Cascio torna all'Ars, assolto dalle accuse di corruzione - QdS

Cascio torna all’Ars, assolto dalle accuse di corruzione

redazione

Cascio torna all’Ars, assolto dalle accuse di corruzione

lunedì 11 Dicembre 2017

 Riconosciuta l'innocenza dell'ex presidente dell'Assemblea, che riprende il suo posto solo per pochi giorni e annuncia di non voler tornare a fare politica

PALERMO – "Sono stato reintegrato nella mia funzione di parlamentare regionale". Lo afferma il deputato Francesco Cascio, assolto in secondo grado dalla Corte d’Appello di Palermo "perché il fatto non sussiste" nel processo dove era imputato per corruzione.
 
Gli effetti della Legge Severino
 
Sospeso nell’ottobre 2016 per effetto della legge Severino in seguito alla condanna in primo grado per corruzione, dal giorno della lettura della sentenza di secondo grado, 29 novembre 2017, la sospensione è decaduta. Con l’ assoluzione, infatti, non valgono più gli effetti della legge Severino e Cascio, quindi, torna di diritto tra i banchi dell’ Assemblea regionale siciliana, così come stabilito anche da una nota firmata dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. Contestualmente, Giuseppe Di Maggio, che era subentrato a Cascio, deve lasciare Palazzo dei Normanni.
 
La legislatura sta per concludersi. Cascio: "Non tornerò all’Ars nella prossima legislatura"
 
La XVI legislatura si concluderà tra pochi giorni, l’insediamento dei nuovi parlamentari regionali è previsto per il prossimo venerdi, 15 dicembre. "Sapevo di essere innocente e che prima o poi la verità sarebbe venuta a galla – afferma Cascio – ho atteso con fiducia, e nella riservatezza della mia vita privata, che la magistratura svolgesse il proprio lavoro. Mi sono fatto da parte in politica e sono tornato con dedizione alla medicina. Questo periodo lontano dalla luce dei riflettori, se così si può dire, mi ha aiutato a ristabilire le priorità e oggi mi sento più forte e consapevole. Non tornerò tra i banchi dell’Ars nella prossima legislatura, questa fase della mia vita per il momento si è chiusa e non voglio lasciare di nuovo il mio lavoro di medico. Lasciamo spazio a chi verrà dopo di noi, ma il riconoscimento – aggiunge – della mia innocenza è un risultato che mi fa stare bene". 

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