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Messina – Censis: la città penultima in Italia fra molte problematiche rilevate

Francesco Torre

Messina – Censis: la città penultima in Italia fra molte problematiche rilevate

mercoledì 06 Gennaio 2010

La statistica studia l’evoluzione socio-economica e i criteri oggettivi dello sviluppo urbano. Un quadro desolante sull’alta densità urbana e la scarsa qualità ambientale

MESSINA – “Le città hanno bisogno di proposte e di progetti. Bisogna ricercare alcune linee guida su cui far convergere istituzioni, imprese, finanza, per una stagione di rinascita urbana, lavorando su alcuni temi chiave per il futuro”. è quanto sostiene il Rapporto 2009 del Censis sul Sistema urbano italiano, denominato “Metropoli per la ripresa”. La statistica, giunta ormai al suo ventesimo anno, si differenzia dalle altre in quanto studia l’evoluzione socio-economica delle città italiane non solo valutando criteri oggettivi come numerosità e peso demografico delle imprese, raccolta bancaria, dichiarazioni Irpef, struttura della popolazione, ma raccogliendo questi dati costruendo delle “zone di intervento”, ovvero delle proposte concrete di sviluppo per insiemi di città con simili caratteristiche.
“Ai vertici del sistema urbano – si afferma nell’introduzione generale al Rapporto – si va ormai affermando una “città contenitore”, sistema complesso che integra realtà urbane diverse attraverso le relazioni, la mobilità territoriale, lo scambio fra produzione di conoscenze e produzione di beni e servizi, il reticolo distributivo e logistico. Ad aree metropolitane costituite da un centro e un hinterland, si vanno sostituendo sistemi con una pluralità di capisaldi. In un tale contesto anche città medie crescono di rango e diventano omologhe alle grandi, almeno quanto a capacità di produrre ricchezza ed accumulare risorse”.
E Messina? è una città “giraffa”, ovvero una città- mercato del sud, dice sempre il Censis, che suddivide i centri urbani italiani in 6 macro-aree.
C’è chi sta meglio? Certo. Il sistema del rating del Censis prevede infatti al vertice i cosiddetti “Poli dei grandi sistemi – leoni”, e poi a scendere “Centri urbani competitivi – pantere”, “Città in transizione lenta – elefanti”, “Comunità urbane in crescita – gazzelle”, le giraffe e per ultime le “Città marginali – zebre”. Penultimi, quindi, in compagnia di Napoli, Palermo, Catania, Cagliari e Pescara.
Caratteristiche di tali “giraffe”? Alta densità urbana, elevata presenza di giovani, elevata concentrazione di funzioni commerciali e turistiche, livello dei valori immobiliari abbastanza elevato ma scarsa dinamicità del mercato. Di contro, dinamica migratoria negativa, bassa incidenza di stranieri residenti. Sul piano della qualità ambientale, elevato tasso di motorizzazione e scarso ruolo del trasporto pubblico, nonché bassa percentuale di raccolta differenziata. Un quadro desolante, insomma. Unica consolazione: l’anno scorso eravamo “anatre”, ovvero fanalini di coda. Quest’anno c’è persino chi sta peggio di noi.
 

 
Proposte. Energia, mobilità sostenibile e produzione
 
Messina – Se il compito del Rapporto è quello di sollecitare attenzione sul nuovo sistema di città e segnalare l’esigenza di tornare a progettare, andiamo a vedere quali sono i punti di intervento:
– Energia diffusa. Case, condomini, uffici pubblici, grandi strutture, possono diventare fonti distribuite di produzione di energia elettrica. Al di là degli effetti benefici sulle emissioni e sul consumo di fonti primarie, questa potrebbe rappresentare una funzione pedagogica per coinvolgere i cittadini verso comportamenti ambientalmente orientati;
‐ Mobilità sostenibile. Ripensare e riprogettare i corridoi della mobilità anche a scapito degli spazi dedicati all’auto, può sbloccare nel breve periodo l’effetto paralizzante del traffico veicolare;
‐ Nuovi spazi per la produzione attraverso la riallocazione e riaggregazione degli insediamenti industriali, nati con criteri spontaneistici, e con l’affiancamento ai poli della logistica.

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