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Palermo – Bilancio della Guardia di finanza tra evasione e frodi comunitarie

Riccardo Lupo

Palermo – Bilancio della Guardia di finanza tra evasione e frodi comunitarie

martedì 05 Gennaio 2010

Quello appena concluso è stato un anno ricco di risultati in tutti i settori in cui si esplica l’attività. Scoperta di una base imponibile occultata al fisco pari a 405 milioni di euro

PALERMO – Nel rispetto di una tradizione ormai consolidata, il comandante regionale della Guardia di finanza, Domenico Achille, ha presentato il consuntivo dell’attività istituzionale svolta dal Corpo nei vari settori di servizio, a tutela del cittadino, dello Stato e dell’Unione europea, nel corso del 2009.
Il dato che andremo ad esaminare riguarda tutta la provincia di Palermo che, da sola, ha raggiunto obiettivi di primo livello. Per gli oltre mille finanzieri di questa provincia, guidati dal generale Carlo Ricozzi, il 2009 è stato un anno ricco di risultati, in tutti i settori in cui si esplica l’attività istituzionale.
L’attività operativa ha riguardato innanzitutto la lotta all’evasione fiscale, compito primario della Guardia di finanza e tematica di grande attualità, considerata la ferma volontà del Governo nazionale di recuperare gettito, in funzione di una più corretta ed equa ripartizione del carico tributario. Solo per questa attività si sono registrate 1.438 verifiche e controlli fiscali per un’evasione all’Iva pari a 65 milioni di euro. La scoperta di base imponibile occultata al fisco è pari a 405 milioni di euro. Questi sono solo alcuni numeri che riguardano la macroarea economica-finanziaria.
Per quanto riguarda, invece, la funzione di polizia giudiziaria, qui ci sono i veri grandi numeri. Si parte dai 348 beni sequestrati – che assieme alle confische fanno parte della normativa antimafia –  per un valore di 1 miliardo di euro, per poi arrivare alle confische che sono state 343 per un valore di 660 milioni di euro.
Tra le operazioni più importanti, si ricorda la “Goldmine”, che ha visto il sequestro di valori per oltre 250 milioni di euro: società commerciali (supermarket e grande distribuzione), beni mobili e immobili, rapporti bancari. Nel mese di maggio, è seguita l’operazione “Scanner”, con il sequestro di oltre 300 milioni di euro: società commerciali, decine di beni immobili, rapporti bancari e altri beni mobili, nei confronti di fiancheggiatori dei Lo Piccolo, tra Carini e Villagrazia di Carini.
Altro reato diffuso e che tocca da vicino il cittadino è l’usura. Questa attività negli ultimi mesi ha portato all’arresto di 5 usurai e la denuncia di altri 9, con il conseguente sequestro di beni immobili per 3 milioni di euro e di oltre 780 mila euro tra contanti, depositi bancari e titoli.
Come si può vedere l’attività del Corpo spazia dalle grandi operazioni a contrasto della criminalità organizzata a quelle singole operazioni a tutela del cittadino e della collettività.
 

 
Intervista. I nuovi obiettivi della mafia
 
PALERMO – Abbiamo sentito il comandante provinciale della Guardia di finanza, generale Carlo Ricozzi.
In quali settori investe, principalmente, la criminalità organizzata?
“Si sono spostati dalla proprietà immobiliare, facilmente aggredibile dallo Stato, alle partecipazioni societarie, con una predilezione particolare per la grande distribuzione alimentare. In tale settore si tende alla realizzazione di almeno tre obiettivi: il riciclaggio del denaro sporco, agevolato dai consistenti flussi in contanti che caratterizzano questa tipologia di commercio; buoni margini di rendimento, contando anche sulla forza dell’intimidazione ai danni dei fornitori; e per ultimo, ma non per questo meno importante, il consenso sociale, attraverso le assunzioni di personale dipendente. Togliere i supermercati dalle mani della mafia significa anche ridare fiato al mercato e alla libera concorrenza”.

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