Ars, nessuna intesa sulle commissioni - QdS

Ars, nessuna intesa sulle commissioni

Raffaella Pessina

Ars, nessuna intesa sulle commissioni

sabato 23 Dicembre 2017

Il presidente di turno Di Mauro ha rinviato i lavori a mercoledì 27 alle 12. Solo M5s ha formalmente presentato le proprie designazioni

PALERMO – Non si è concluso nulla nella seduta di ieri a Palazzo dei Normanni e i lavori sono stati aggiornati a mercoledì 27 dicembre. All’ordine del giorno vi era la composizione delle commissioni legislative parlamentari. Ma tutto rimane in sospeso, poiché la elezione dei vari consigli di presidenza è legata al completamento delle assegnazioni dei deputati alle 7 commissioni.
 
Tutto rinviato quindi, e ancora non si è potuto procedere alla approvazione del ddl del Governo sull’esercizio provvisorio, anche se il Presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè ha previsto che tale approvazione dovrebbe avvenire entro il 29 dicembre prossimo.
 
Tornando alle commissioni legislative, si è aperta la corsa dei deputati a quelle considerate più appetibili: la Bilancio e gli Affari istituzionali. La meno ambita potrebbe essere la commissione per i rapporti con l’Ue poiché i suoi pareri sono obbligatori ma non vincolanti per l’Aula. La maggioranza si è riunita solo in nella tarda mattinata di ieri, senza peraltro raggiungere una definizione della composizione delle commissioni.
 
Tensioni si sono verificate nel Pd che, dopo l’elezione del capogruppo Giuseppe Lupo, ha chiesto una rappresentanza adeguata per tutti i deputati nelle commissioni. Il Presidente vicario dell’Ars Roberto Di Mauro ha dunque rinviato la seduta d’Aula al 27 alle 12, dopo la pausa natalizia, tra i malumori del Movimento Cinque Stelle che peraltro punta alla Commissione Ambiente. Come si ricorderà nella passata legislatura a ricoprire la carica di Presidente della commissione è stato Giampiero Trizzino. La presidenza ha concesso una deroga, come da regolamento, per permettere la formazione del gruppo parlamentare di Sicilia futura, con solo due parlamentari, Nicola D’Agostino ed Edy Tamajo. Il capogruppo di Fratelli d’Italia è Antonio Catalfamo, gli altri componenti sono Elvira Amata, Antonio Galvagno e Giuseppe Zitelli. “Il nostro gruppo – ha detto Catalfamo – sosterrà con convinzione l’azione legislativa del presidente Musumeci e di tutta la squadra di Governo. Sono orgoglioso di rappresentare, nonostante la prima esperienza all’Ars, il gruppo più giovane per età anagrafica. Non siamo solo la novità anagrafica di questa aula, ma cercheremo di portare il nostro approccio concreto all’interno delle varie commissioni”.
 
Il gruppo Popolari e autonomisti ha indicato il loro capogruppo in Carmelo Pullara. Intanto il gruppo Misto ha eletto il suo Presidente, si tratta di Cateno De Luca, che ha lasciato l’Udc nei giorni scorsi. Il Misto è composto anche dal leghista Toni Rizzotto e dall’ex candidato Presidente della Regione per la Sinistra Claudio Fava. De Luca è stato eletto da due parlamentari su cinque. Non ha votato Claudio Fava, esponente di Cento passi per la Sicilia, mentre De Luca ha incassato il voto di Tony Rizzotto (Noi con Salvini), in rotta con la maggioranza dopo l’esclusione del movimento dalla Giunta di Musumeci. De Luca è stato fin da subito in forte polemica con il Presidente della Regione Nello Musumeci. “Musumeci dica chiaramente in Aula se vuole o meno i voti dei deputati che hanno processi in corso. è scandaloso che prima abbia ottenuto i voti e poi resti indifferente”. Il deputato, arrestato il 7 novembre per una presunta evasione fiscale e poi liberato, ha annunciato di voler tentare la scalata alla poltrona da primo cittadino di Messina.
 
Intanto l’ufficio stampa del Presidente dell’Ars torna sulla polemica scoppiata in merito alle dichiarazioni di Miccichè sul ripristino degli stipendi ai burocrati di Palazzo dei Normanni, dopo i tagli operati dalla precedente amministrazione. “Si è creato un vero e proprio vespaio di polemiche. Inutili, più che pretestuose – viene scritto nella nota – Infatti, l’adozione del tetto massimo di 240 mila euro lordi per gli alti dirigenti dell’Ars, per la durata di tre anni, altro non è che l’adeguamento ad una analoga delibera adottata dal Senato della Repubblica, da sempre riferimento normativo del Parlamento siciliano”.
 
In pratica una riduzione “una tantum” e non a effetto indeterminato. “Se a Palazzo Madama – conclude la nota – dovessero decidere per la prosecuzione del taglio, l’Ars non avrebbe alcuna remora ad adeguarsi”. Infine il vice Presidente dell’Ars Gaetano Armao, e il coordinatore Rino Piscitello hanno annunciato la nascita dell’Unione dei Siciliani. Si tratta di un movimento che nasce dalla confluenza dei movimenti Sicilia Nazione, del Movimento Nazionale Siciliano e dell’Unione dei Siciliani Indignati. “La nostra indipendenza si chiama Statuto e pretendiamo che venga applicato – ha detto Piscitello – Vogliamo siglare con l’Italia un nuovo e moderno patto federativo che preveda l’affermazione (attualizzata, responsabile ed estensiva) di tutti i diritti previsti nello Statuto siciliano e che sappia andare oltre quei diritti”. Il 12 e 13 gennaio è prevista a Palermo la Convention del movimento.

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