Il debito cresce molto, il Pil cresce poco - QdS

Il debito cresce molto, il Pil cresce poco

Carlo Alberto Tregua

Il debito cresce molto, il Pil cresce poco

venerdì 24 Novembre 2017

Taglio spese e taglio tasse

Il vice presidente della Commissione europea ed ex premier islandese, Jyrki Katainen, evidenzia la falla che c’è nei conti italiani relativamente all’enorme debito di 2.283,7 mld (settembre 2017), che è aumentato di ben 71,1 mld in 12 mesi, pari al 132% rispetto al Pil e penultimo in Europa dopo la Grecia.
Il dato è incontrovertibile, con la conseguenza che risultano non vere le affermazioni del presidente del Consiglio, Gentiloni, e del ministro dell’Economia, Padoan, quando affermano che il debito è in riduzione.
In effetti, i due vertici del nostro Governo vogliono dire che è in riduzione, per quanto impercettibile, il rapporto fra debito e Pil perché quest’ultimo ha un aumento previsto dell’1,5% nel 2017, pari a 22mld circa.
Ma questo calcolo non funziona. E lo dimostriamo con un semplice ragionamento: se da un anno all’altro il debito portato dai Bond statali, vero e reale, è aumentato di 71,1 miliardi, anche se il Pil aumentasse di 22 mld non raggiungerebbe l’aumento del debito.
 
Quando la Ragioneria dello Stato e l’Istat fanno i conteggi, usano tante stregonerie per far vedere spesso quello che non è. Ma tentando di leggere con semplicità i dati, la verità emerge interamente perché bisogna sgombrarla da tutti gli orpelli.
Un’altra comunicazione non vera che fa il Governo riguarda la flessibilità. Vorremmo chiedere al responsabile del Mef se firmare nuove cambiali, cioè creare nuovo debito mediante l’emissione di Bond supplementari, si possa chiamare flessibilità.
Ora, secondo la famosa teoria economica Keynesiana, l’indebitamento di uno Stato è giustificato nella misura in cui le risorse ottenute siano destinate esclusivamente ad investimenti. Ma quando invece l’indebitamento viene girato alla spesa corrente, costituisce un ingiusto onere per le future generazioni, che lo dovranno rimborsare senza dare agli stessi i vantaggi dell’onere assunto dai genitori .
La prossima legge di Bilancio 2018 ha in sè un virus che proviene da tanti governi precedenti, i quali per accontentare questa o quella corporazione, hanno stanziato spese che non dovevano essere fatte. Tale virus riguarda circa 15 mld necessari per evitare la clausola di salvaguardia.
 
La bozza di Bilancio prevede spese per 7/8 miliardi, ma esse sono quasi tutte destinate all’assistenzialismo che è l’aspetto deteriore del Welfare.
Quando si rileva che l’Inps eroga assegni non previdenziali per 150 miliardi, si capisce come questo onere sia il contrario di quello che serve per fare girare più velocemente l’economia.
Gli osanna dei grandi giornali e delle televisioni a questo Governo perché riesce (forse) a far crescere il Pil dell’1,5%, nasconde la verità, che è quella espressa da Katainen e non tollerata da Padoan.
L’Italia è ancora indietro di quasi un punto rispetto alla crescita media europea, non ai primi della classifica. Dunque, questo trionfalismo è fuoriluogo ed è giusto il richiamo della Commissione europea di tagliare la flessibilità cioè il nuovo indebitamento di 3,5 miliardi.
Il peggio in questo quadro è che nulla è previsto in questa legge di Bilancio per diminuire il divario tra Nord e Sud. Non capiscono, i signori di Roma, che se non decolla il Sud, non decolla l’Italia.
 
La politica economica di uno Stato è la spina dorsale per farlo crescere o farlo vivacchiare. Essa dovrebbe essere incentrata massimamente sugli investimenti, tagliando la spesa corrente che dà luogo a sprechi e corruzione, derivanti anche da una estesa inefficienza della burocrazia e dal menefreghismo generale che si avverte quando si contattano dirigenti e pubblici dipendenti.
La Commissione europea ha inviato una lettera al Governo preannunciando, seppure in maggio 2018, severe sanzioni qualora esso non accentui le riforme, facendole diventare così più efficaci, e non punti decisamente alla diminuzione effettiva del debito, che si misura in miliardi e non in percentuali, senza assoggettarlo ad arzigogolii ed illusionismi di vario genere.
Debito pari a 2.283,7 miliardi al 30 settembre. Questa cifra deve diminuire oppure le chiacchiere dei parolai sono inutili e i cittadini devono accentuare la loro attenzione per smascherarli. Occorre sapere la verità. Sempre!
 

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017