I diritti dei pensionati e i diritti dei giovani - QdS

I diritti dei pensionati e i diritti dei giovani

Carlo Alberto Tregua

I diritti dei pensionati e i diritti dei giovani

giovedì 23 Novembre 2017

Ricalcolare l’assegno retributivo

In questi giorni vi è un testa a testa fra Governo nazionale e rappresentazioni sindacali, avente per oggetto, ancora una volta, il tema delle pensioni.
Un sindacato miope, che difende gli interessi di chi già è pensionato o dovrebbe diventarlo prossimamente, non ha la vista sufficiente per guardare alle pensioni delle nuove generazioni. Ogni euro che si dà in più a un pensionato di oggi è sottratto a un pensionato di domani.
Il ministro del Mef ha detto che è impossibile spostare i paletti sull’attesa di vita e del conseguente pensionamento, ma dietro questo apparente sbarramento il Governo è cedevole e ha già cominciato a elencare le eccezioni.
Nonostante la soglia attuale di 66 anni e 7 mesi, che dovrebbe diventare 67 dal 2019, la verità è che ancora oggi l’età media dei nuovi pensionati è intorno ai 63 anni, per tutta una serie di manipolazioni a leggi vigenti e di strascichi del passato, per cui continuano a esserci privilegiati che si godono la meritata pensione prima degli altri.
 
Il nodo della questione è proprio questo: l’assegno pensionistico è meritato o viene erogato in base a un calcolo che non tiene conto dei contributi versati?
È così in molti casi, con la conseguenza che una parte della pensione viene pagata dalla fiscalità generale, quindi non è meritato. Una parte che spesso è più della metà.
Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha comunicato ufficialmente che qualora si facesse una revisione di tutti gli assegni pensionistici con il metodo contributivo, cioè togliendo quella parte che in atto è a carico di tutti i contribuenti, l’Inps risparmierebbe 40 miliardi.
Sullo stesso Istituto previdenziale, c’è un altro fardello, oltre a quello dell’assegno retributivo, e riguarda l’erogazione di assegni assistenziali, che nulla hanno a che fare con la previdenza, anche questi a carico dei contribuenti.
Che la collettività debba sostenere i poveri è un principio di solidarietà su cui siamo tutti d’accordo. La questione si inverte se si sostengono falsi poveri o chi abusa di una certa condizione per vivere sulle spalle della collettività stessa.
In questo quadro, stona il silenzio sugli assegni che percepiranno i giovani e i meno giovani quando raggiungeranno il settantesimo anno d’età, probabile dato l’ulteriore aumento dell’attesa di vita. Non solo riceveranno un assegno calcolato con il metodo contributivo, cioè a quanto versato, ma la percentuale rispetto all’ultimo stipendio calerà e forse scenderà al di sotto del 50%.
Quindi, di fronte ai pensionati benestanti attuali, vi sarà una platea di giovani che, diventati pensionati, faranno fatica a tirare la carretta.
Gli attuali Governi e sindacati responsabili dovrebbero mettere sui due piatti della bilancia i diritti dei pensionati odierni e i diritti dei pensionati di domani, facendo preferibilmente pendere la bilancia verso questi ultimi.
Comprendiamo che Governi e maggioranze seguono i consensi giorno per giorno, ma questo non è un comportamento da statisti. è anzi un comportamento di chi non rispetta i valori morali e costituzionali di giustizia, equità, proporzionalità e ragionevolezza.
 
Se ognuno tira il lenzuolo dal proprio lato, scopre gli altri. Proprio a questo servono Governo e maggioranza, a far sì che il lenzuolo, magari corto, copra tutti i lati.
Si tratta di una regola semplice da enunciare ma difficile da attuare, perché l’egoismo umano fa dimenticare chi sta male, chi soffre, chi non ha possibilità di provvedere a sé stesso.
Nel Bilancio dello Stato, fra le uscite correnti, vi sono spese enormi, perché si tratta di elargizioni a consorterie, a organizzazioni di privilegiati ed egoisti della stessa specie, con la conseguenza che la corruzione dilaga e con essa l’evasione fiscale.
Corrotti e corruttori, evasori e morosi danneggiano fortemente la Comunità perché spostano irregolarmente risorse da chi avrebbe diritto a percepirle a chi, invece, non ne ha alcuno.
Diritti dei pensionati di oggi e diritti dei pensionati di domani: non si tratta di un caso di studio, ma di una questione concreta su cui è importante che l’Opinione pubblica intervenga, ovviamente se c’è.
O si è cittadini, o si è quisque de populo.

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