Con le rinnovabili addio al petrolio - QdS

Con le rinnovabili addio al petrolio

Carlo Alberto Tregua

Con le rinnovabili addio al petrolio

giovedì 30 Novembre 2017

Sole, biomasse, geotermia e Rsu

La ricchezza nascosta della Sicilia, oltre ai tesori archeologici e paesaggistici, è concentrata nella capacità di produrre energia da sole, vento, biomasse, geotermia, Rsu ed altri.
Ci auguriamo che il presidente Musumeci nel suo programma inserisca questa linea di sviluppo che potrebbe consentire la creazione fra 100 e 200 mila posti di lavoro.
Ovviamente, chi dovesse lavorare nel settore delle rinnovabili dovrebbe essere adeguatamente preparato. A questo non può essere chiamata la formazione regionale perché quei docenti non sono in condizione di istruire operai e tecnici per un settore di avanguardia qual è quello, appunto, delle fonti rinnovabili.
È incredibile che il territorio di 25 mila chilometri quadrati della nostra Isola, assolato 11 mesi l’anno, non abbia migliaia di impianti solari, compresi quelli di ultima generazione, che utilizzano il silicio. Da ognuno di questi impianti dovrebbero uscire chilowattora indicati in un grande tabellone quattro metri per quattro.
 
È incredibile che non vi siano centinaia di imprese che producano energie dalle biomasse, scarti alimentari, agricoli, animali e via elencando.
È incredibile che non vi siano undici energimpianti, cioè quelli in grado di produrre energia, biogas , biocarburante e materiali per sotto asfalto, utilizzando i rifiuti solidi urbani.
Per quanto riguarda la geotermia, ci risulta vi sia un impianto presso Palazzo dei Normanni, utilizzato per il suo fabbisogno. Ma in un territorio vulcanico come il nostro dovrebbe essere affidato al Dipartimento energia della Regione il compito di ricercare le fonti di calore che sicuramente vi sono sotto la crosta della nostra Isola.
Il quadro delle fonti energetiche non è esaustivo, ma attivando le cinque fonti già citate, la Sicilia diventerebbe la prima regione d’Italia per produzione di energia rinnovabile.
La potenzialità, dunque, c’è: Presidente e Giunta regionale dovranno fare un progetto al riguardo, la cui realizzazione sarà affidata a quei valorosi dirigenti che in Regione ci sono, in modo da spendere presto e bene le risorse europee e statali, ovviamente cofinanziate dalla stessa Regione siciliana.
 
Bisogna stare attenti a non allungare il brodo, cioè a non inserire un traguardo più lontano di cinque anni. Musumeci dovrà dire cosa può realizzare nel suo quinquennio, pur lasciando al suo eventuale secondo mandato o ad altri, il compito di proseguire su questa strada positiva di crescita economica e di nuova occupazione, contestuali alla tutela dell’ambiente.
Il Presidente dovrà altresì eliminare le discariche che appestano aria e terreno, trasformandole in parchi come hanno fatto in Svizzera a partire dal 2000; raccordarsi con il Gse (Gestore servizi energetici) perché sostituisca via via il fabbisogno di energia dal petrolio con le rinnovabili.
Ed ancora, seguire passo passo il buon lavoro che sta facendo Terna in Sicilia nel completare la rete circolare, in modo che tutta l’energia prodotta nell’Isola, superiore al fabbisogno della stessa, possa essere trasportata attraverso l’elettrodotto tra Scilla e Cariddi, in modo da poterla utilizzare sul territorio nazionale.
 
La questione che sottoponiamo all’opinione pubblica è primaria perché rientra nel ventaglio degli investimenti che il Presidente Nello Musumeci deve mettere in cima alla sua agenda.
Questo è soltanto uno degli investimenti più importanti, ma ve ne sono altri che vanno realizzati in parallelo.
Per esempio, aprire tutti i cantieri bloccati per qualunque ragione burocratica o finanziaria, programmare una road map per illustrare nei Paesi del mondo, ove vi sono tantissimi nuovi ricchi, quali siano le convenienze a venire da noi, per usufruire di quelle meravigliose bellezze su cui nessuno può farci concorrenza.
In altri termini, il punto programmatico riguardante il turismo, che dovrà essere affidato a un assessore competente e a un dirigente di valore, potrebbe fare salire di qualche miliardo il Pil della Sicilia, ridottosi al 31 dicembre 2016 al lumicino, cioè a 81,9 miliardi, sceso da 94,4 miliardi del 2007.
I suggerimenti che diamo al Presidente Musumeci sono gratuiti e ben auguranti. Attendiamo i riscontri.

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