No agli inceneritori Sì agli Energimpianti - QdS

No agli inceneritori Sì agli Energimpianti

Carlo Alberto Tregua

No agli inceneritori Sì agli Energimpianti

sabato 16 Dicembre 2017

Finirla di imbrogliare i siciliani

Il marasma dei rifiuti solidi urbani continua, conseguenza della disastrosa gestione degli ultimi tre presidenti della Regione.
Le Ato hanno accumulato 1,2 miliardi di debiti, le Srr non sono decollate, le discariche sono strapiene, ma nonostante ciò, in base a deroghe, continuano a essere sovrariempite: insomma, non si sa cosa fare di un prezioso carburante quali sono i rifiuti solidi urbani, che nelle regioni del Nord vengono utilizzati per produrre energia, biogas, biocarburante, materiali sottoasfalto e altro.
Di fronte al caos, fino alla chiusura della passata legislatura, nessuno ha voluto mettere mani all’unica soluzione, che è quella adottata in tutti i Paesi avanzati: l’installazione degli Energimpianti di ultima generazione, cioè a impatto ambientale prossimo allo zero.
Un dirigente regionale si è recato in Svizzera per vedere come sono questi impianti: non sappiamo se si sia recato a Giubiasco (Bellinzona) ove noi siamo già stati, già nel 2012, avendo realizzato il forum con il direttore generale dell’Azienda cantonale rifiuti, Claudio Broggini.
 
Non si capisce l’incapacità della Regione nel copiare modelli che funzionano molto bene, operativi da decenni, come il caso dell’impianto di Brescia, entrato in esercizio nel 1998, che grazie all’utilizzo degli Rsu produce calore per la città.
Anche nelle regioni del Nord vi sono gli ambientalisti, che non hanno mosso alcuna osservazione alla realizzazione di quegli impianti, attivi ormai da decenni. Non si capisce perché quelli isolani siano di parere opposto. In ogni caso, non sono loro che devono decidere la soluzione da adottare per evitare che la Sicilia diventi un’enorme discarica.
La raccolta differenziata è un bluff e una falsa soluzione, perché non è necessaria al fine del recupero delle materie prime dalla spazzatura, in quanto il processo industriale prevede proprio tale recupero.
Inoltre, convincere i cittadini a separare i rifiuti è un’impresa quasi impossibile: ciò è dimostrato dal fatto che nessun capoluogo siciliano si discosta da circa il 10% complessivo.
C’è da chiedersi perché non si adotti la vera soluzione, definitiva, che è appunto quella degli Energimpianti.
Sulla materia vi sono coloro che intossicano l’informazione perché proteggono gli interessi dei gestori delle discariche in quanto tali, molti dei quali, invece, sarebbero disponibili a costruire tali Energimpianti di ultima generazione.
Vi sono inoltre gruppi industriali, nazionali ed esteri, disposti a costruirne. Una delibera del Governo ne prevede sei in Sicilia e l’intesa Stato-Regione obbliga quest’ultima a costruirli.
Ma tutti questi impegni sono regolarmente disattesi a causa degli interessi occulti (ma non tanto) che vogliono mantenere lo status quo. Così la Sicilia è una delle cause principali del deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia di Lussemburgo con l’apertura di una procedura d’infrazione, i cui costi cadranno sul bilancio dell’Isola, almeno pro quota.
La Giunta Musumeci si trova questo problema insieme a tanti altri, come la disoccupazione, la povertà, il crollo delle opere pubbliche e dell’edilizia, il tasso infrastrutturale da terzo mondo, oltre quattrocento siti ad alto rischio idrogeologico e oltre novecento borghi da ristrutturare, che sarebbero un grande motore di ricchezza.
 
Se la Giunta Musumeci non affronterà di petto questi problemi, trovando in tempi brevi le soluzioni più avanzate tecnologicamente, e quindi più efficienti, il calvario iniziato oltre tre lustri fa continuerà a martoriare i siciliani, facendo scendere sempre più in basso l’Isola nella graduatoria fra le regioni europee.
Comprendiamo la prudenza del Presidente della Regione, che vuole ben capire i termini delle questioni, seppure egli abbia una lunga esperienza di Pubblica amministrazione e, come deputato regionale di livello, sia a conoscenza di quanto è avvenuto in Sicilia negli ultimi decenni.
Però, ora occorre finirla di imbrogliare i siciliani. Gli impegni presi durante la campagna elettorale devono essere onorati, se la parola onore ha ancora un senso per chi ci amministra. Se non c’è onore, non si capisce come possano farsi chiamare onorevoli i parlamentari siciliani.
Onore significa fare il proprio dovere e cioè servire i siciliani, non servirsene per fini personali.
 

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