Siccità, un anno da dimenticare, ma la vera calamità sono le reti - QdS

Siccità, un anno da dimenticare, ma la vera calamità sono le reti

Rosario Battiato

Siccità, un anno da dimenticare, ma la vera calamità sono le reti

sabato 30 Dicembre 2017

Danni all’agricoltura: da Regione ok a richieste di risarcimento per 500 mln. Uno spreco senza investimenti. Record per interruzione del servizio. Ispra: “Rischio infiltrazioni acque contaminate”

PALERMO – Infrastrutture incomplete, condutture fatiscenti e interruzioni del servizio. L’anno che si sta per chiudere lascia una pesante eredità al nuovo governo regionale che dovrà gestire e superare una vera e propria emergenza idrica che condiziona pesantemente le attività produttive, l’equilibrio ambientale e la quotidianità di migliaia di cittadini.

Sono state sette le delibere approvate dalla Giunta regionale, lo scorso 18 dicembre, per tamponare le complicate situazioni climatiche che, già dalla scorsa estate, hanno messo a dura prova l’agricoltura isolana. Si tratta delle proposte di declaratoria del “carattere di eccezionalità dell’evento avverso siccità” e altri aspetti legati al caldo, nella maggior parte dei casi, e delle “gelate”, per un caso. Le proposte declaratorie saranno inoltrate al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Coinvolte le province di Agrigento (tra il 15 giugno e il 20 settembre), Caltanissetta (tra 1 aprile e 20 settembre), Catania (tra la primavera 2017 e il 20 settembre), Ragusa e comune di Rosolini (tra il 10 aprile e il 20 settembre), Siracusa (tra aprile e il 20 settembre), Trapani (tra la primavera 2017 e il 20 settembre). Ultimo provvedimento riguarda le gelate che si sono verificate nei primi venti giorni del mese di gennaio nel territorio della provincia di Siracusa.
 
Specifiche sono le richieste, perché i danni causati dai cambiamenti climatici hanno un peso economico non indifferente. Ad Agrigento registrate perdite per 65 milioni di euro (totale della produzione lorda vendibile pari a 208 milioni di euro) e richiesta di fabbisogno finanziario pari a 52,4 milioni di euro, cifra simile nel nisseno con danni per 68 milioni e richiesta di 54 milioni di euro. La provincia di Catania ha registrato perdite per mancata produzione pari a 340,9 milioni e una richiesta di fabbisogno finanziario pari a 272 milioni di euro. Per il ragusano e il comune di Rosolini, a fronte di perdite conteggiate in 62,9 milioni di euro, il fabbisogno finanziario è stimato intorno a 35 milioni di euro. Numeri elevati anche nella provincia aretusea che ha visto siccità e colpi di sole determinare perdite per 224 milioni di euro e un fabbisogno finanziario da 70 milioni di euro.
 
Ultimo capitolo, non legato alla siccità eppure nell’ambito dei mutamenti climatici, è il provvedimento relativo alle gelate di gennaio che hanno causato, nel territorio di Siracusa, perdite per mancata produzione pari a 187 milioni di euro e una richiesta di fabbisogno pari a circa 33 milioni di euro.

Un dramma esteso perché la penuria di acqua si associa alle carenze strutturali degli invasi – diverse le incompiute nel settore idrico siciliano – che non riescono a intercettare l’acqua piovana e alle perdite di rete, calcolate come differenza tra acqua immessa in rete e acqua erogata e valutate con opportuni indicatori. Per “compensare i volumi idrici dispersi nelle reti richiedono”, come specifica l’Ispra, “un aumento del prelievo di acqua alla fonte: se ciò è possibile ne consegue un maggiore sfruttamento delle fonti di approvvigionamento, a volte innescando situazioni di criticità ambientale”. Bisogna inoltre rilevare, ricorda l’Ispra, che “l’interruzione dell’erogazione dell’acqua può mandare in depressione le condotte con conseguente infiltrazione di acque contaminate dal sottosuolo, innescando importanti problemi sanitari”.
 
Servono, insomma, nuovi investimenti, anche perché le perdite di rete in diversi comuni capoluogo dell’Isola superano il 50% e ci sono diverse aree, soprattutto nel palermitano, nell’agrigentino e nel nisseno, che mantengono la turnazione del servizio idrico, facendo registrare alcuni tra i più elevati giorni di interruzione tra i comuni nazionali.

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