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Nuova piazza della Guardia, un esempio di civiltà e sinergia pubblico-privato

redazione

Nuova piazza della Guardia, un esempio di civiltà e sinergia pubblico-privato

venerdì 01 Dicembre 2017

Pubblica amministrazione e cittadini insieme per l'interesse collettivo: ecco come si può riqualificare uno spazio pubblico con un contratto di sponsorizzazione 

CATANIA – Diminuisce, si sa, la capacità di spesa da parte delle pubbliche amministrazioni e si accentua di conseguenza la necessità di coinvolgere i cittadini nelle riqualificazione degli spazi pubblici. Del resto, per i privati è un vantaggio, dato che la cosiddetta “sponsorizzazione” di luoghi collettivi offre vantaggi in termini di immagine.
 
Di casi ce ne sono, e non così piccoli, se persino le opere monumentali come il lungomare di Reggio Calabria, tanto per fare un esempio non troppo lontano – ovvero quel “chilometro più bello d’Italia”, che corre con splendidi affacci sul mare, piazzette, servizi e infrastrutture – viene ormai tutelato anche grazie all’apporto dei privati. Contribuiscono alla causa anche piccole manutenzioni di spazi verdi, laddove l’amministrazione locale non ha risorse sufficienti per intervenire da sola.
 
Sono esempi di una sinergia pubblico/privato e l’ultimo lo vedremo questa domenica in piazza Santa Maria della Guardia, grazie alla proposta della Fondazione Etica & Valori “Marilù Tregua” di riqualificare questo luogo, logoro dopo le avversità dei decenni e sofferente per via di manutenzioni spesso limitate all’essenziale. Proposta accolta con favore dall’Amministrazione comunale.
 
L’esempio merita di essere imitato. Del resto Catania non è propriamente nuova a questo genere di iniziative. Tanto per citarne alcune: piazza Lincoln, piazza San Cristoforo, piazza Corsica, corso Italia, largo Aquileia, piazza Aldo Moro, piazza del Tricolore, via Sant’Euplio, e infine piazza Sciascia prima del nuovo parcheggio interrato. Tutti luoghi che a vario titolo sono stati parzialmente o totalmente riqualificati, abbelliti, ricostruiti, attrezzati, curati grazie al contributo privato.
 
Piazza della Guarda, ad opera della Fondazione Tregua, è quindi un’altra bella stella in quel firmamento di piccole e grandi opere catanesi al quale ci auguriamo se ne aggiungano sempre di nuove. Ogni occasione sarà una testimonianza di attenzione, di civiltà, di amore per il proprio territorio, un esempio contagioso perché può incentivare nuovi gesti da contrapporre alle più consuete e deleterie pratiche del disprezzo senza contenuto e della critica priva del fare.
 
A proposito di “come fare”, quindi, diamo uno sguardo alla procedura di una “sponsorizzazione”. I lavori di riqualificazione di piazza della Guardia sono il risultato di un contratto – appunto, di sponsorizzazione – promosso dalla Fondazione e siglato lo scorso 13 giugno a Palazzo degli Elefanti dal sindaco Bianco e da Carlo Alberto Tregua, presidente della Fondazione e fondatore del Quotidiano di Sicilia. Il contratto di fornitura di beni e servizi prevede che la piazza venga curata per i prossimi due anni dai realizzatori delle nuove opere, mentre l’Amministrazione comunale avrà cura della vigilanza e del monitoraggio dei luoghi, attraverso i propri uffici. Per lo sponsor il contratto ha la finalità di incrementare la notorietà dei propri segni distintivi, infatti nella piazza viene apposta segnaletica indicando chi ha curato la riqualificazione. L’Amministrazione comunale dal canto suo si impegna a riconoscere la dovuta notorietà allo sponsor nelle occasioni e negli spazi di comunicazione adeguati. Nel contratto viene infine specificato il valore economico dei lavori eseguiti.
 
Che tali iniziative finalizzate al miglioramento del decoro urbano debbano moltiplicarsi, è un auspicio che va posto continuamente. Ed è anche un invito rivolto ai “cittadini per bene”, non così rari in verità, che credono ancora in una città capace di presentarsi ai propri abitanti e ai propri cittadini come protagonista di bellezza. Questo il senso di ciò che avverrà questa domenica: una proposta di civiltà e di sinergia da cui prendere ancora spunto.

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