Contratto regionali, al via le trattative il 16 gennaio - QdS

Contratto regionali, al via le trattative il 16 gennaio

Raffaella Pessina

Contratto regionali, al via le trattative il 16 gennaio

sabato 13 Gennaio 2018

Ragioneria dello Stato: guadagnano circa 9.000 € in più dei ministeriali. Milazzo (Fi): “Non sono privilegiati” ma i dati lo smentiscono

PALERMO – Forza Italia interviene sulla necessità di adeguare le condizioni contrattuali dei dipendenti regionali siciliani. In una nota Giuseppe Milazzo, capogruppo di Fi all’Ars, auspica che l’incontro di martedì prossimo con l’Aran, l’Agenzia rappresentanza negoziale pubbliche amministrazioni, porti ad una soluzione definitiva sugli adeguamenti contrattuali.

“Il rinnovo contrattuale dei dipendenti Regionali è fermo da oltre dieci anni – ha detto Milazzo – e i dipendenti regionali pagano lo scotto delle riforme fatte dal precedente governo. In passato, abbiamo assistito a interventi fatti da un legislatore spesso disattento lontano dalle reali esigenze dell’amministrazione, dei lavoratori, attento soltanto ad effettuare tagli lineari a discapito dei servizi da erogare ai cittadini”.
 
In realtà le trattative con l’Aran erano iniziate verso la fine della legislatura e si era giunti ad una preliminare intesa che prevedeva un aumento di 85 euro lordi al mese. Un rinnovo che copre il triennio 2016/2018. L’intesa era stata firmata dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Confsal (mentre non hanno firmato Usb, Cgs e Cisal).
 
Ma Milazzo si spinge oltre, sottolineando che: “I dipendenti Regionali non sono più dei privilegiati, anche il loro sistema pensionistico è stato modificato; adesso è equiparato a quello degli statali”. In realtà a metà perché i dipendenti regionali hanno una retribuzione media complessiva nettamente superiore a quella dei colleghi delle altre regioni italiane e, addirittura, dei dipendenti ministeriali. I dati sono evidenziati dall’ultimo rapporto della Ragioneria generale dello Stato. Secondo l’analisi, i dipendenti regionali siciliani guadagnano mediamente quasi 39 mila euro l’anno, ben 9 mila euro in più dei colleghi ministeriali. Inoltre i dipendenti delle regioni a statuto speciale, quindi dotate di una struttura politico-amministrativa simile a quella della Sicilia, guadagnano mediamente oltre i 35 mila euro, mentre gli impiegati delle regioni a statuto ordinario hanno una retribuzione media di 29 mila euro l’anno, in linea con quella dei ministeriali.
 
 
A certificare il preoccupante aumento dei costi del personale regionale è stata la sezione di controllo della Corte dei Conti che ha parlato di costi elevati anche in relazione alla spesa per i trattamenti pensionistici. Altra criticità registrata dai magistrati contabili è stata la mancanza di un piano aziendale che preveda carichi di lavoro precisi e trasferimenti d’ufficio resi impossibili dall’assenza di una banca dati aggiornata. La Corte dei Conti aveva peraltro rilevato il ritardo del necessario processo di revisione della struttura retributiva e di blocco di “una vera riforma dell’ordinamento del personale ispirato a criteri meritocratici. E in questo senso interviene Milazzo, ribadendo che ci vuole: “Discontinuità con il recente passato”. “Serve una svolta – ha detto Milazzo – e un risanamento della pubblica amministrazione perché oggi, la macchina amministrativa, è spesso incapace di fornire adeguati servizi a cittadini e imprese. Questa è un’occasione per dare le giuste risposte ai lavoratori che da anni aspettano un rinnovo contrattuale necessario per migliorare sia la qualità del lavoro che quella dei servizi erogati”.
 
Parallelamente agli stipendi dei regionali vi sono quelli dei dipendenti dell’Ars, che a più riprese sono stati presi di mira perché troppo alti. Con l’avvento della nuova legislatura e con il nuovo Presidente dell’Assemblea regionale Micciché, si sta aprendo una nuova stagione, soprattutto per i dirigenti che nella passata legislatura si erano visti mettere un tetto agli stipendi, mentre ora la tendenza sembra essersi ribaltata, previo un incontro del Presidente Miccichè con i sindacati di categoria. Argomento quest’ultimo che è anche diventato motivo di scontro tra deputati regionali e non, come è accaduto recentemente tra l’ex governatore della Sicilia Crocetta e Daniela Santanchè di Fratelli d’Italia, che nel corso di una trasmissione si sono scambiati battute di fuoco proprio in merito agli stipendi dei dipendenti dell’Ars.

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