Sequenza sismica nel Canale di Sicilia, la paura di nuove scosse - QdS

Sequenza sismica nel Canale di Sicilia, la paura di nuove scosse

redazione

Sequenza sismica nel Canale di Sicilia, la paura di nuove scosse

giovedì 14 Dicembre 2017

Registrate 14 scosse in una settimana, le più forti oggi. Sistema di faglie complesso, non si capisce quali siano quelle collegate ai fenomeni in corso

PALERMO – Nel Canale di Sicilia è in corso una sequenza sismica che ha fatto registrare 14 scosse in una settimana: le più forti sono quelle di magnitudo 3,9 e 3,7, avvenute alle ore 2,13 e alle 2,59 del 14 dicembre. Le scosse non hanno provocato danni né a persone né a cose e sono collegate a un sistema di faglie complesso e poco conosciuto.
 
"La sequenza è stata attivata l’8 dicembre dal terremoto di magnitudo 2,6 avvenuto a largo di Ragusa: da allora ci sono state 10 scosse di magnitudo superiore a 2,0 e 4 di magnitudo superiore a 3,0", ha detto all’Ansa Eugenio Privitera, direttore dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
 
Le scosse più forti si concentrano fra il 13 e il 14 dicembre e sono tutte avvenute al largo di Modica, in provincia di Ragusa. Dopo quelle di oggi, avvenute alle ore 2,13 e alle 2,59, le altre due scosse di magnitudo superiore a 3,0 sono infatti quelle di magnitudo 3.5 e 3.6 registrate il 13 dicembre dalla rete sismica dell’Ingv.
 
Ancora non è chiaro quali siano le faglie collegate alla sequenza: "l’area del Canale di Sicilia – ha spiegato Privitera – è molto vasta e c’è un sistema di faglie molto complesso e poco conosciuto, generato dalla spinta della placca africana contro quella euroasiatica". In questo sistema, ha aggiunto, ci sono due faglie ben note che potrebbero essere collegate alla sequenza sismica in corso: la faglia di Scicli, che è legata al catastrofico terremoto di magnitudo 7,4 dell’11 gennaio 1693, che fece migliaia di vittime nella Sicilia orientale, e quella di Capo Passero ma "ancora non è chiaro quale delle due sia legata a questi terremoti". Non si puo’ prevedere neanche l’evoluzione della sequenza, "ma proprio per questo – ha rilevato Privitera – non possiamo escludere che si verifichino altre scosse". 

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