Gas, il futuro passa dalla Sicilia hub strategico del Mediterraneo - QdS

Gas, il futuro passa dalla Sicilia hub strategico del Mediterraneo

Rosario Battiato

Gas, il futuro passa dalla Sicilia hub strategico del Mediterraneo

giovedì 14 Dicembre 2017

L’incidente all’impianto austriaco e il blocco del gas (rientrato) confermano il ruolo dell’Isola. Dalla nostra regione già transita più di un terzo del metano importato in Italia

PALERMO – L’incidente all’impianto austriaco di gas – un’esplosione che ha coinvolto decine di dipendenti e provocato la morte di uno – ha congelato la distribuzione di metano in Italia per circa un giorno. Un passaggio che ha permesso di ricostruire il ruolo potenziale che la Sicilia potrebbe rivestire nello scacchiere energetico nazionale ed europeo: Gela e Mazara del Vallo, punti di ingresso in Italia del gas libico e algerino, sono passaggi strategici e fondamentali e non a caso, proprio nella giornata del blocco, si era stabilito di programmare volumi maggiori rispetto alle capacità conferite, così come precisato da Snam Rete Gas, gestore della rete nazionale, in seguito alla comunicazione degli uffici dell’Autorità per l’energia. Un peso già consistente che potrebbe diventare determinante con i prossimi investimenti infrastrutturali.
 
L’emergenza più immediata è rientrata, visto che, secondo un portavoce di Snam, già da martedì sera sono ripresi i flussi di gas dal gasdotto Trans Austria Gasleitung attraverso le linee che transitano da Tarvisio (Udine). Il blocco del Tag era sorto in seguito all’esplosione dell’impianto di distribuzione di Baumgarten an der March (Austria) che aveva di fatto congelato la distribuzione del metano in Italia.
 
Di fatto un vero e proprio allarme non c’è mai stato: lo stato di emergenza proclamato nei giorni scorsi è un dispositivo automatico e, così come riportato da Snam, “la sicurezza del sistema italiano è garantita dagli stoccaggi”. Depositi che valgono fino a 17 miliardi di metri cubi e che hanno già garantito l’Italia nelle crisi del 2006 e del 2012. L’unica variazione sostanziale, riprendendo le parole di Claudio Descalzi, ad di Eni, ha riguardato la crescita dei prezzi.
 
Per il ministro Calenda l’incidente austriaco ha costituito l’occasione per tornare a sottolineare la fragilità di un sistema nazionale che ha necessità immediate di nuove infrastrutture. Lo scorso novembre Bruxelles ha confermato i 15 progetti energetici italiani considerati prioritari dall’Ue nell’ottica di creare un hub del gas nel Mediterraneo. Coinvolta in primo piano anche la Sicilia con l’interconnessione elettrica con la Tunisia (Elmed).
 
Per valutare la portata dell’incidente austriaco bisogna, tuttavia, comprendere quanto l’Italia sia vincolata all’estero per i suoi consumi energetici: nel caso del gas naturale la dipendenza supera il 90% del totale. Il quadro infrastrutturale e di capacità autorizzata, determinante per la sopravvivenza energetica nazionale, è fornito dal ministero dello Sviluppo economico: il gasdotto Tag (Trans Austria Gas Pipeline) con una capacità di trasporto di 107 milioni di metri cubi/giorno (coinvolto nei giorni scorsi dall’incidente al Gas Connect con cui è collegato); il gasdotto Transitgas da 59 milioni di metri cubi/giorno (si trova in Svizzera e arriva alla rete Snam a Passo Gries); il gasdotto Ttpc (Trans Tunisian Pipeline Company) da 108 milioni di metri cubi/giorno (ingresso a Mazara del Vallo); il gasdotto Greenstream da 46,7 milioni di metri cubi/giorno (dalla Libia ingresso a Gela); il terminale di rigassificazione di Panigaglia della società Gnl Italia con una capacità di rigassificazione di 13 milioni di metri cubi/giorno; il terminale di rigassificazione al largo di Rovigo della società Adriatic Lng da 26,4 milioni di metri cubi/giorno; il terminale di rigassificazione Olt al largo di Livorno in Toscana, della società Olt Offshore Lng Toscana, da 15 milioni di metri cubi/giorno.
 
Nel 2016, stando ai dati diffusi dalla direzione generale per l’Energia e le risorse minerarie del Mise, le importazioni di gas naturale in Italia hanno visto la netta predominanza del Tarvisio (43,3% del totale), cioè del gas russo, seguito sul podio da Mazara del Vallo (29%) e da Passo Gries (10,2%). Al quinto posto Gela, con circa il 7,4% del totale. La Sicilia complessivamente raggiunge quota 36%, cioè oltre un terzo del totale del gas naturale importato in Italia.

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