Riscaldamento globale: gravi gli effetti sull'ambiente ma la scienza ha le potenzialità per limitare i danni - QdS

Riscaldamento globale: gravi gli effetti sull’ambiente ma la scienza ha le potenzialità per limitare i danni

Riscaldamento globale: gravi gli effetti sull’ambiente ma la scienza ha le potenzialità per limitare i danni

sabato 14 Ottobre 2017
Oggi si sente spesso parlare del riscaldamento globale, causato dalle attività antropiche che provocano effetti negativi quali: emissioni di CO2, innalzamento della temperatura globale e desertificazione.
La scienza ha le potenzialità per riuscire almeno a ridurre tali effetti, stando però attenta a non provocare il cosiddetto “effetto farfalla”, ovvero provocare enormi danni con piccoli esperimenti. A questo scopo nasce la geo-ingegneria. Essa cerca gli elementi necessari per diminuire tali conseguenze.
 
Una valida idea è quella di gestire le radiazioni solari per diminuire il loro assorbimento nella crosta terrestre ed evitare così l’effetto “cappa”, dipingendo, per esempio, i tetti degli edifici e le strade di bianco. Da qui nasce il progetto britannico SPICE ( Stratospheric Particle Injection for Climate Engineering) che ha l’obbiettivo di riflettere i raggi solari mediante particelle sospese nell’atmosfera.
Altri metodi più conosciuti sono: il rimboscamento, che permette, grazie alle piante, l’emissione di ossigeno per compensare la CO2 prodotta dalle attività umane; l’utilizzo delle biomasse come compost, ovvero, una volta decomposto in aerobiosi, utilizzato come concime ricco di sostanze nutritive necessarie alla crescita della flora.
 
Le biomasse possono essere usate anche per ricavare energia, infatti la loro decomposizione anaerobica produce biogas che può essere utilizzato come biocombustibile. In alternativa, le biomasse possono subire la pirolisi, un processo termico che permette la trasformazione di grosse molecole in composti combustibili, direttamente utilizzabili o adeguatamente stoccati per il mantenimento a lunga durata.
 
Metodi meno conosciuti sono: l’assorbimento della CO2 nelle rocce tramite particolari processi ancora in fase di studio; la fotosintesi tramite alghe microscopiche presenti sulla superficie dell’oceano. Queste tecniche sono ancora oggi oggetto di studio poiché non sono state ancora valutate le eventuali conseguenze sull’ambiente.
 
Per desertificazione s’intende secchezza del territorio causata dal suo eccessivo sfruttamento, dalla poca disponibilità d’acqua, quindi climi secchi ed aridi, o ancora da eccessiva erosione da parte degli agenti atmosferici quali vento ed acqua. Tutto ciò provoca sia la scomparsa della vegetazione spontanea naturale sia l’impossibilità di poter riutilizzare questo territorio per l’agricoltura. Come possibili soluzioni si pensa alle cosiddette “Colture blu” che, grazie al monitoraggio, al controllo e alle frequenti irrigazioni, permettono la coltivazione di aree verdi permanenti predisposte ad arricchire la biodiversità, favorire la fertilità e garantire una maggiore disponibilità di biomasse.
 
Sul piano politico internazionale sono stati stilati, nel corso degli anni, dei protocolli per garantire lo sviluppo sostenibile. I Paesi aderenti si impegnano a collaborare per monitorare e ridurre le emissioni di gas serra e la conseguente temperatura globale di almeno 2°C, così come affermano i protocolli di Kyoto, Rio e Parigi.
 
Bisogna ricordare che l’intervento della scienza non è sufficiente se non si adotta un comportamento responsabile e rispettoso nei confronti dell’ambiente. Questo prevede lo sforzo da parte di ogni singola persona a contribuire tramite dei piccoli gesti quotidiani che potrebbero avere un grande effetto, quali ad esempio:
• Raccolta differenziata per facilitare il riciclo dei materiali;
• Riduzione dello spreco di acqua, poiché è un bene prezioso;
• Riduzione dell’emissione di CO2, scegliendo di camminare o usare i mezzi pubblici per gli spostamenti.
Vivere è bene. Saper vivere è meglio. Sopravvivere sarà senza dubbio il problema degli uomini di “domani” se oggi non si interviene.
 
Alessandra Virzì – Roberta Santoro – Beatrice Rusticano – Rossana Cocuzza – Lorenzo Ruggeri
V A, Istituto tecnico biotecnologie ambientali “R. L. Montalcini”,
Gagliano Castelferrato (En)
 

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