Formazione, guerra sindacale. La protesta dei lavoratori - QdS

Formazione, guerra sindacale. La protesta dei lavoratori

Michele Giuliano

Formazione, guerra sindacale. La protesta dei lavoratori

sabato 25 Novembre 2017

L’Usb attacca: “Alcunia dirigenti di enti in fallimento sono passati ad altri enti e si sono salvati”. Presentato un esposto denuncia per i licenziamenti collettivi firmati dai confederali

PALERMO – Nel mondo della formazione nulla si muove. Ancora niente sulle sorti dell’Avviso 8 da parte del nuovo governo regionale, del quale si aspetta con ansia l’insediamento, e gli enti si stanno ormai muovendo per i licenziamenti collettivi.
 
Eppure quello che sembra essere un destino nefasto per tutti i lavoratori non andrebbe a toccare i dirigenti dei sindacati confederati, e in particolare quelli della Cisl. Con una manifestazione di fronte la sede di Palermo del sindacato cislino, i rappresentanti dell’Usb hanno dimostrato il loro dissenso per il comportamento poco consono e moralmente inaccettabile di queste persone, che hanno salvaguardato se stessi e lasciato alle ortiche il futuro di tanti iscritti, che in loro riponevano fiducia e speranza. L’Usb ha anche annunciato di essere in possesso di “un elenco di dirigenti minori della Cisl che, mentre avallavano i licenziamenti collettivi, sono stati trasferiti con passaggio diretto ed immediato, cioè senza perdere neanche un giorno di anzianità di servizio, ad altri enti, con un contestuale improbabile distacco sindacale che ha consentito loro di aver versati i contributi figurativi dall’Ipns”.
 
All’Usb, sigla che sta per Unione Sindacale di Base, i sindacati ‘tradizionali’ e, in particolare la Cisl siciliana, non vanno proprio giù, e soprattutto non va giù la “doppia faccia” che sembrano indossare quando si tratta di difendere i lavoratori, il cui destino è spesso segnato, mentre per i propri dirigenti sembrano trovare sempre e comunque una soluzione.
 
“Mentre sedevano ai tavoli delle trattative per provare a trovare una soluzione alternativa ai licenziamenti di centinaia di lavoratori della formazione professionale – si legge in un comunicato dell’Usb – alcuni dirigenti della Cisl, invece, trattavano la loro personale salvezza. È il caso di Giovanni Migliore, dipendente di un ente di Formazione e segretario regionale della Cisl Formazione, che sarebbe stato beneficiario di un passaggio immediato e diretto ad altra scuola di formazione pochi giorni prima che l’ente, per il quale lavorava, dichiarasse fallimento”.
 
Un comportamento che gli Usb non possono avallare né accettare, anzi. È necessario portare tutto alla luce e all’attenzione dell’opinione pubblica, per rendere i lavoratori consapevoli di quale siano le scelte di coloro i quali dovrebbero difenderne gli interessi, mentre si occupano principalmente di se stessi. Secondo I’Usb, “i dirigenti dei sindacati firmatari di contratto, ma in particolar modo la Cisl, avrebbero favorito passaggi immediati e diretti ad altri enti di alcuni quadri sindacali, in barba al resto dei lavoratori licenziati senza alcun rispetto delle regole”.
 
Tra quelli che avrebbero usufruito di questi passaggi immediati e diretti in altro ente, ci sarebbe Valerio Bernava, figlio di Maurizio, dirigente nazionale della Cisl. Quest’ultimo avrebbe cominciato a lavorare nella formazione, con regolare contratto, dopo che le assunzioni erano formalmente bloccate. Contro questo modo di concepire il sindacato, considerato come stampella dei propri personalissimi interessi, protesta vivamente lo Usb che, con il concentramento sotto le finestre della Cisl, ha voluto portare in evidenza le contraddizioni dell’operato del sindacato confederato, ricordando che alcuni lavoratori hanno già presentato un esposto, ed altri ne seguiranno, “perché le Procure siciliane accertino se in tali comportamenti si possano rinvenire estremi di reato, affinché ogni tipo di responsabilità venga accertata e perseguita”.

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