Crescita Sud, De Vincenti smentito dai dati Istat - QdS

Crescita Sud, De Vincenti smentito dai dati Istat

Raffaella Pessina

Crescita Sud, De Vincenti smentito dai dati Istat

giovedì 14 Dicembre 2017

Il ministro ieri a Catania: “Diminuito gap Nord-Sud”, ma la realtà è ben diversa. Pil Mezzogiorno è cresciuto di 4 mld, quello del Nord di 10

CATANIA – Il ministro per la Coesione territoriale, Claudio De Vincenti, è stato ieri a Catania alla tavola rotonda organizzata dalla Cisl, con la segretaria Annamaria Furlan, sulle occasioni di sviluppo delle Zes (Zone economiche sociali) e del Patto per Catania. De Vincenti si è mostrato ottimista sulle condizioni del Sud Italia. “Il gap con il Nord si è allargato fino al 2013, ma dal 2015 c’è stata un’inversione di tendenza – ha detto il ministro – con il Sud che cresce un po’ più del Centro-Nord. Noi dobbiamo fare in modo che il Sud cresca ancora di più e che via via il divario vada stabilmente riducendosi”.
 
La segretaria della Cisl, Annamaria Furlan, ha dichiarato che il sindacato ha fatto un buon lavoro. “Siamo riusciti a dare risposte a tante categorie di lavoratori e lavoratrici per cui non scatterà l’aspettativa di vita e abbiamo anche allargato la possibilità dell’Ape sociale – ha detto Furlan – Trecento milioni di euro che si sommano ai sette miliardi che già l’anno scorso erano stati strappati attraverso un negoziato importante che ha dato vita ad un accordo altrettanto importante con il Governo. Il sindacato deve avere la capacità di fare proposte, di presentare piattaforme, di fare negoziati, ma anche di portare a casa risultati che è esattamente quello che abbiamo fatto”.
 
De Vincenti ha affermato che la proposta della Cisl, di congiungere investimenti ed infrastrutture è una proposta importante. “Il Patto per la Sicilia prevede investimenti infrastrutturali con le regole specifiche delle Zes che comunque si basano prima di tutto su infrastrutture portuali e logistiche e attraggono grossi investimenti privati attraverso risorse, semplificazioni e vantaggi fiscali”.
Ma sulle dichiarazioni del ministro De Vincenti riguardanti la crescita del Sud,è opportuno fare qualche precisazione. Il Rapporto Svimez 2017 sull’economia del Mezzogiorno pubblicato lo scorso 7 novembre parla proprio della crescita del SudItalia: “Il Mezzogiorno cresce più del Centro-Nord – si legge nel documento – per il secondo anno consecutivo: un risultato non scontato, anche perché fa seguito ad una crescita del 2015 che sembrava avesse tratti di eccezionalità ,legata a fattori difficilmente ripetibili”.
 
Frasi che fanno il paio con le parole del ministro. Ma la crescita a cui accenna il rapporto fa riferimento al prodotto interno lordo 2016 (a prezzi concatenati, valori di riferimento anno 2010) che nel Mezzogiorno ha conosciuto un incremento dell’1%. “L’incremento – scrive ancora Svimez – è stato superiore di 0,2 punti a quello rilevato nel resto del Paese (0,8%), mentre l’anno precedente il di- vario a favore del Mezzogiorno era stato doppio (0,4%). L’economia delle regioni meridionali nel 2016 ha quindi consolidato la ripresa, contribuendo alla crescita del Pil nazionale in misura ben maggiore alla dimensione produttiva dell’area. Nel biennio 2015-16 il contributo meridionale alla crescita del Pil italiano è stato pari a quasi un terzo, a fronte di una quota sul Pil dell’area che vale meno di un quarto”.
 
La precisazione della Svimez sul valore della quota del Mezzogiorno sul Pil nazionale è più che opportuna perché se è vero da un lato che l’incremento percentuale del Sud è superiore a quello del Centro-Nord, dall’altro è altrettanto vero che la crescita è stata rispettivamente di quattro e dieci miliardi. Gli incrementi percentuali, infatti, in realtà fanno riferimento a valori di partenza profondamente differenti: il Pil del Mezzogiorno vale 356 miliardi, quello del Centro-Nord 1.210 miliardi.

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