Mobilità in bici, ogni Regione dovrà avere un Piano triennale - QdS

Mobilità in bici, ogni Regione dovrà avere un Piano triennale

Rosario Battiato

Mobilità in bici, ogni Regione dovrà avere un Piano triennale

giovedì 04 Gennaio 2018

Via libera alla Legge quadro: previsto un investimento complessivo da mezzo miliardo in sei anni. Il settore vale venti milioni di pernottamenti in Ue per un giro d’affari da 44 miliardi

PALERMO – Alla fine di dicembre, in seguito al via libera della Camera, la Commissione Trasporti del Senato in sede deliberante ha approvato all’unanimità la Legge Quadro sulla mobilità ciclistica. Un tassello essenziale che diventa riferimento normativo anche per il piano nazionale delle ciclovie, con i relativi finanziamenti, e che pertanto indirizza l’Italia sulla strada della mobilità dolce. Per la legge è previsto un budget complessivo da 500 milioni che saranno spalmati in sei anni.

Diverse le novità previste: in primo luogo c’è il Piano generale della mobilità ciclistica da approvare entro sei mesi e da adottare in coerenza con il sistema nazionale delle ciclovie turistiche e con i programmi per la mobilità sostenibile finanziati. Il Piano dovrà essere strutturato seguendo due specifici settori di intervento: sviluppo della mobilità ciclistica in ambito urbano e metropolitano e sviluppo della mobilità ciclistica su percorsi definiti a livello regionale, nazionale ed europeo.
 
Si struttura per un triennio e prevede, tra le altre cose, la definizione, per ciascuno dei tre anni del periodo di riferimento, degli obiettivi annuali di sviluppo della mobilità ciclistica, da perseguire in relazione ai due distinti settori di intervento; l’individuazione delle ciclovie di interesse nazionale che costituiscono la Rete ciclabile nazionale “Bicitalia”, la rete infrastrutturale integrata nella rete ciclabile transeuropea Eurovelo; la definizione del quadro di spesa, per ciascuno dei tre anni del periodo di riferimento. Il piano può anche essere aggiornato annualmente.
 
Un impegno che richiederà un supporto a livello locale, in quanto le Regioni “predispongono e approvano – si legge nel testo – con cadenza triennale, in coerenza con il piano regionale dei trasporti e della logistica e con il Piano nazionale della mobilità ciclistica, il piano regionale della mobilità ciclistica”.
 
Il piano regionale della mobilità ciclistica “individua gli interventi da adottare per promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative nel territorio regionale”. In questo senso vengono chiamati in causa anche i piani urbani della mobilità sostenibile dei comuni, che appunto forniscono la base di quello regionale. Il provvedimento è stato fortemente voluto dalle associazioni di settore che hanno materialmente contribuito a scrivere la legge, come la Fiab, federazione italiana amici della bicicletta.

Una notizia che ha soddisfatto anche il ministro Delrio: “È uno scatto culturale e nella pianificazione delle opere, per il quale il nostro Paese è pronto e di cui dobbiamo ringraziare tutti i Parlamentari con i quali abbiamo collaborato, a partire dal relatore Paolo Gandolfi e al sindaco e presidente dell’Anci, Antonio Decaro”. Proprio alla fine dello scorso anno, inoltre, il ministro ha annunciato la firma su un decreto che fornisce “14,8 mln alle Regioni per 70 percorsi e piste ciclabili in sicurezza”. La Legge di bilancio ha previsto per le prossime tre annualità investimenti sostanziosi per la realizzazione di itinerari turistici ciclo pedonali: 73 mln nel 2018, 45 ciascuno per il 2019 e per il 2020.
 
Le ciclovie turistiche sono un grande affare per le tasche delle attività produttive e per la qualità della vita. Se ne sono accorti anche in Sicilia dove lo scorso settembre sono stati approvati dieci progetti di messa in sicurezza di percorsi ciclabili e pedonali per un valore di 800 mila euro, mentre lo scorso agosto Mit, Mibact e Regioni, tra cui anche la Sicilia, avevano firmato i protocolli di intesa delle ciclovie del Garda, della Magna Grecia (Sicilia, Calabria e Basilicata) e della Sardegna.
 
Un tentativo per intercettare un volume d’affari che in tutta Europa vale due milioni di viaggi e venti milioni di pernottamenti per un totale di 44 miliardi di euro.

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