La mafia vista dagli studenti - QdS

La mafia vista dagli studenti

redazione

La mafia vista dagli studenti

sabato 23 Dicembre 2017

Indagine di Enrica Amoroso, tra i dieci giovani palermitani premiati dalla Fondazione Falcone. Dalle ricerche è emersa anche una scarsa conoscenza del fenomeno

PALERMO – La stragrande maggioranza degli studenti palermitani (l’82,9%) percepisce la mafia come un fenomeno negativo. Ma in tanti, troppi, soprattutto nei quartieri periferici della città, ancora sostengono che sia "bella e giusta". A raccontare come Cosa nostra venga vissuta dagli alunni delle scuole medie e superiori della città è il lavoro di una giovane palermitana laureata in Giurisprudenza, Enrica Amoroso, che ha vinto una delle borse di studio della Fondazione Giovanni Falcone finanziate dalla Regione siciliana per i dieci migliori progetti di ricerca presentati da giovani laureati in Giurisprudenza con 110 e lode.
 
"La nostra Fondazione ha come scopo fondamentale quello di fare capire ai ragazzi cosa significa la mafia, cosa ha significato nel passato e che cosa può significare nel futuro. Spiegare la categoria mafia non è stato semplice in questi anni, ma lo abbiamo fatto in tutta Italia e a Palermo in particolare", ha detto Maria Falcone, sorella del giudice ucciso da Cosa nostra e presidente della Fondazione.
 
"Le scuole che partecipano al progetto di educazione alla legalità della Fondazione sono tante, – ha aggiunto – ma come abbiamo potuto rilevare da questo studio emerge, tra l’altro, questa differenza di percezione del fenomeno mafia tra i quartieri ‘bene’ della città e i quartieri periferici. Ciò mette in evidenza quello che in parte già sapevamo: cioè l’esigenza di agire maggiormente in alcuni territori per evitare il divario".
 
Dieci in tutto i premiati a cui sono stati assegnati 7 mila euro ciascuno. I lavori realizzati hanno affrontato diverse tematiche: dal coinvolgimento dei minori nella criminalità organizzata, al traffico di uomini e la tratta dei minori, alle infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione e nella sanità. E ancora dalla mafia nigeriana e il suo patto con Cosa nostra, al caso Contrada e all’attualissimo tema del "deep web" e della nuova frontiera della criminalità organizzata nell’era del digitale.
 
A illustrare i progetti sono stati gli stessi autori nel corso di una cerimonia che si è svolta ieri, alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, alla presenza dell’assessore regionale alla Formazione Roberto Lagalla, esponenti delle forze dell’ordine, la presidente della Fondazione Maria Falcone il segretario generale Leonardo Guarnotta e il vicepresidente Giuseppe Ayala.
 
Durante la manifestazione i ragazzi hanno "raccontato" obiettivi e risultati delle loro ricerche. Ed è venuto fuori, ad esempio, che se è certamente aumentata nei giovani palermitani la percezione del disvalore del fenomeno mafioso, restano ancora troppi quelli che mantengono una visione positiva della criminalità organizzata soprattutto in alcune zone della città come il quartiere Brancaccio.
Dal questionario anonimo, di 20 domande, sottoposto a 1.431 alunni di scuole medie e superiori delle otto circoscrizioni della città, emerge, poi, un’allarmante e generalizzata mancanza di conoscenza di aspetti fondamentali del fenomeno mafioso. Solo 191 studenti (il 13,3% del campione analizzato) ad esempio hanno affermato di parlare spesso di mafia, 523 (il 36,5%) di parlarne ogni tanto, 472 (il 33%) di parlarne raramente ed infine 216 (il 15,1%) di non parlarne mai.
 
Ventinove intervistati (il 2%) non ha risposto alla domanda. Una carenza di informazione che diventa tangibile nelle risposte dei ragazzi su personaggi noti della mafia e dell’antimafia.
 
La stragrande maggioranza degli intervistati (in certi quartieri fino al 98%) sa chi erano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, mentre in pochi sanno rispondere a domande su personaggi a loro meno vicini nel tempo come il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, sconosciuto al 43% degli studenti della scuola Alberico Gentili, nel "salotto buono" della città.
 
Inquietante poi che in diverse zone, come Brancaccio Oreto, l’88% dei ragazzi non sappia dire se il latitante Matteo Messina Denaro sia un mafioso o un personaggio che combatte la mafia.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017