Esercizio provvisorio, no a ricorso su voto Ars - QdS

Esercizio provvisorio, no a ricorso su voto Ars

Raffaella Pessina

Esercizio provvisorio, no a ricorso su voto Ars

martedì 09 Gennaio 2018

Contestato accertamento del numero legale ma il ddl era stato approvato. Siragusa: “Chieste regole certe per accertamento in futuro”

PALERMO – Sulla votazione dell’esercizio provvisorio all’Ars del 29 dicembre scorso non verrà presentato alcun ricorso da parte del gruppo Movimento Cinquestelle. “Abbiamo chiesto la convocazione della commissione per il Regolamento – ha detto Salvo Siragusa, deputato questore che abbiamo intervistato al telefono – che si dovrà riunire per stabilire regole certe sulla presenza dei deputati in Aula e su come accertare il numero legale dei deputati al momento di una votazione”.
 
Il passato insomma è servito da spunto per porre rimedio ad alcune incomprensioni dovute ad interpretazioni diverse del regolamento interno. La polemica era scoppiata a Sala D’Ercole quando è stato votato il ddl del Governo sui tre mesi dell’esercizio provvisorio. Il Presidente dell’Ars Gianfranco Micciché infatti aveva ritenuto valida la votazione poiché il numero legale sarebbe stato calcolato in base alla presenza dei deputati in Aula rilevata dai tesserini inseriti negli scranni e non dal voto effettivo del parlamentare. La soglia del numero legale era di 33 deputati. Il Presidente non ha tenuto conto che i voti erano 31, ma ha considerato i 60 tesserini inseriti dall’inizio della seduta. “Quindi per quel che mi riguarda – ha detto Micciché – facendo riferimento anche dei precedenti al Parlamento nazionale, la votazione è in numero legale. E il ddl è approvato”.

Durissime le reazioni del rappresentanti del Movimento di Beppe Grillo: la capogruppo Valentina Zafarana l’ha definita “l’Ars delle banane” ed ha aggiunto: “Micciché ha calpestato il regolamento, così si comprime la democrazia. Mai visto nulla di simile”. Zafarana, assieme al vicepresidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri e al capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, hanno dato vita ad una conferenza stampa improvvisata a chiusura dell’Aula per denunciare il “vergognoso comportamento” del Presidente dell’Ars Miccichè che ha consentito l’approvazione del ddl senza numero legale. “La prima legge di questa legislatura è andata in porto col trucco – ha concluso Zafarana – Peggio di così l’era Musumeci non poteva cominciare”.
 
“ Non si è mai visto – ha detto Cancelleri – che la presenza in aula venga determinata dal numero dei tesserini, è sempre stata calcolata dal numero dei voti, tanto è vero che quando si effettua la verifica del numero legale si chiede di votare con uno dei tre tasti: il rosso, il verde o il bianco”.
 
Il Presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, ha chiarito “Di non avere improvvisato e di non aver violato il regolamento dell’Ars. “Ai fini della determinazione del numero legale – ha sottolineato Micciché – ho studiato e mi sono rifatto alla prassi parlamentare utilizzata durante la XIII legislatura dal Presidente della Camera Luciano Violante che, per il calcolo del numero legale considerava presenti in Aula anche coloro che non avevano attivato il dispositivo elettronico. Un’interpretazione – ha concluso – che ha capovolto la linea di ragionamento utilizzata fino a quel momento”.
 
Vediamo cosa recita il regolamento interno dell’Ars: all’art 86 è scritto che “Per verificare se l’Assemblea sia in numero legale, si fa uso del procedimento elettronico di voto. In caso di difetto dei relativi dispositivi, si procede per appello nominale. 2. I deputati che non abbiano ancora prestato giuramento o che siano in congedo, ovvero assenti per incarico avuto dall’Assemblea o siano stati esclusi ai sensi degli articoli 90 e 91, non sono computati per l’accertamento del numero legale. 3. I congedi che superino il decimo del numero dei deputati, non si computano agli effetti della determinazione del numero legale. 4. I nomi degli assenti, che non siano in regolare congedo, sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Regione e riportati nel resoconto. 5. Il quorum è stabilito nella maggioranza dei deputati computati come sopra, a meno che non sia diversamente prescritto”.
 
I Cinquestelle chiederanno nella prima seduta della commissione per il regolamento una operazione chiarezza su “Come si dovrà rilevare il numero legale e quindi la maggioranza in Aula, per evitare rilevazioni “spannometriche”- come ha ribadito Siragusa – per avere regole certe a cui attenersi”. Nessun ricorso quindi che potrebbe portare a conseguenze disastrose per tutti coloro che sono appena stati eletti: un annullamento della votazione (peraltro impossibile poiché il Presidente dell’Ars ha dichiarato la votazione valida e il ddl approvato), avrebbe il significato di rendere nulla l’approvazione dell’esercizio provvisorio e il blocco comunque della spesa. Certamente più produttivo sarà apportare modifiche al regolamento che consentano di condurre agevolmente le votazioni nel corso della legislatura.

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