area Nord-occidentale, dove si produce il 38% del valore aggiunto delle imprese dell’industria e dei servizi, mentre il 25,1% arriva dalla fascia Nord-orientale. Assieme valgono circa i due terzi del totale nazionale, con una crescita rispetto al 2014 del 4,4%. “Il restante 36,9% – si legge nel report – viene realizzato per il 20,2% dal Centro (19,9% della popolazione) con una crescita del 2,9% e per il 16,6% dalle regioni del Mezzogiorno (34,4% della popolazione) con una crescita del 4,9%”.
 
Il dato relativo al valore aggiunto per addetto colloca la Sicilia nell’ultima fascia regionale, con un valore compreso tra 26.688 e 32.726 euro, circa la metà di quanto registrato in Lombardia che vede il valore massimo sfiorare 60 mila euro. Appena più convincente il dato relativo alla variazione di valore aggiunto per addetto, che colloca l’Isola in una fascia intermedia, quella inclusa tra 931 e 1.811 euro.

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