C'è chi perde la testa anche se attaccata al collo - QdS

C’è chi perde la testa anche se attaccata al collo

Carlo Alberto Tregua

C’è chi perde la testa anche se attaccata al collo

mercoledì 10 Gennaio 2018
Joseph-Ignace Guillotin (1738-1814), medico e politico, inventò la Ghigliottina, adottata dall’Assemblea il 22 marzo 1792 quale strumento esecutorio della pena capitale. La Ghigliottina è uno strumento che stacca di netto la testa dal collo.
Non è, però, detto che funzioni bene chi abbia il capo attaccato al collo. Non è infrequente, infatti, perdere la testa sebbene continui a essere saldamente attaccata al resto del corpo.
Perché questo accade? Probabilmente per mancanza di autocontrollo ed anche per una bassa autostima. Ambedue i difetti derivano dalla circostanza che una persona, crescendo, non ha cercato di capire come funziona la vita in tutte le sue sfaccettature e non si è adeguatamente addestrata ad affrontare le vicessitudini che sono negative in maggioranza.
C’è chi dice che agisca di istinto. Questo non è male perché bisogna seguirlo, ma dopo averlo interpretato. Il cosiddetto sesto senso, che molti ritengono inesistente, in effetti c’è: bisogna abituarsi a sentirlo bene.
 
Istinto e sesto senso sono al di fuori della razionalità. Ognuno di noi sente un impulso non giustificabile che lo spinge a fare o a non fare certe cose, a prendere o a non prendere una iniziativa. Non sa bene perché. In questo caso, cosa fare? Seguire l’impulso o non seguirlo?
Ecco che interviene la razionalità. Ecco che bisogna fare ricorso alla ragione. Ecco che bisogna interpellare la conoscenza degli altri perché spesso quella propria è molto limitata.
Chi ha le batterie cariche di conoscenza, perché ha provveduto a tenere innestata la spina nella presa del sapere, ha più probabilità di capire meglio le vicende e quindi di intepretare il sesto senso alla luce del ragionamento.
Qualcuno potrebbe obiettare che istinto e ragione non vanno d’accordo. Invece, bisogna sforzarsi di trovare il legame o il comune denominatore, per cui le nostre azioni sono frutto di una ponderata valutazione delle ragioni e, contestualmente, dell’impulso irrazionale che sentiamo.
Riteniamo di scrivere cose semplici perché quelle complicate non sono di facile comprensione.
Insomma, la nostra mente, che è prodigiosa, va usata sempre e comunque.
L’autocontrollo consente di evitare il panico, che prende chi ha paura, tanta paura. Ora, aver paura di un pericolo è naturale ed istintivo. Non bisogna vergognarsi di aver paura. Diceva Franklin Delano Roosevelt (1882-1945) che “L’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”.
Il coraggio non è il contrario della paura, ma è la forza dell’intelligenza che prende atto dei pericoli e si pone l’obiettivo di affrontarli nel miglior modo possibile, tentando di avere il minor danno conseguente.
Ma questo comportamento non è comune perché la maggior parte delle persone, invece, non segue questo binario ma si lascia prendere dalle negatività, immaginando uno scenario spesso peggiore di quello reale.
Ci riferiamo ai catastrofisti, a quelli che vedono sempre nero, che fanno presagi negativi; insomma, a coloro che negano che il sole splenda, riscaldi e dia vita; ovvero, in qualche caso addirittura pensano che se non ci fosse l’atmosfera il sole ci brucerebbe vivi. Abbasso il sole, dunque!
 
Tenere la testa sul collo senza perderla è un modo di dire di chi è presente a se stesso, di chi guarda la realtà con occhi vivi, di chi vince la propria paura e di chi trova in se stesso il coraggio di superarla.
Tutti noi da giovani, a scuola o all’università, dovremmo fare corsi di training autogeno. Conosceremmo meglio il nostro corpo e la nostra mente, gli impulsi che sentiamo e che spesso subiamo, trasformandoci da persone pensanti in animali che non lo sono affatto; neanche i cani sono intelligenti perché non sono dotati del pensatoio.
Sono le esagerazioni delle persone che li umanizzano perché hanno al proprio interno la solitudine che li porta a cercare compagnia, sempre e continuamente, in altri, perfino nei cani con i quali dialogono spesso come fossero persone.
Questa analisi vuole essere costruttiva. Intende dare alcune semplici indicazioni, non solo perché la testa resti attaccata al collo – d’altronde l’ultima esecuzione con Ghigliottina in Francia è datata 10 settembre 1977 – ma perché continui a pensare, a riflettere, a incamerare conoscenza e quindi a prendere giuste decisioni.

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