La politica è competenza o vuota demagogia - QdS

La politica è competenza o vuota demagogia

Carlo Alberto Tregua

La politica è competenza o vuota demagogia

mercoledì 17 Gennaio 2018

Governare è cosa seria

Gli eletti al Parlamento, ai consigli regionali e comunali, accusati giustamente in molti casi di non aver mai concluso niente nella vita e di essersi rifugiati su uno scranno d’oro per molteplici circostanze favorevoli, rivendicano la competenza della politica. Cioè a dire, che per esercitare questa sorta di professione, bisogna essere competenti.
Anche la politica è una competenza, sostengono costoro. Ma non si accorgono che si danno la zappa sui piedi, perché significherebbe che per muoversi in quell’agone, bisognerebbe possedere le competenze.
Esse non si acquisiscono gratuitamente: ci vogliono anni, forse decenni di apprendimento e di esperienza, duri sacrifici da dedicare a letture di ogni tipo, partecipazione a corsi di formazione e a seminari. E poi, imparare la Costituzione a memoria, acquisire almeno i rudimenti di formazione delle leggi, oltre che sapere cosa serve a una comunità piccola o grande (c’è differenza), per attuare i principi etici di equità e giustizia.
 
La politica è la scienza e l’arte di governare, cioè la teoria e la pratica che hanno per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica. Dunque, occorre conoscere la teoria e bisogna far pratica nelle materie indicate. Sottolineiamo soprattutto l’organizzazione che è quella scienza fondamentale che consente di mettere insieme gli elementi per raggiungere determinati scopi.
La teoria aristotelica dell’uomo come “animale politico” rappresenta la riflessione sulla civiltà greca. Da lì bisognerebbe partire per arrivare ai nostri giorni sapendo che, pur nelle profonde mutazioni dell’umanità di questi ultimi ventiquattro secoli, i principi etici prima citati non sono cambiati.
Vogliamo anche evidenziare il concetto di politica economica, cioè lo studio dei vari orientamenti che assume l’intervento statale nella vita economica e dei loro probabili effetti.
Come si deduce da quanto precede, numerosissime sono le competenze necessarie per occuparsi di entrambe, politica e politica economica.
Come può uno sprovveduto, ignorante, che non ha mai concluso niente nella vita, esercitarle?
 
La demagogia è il metodo di dominare le masse lusingando le loro aspirazioni, specialmente economiche, con promesse o provvedimenti che in ultima analisi non servono al bene delle masse, quanto al mantenimento del dominio dei demagoghi su loro.
In questa definizione vi è tutto quello che c’è da sapere al riguardo. Essa rappresenta la fotografia di tanti ciarlatani che attraverso i mass media blaterano promesse, insultano, attaccano, anche facendo finta di essere arrabbiati, pur di impressionare l’opinione pubblica che, avendo poca conoscenza degli argomenti che ode, non è in condizione di muovere adeguata critica, se non quella istintiva dei quattro amici al bar.
I cittadini, che sono bersagliati da vuote parole senza competenze, però, si accorgono che le cose non funzionano, che i servizi pubblici sono disastrosi, che i poteri forti assorbono risorse indebitamente, che molti tirano il lenzuolo dal proprio lato scoprendo gli altri, con la conseguenza che non vanno a votare, con ciò violando il proprio diritto democratico.
 
Non è astenendosi dal dovere etico del voto che il cittadino deluso può tentare di cambiare le cose. Ma partecipando attivamente alla vita pubblica con manifestazioni, raccolta di firme, proteste civili e, soprattutto, scrivendo ai quotidiani che sono sempre stati lo strumento di collegamento tra loro e le istituzioni.
Lo stesso non può dirsi con le televisioni, perché esse si occupano più del corrente e della cronaca di tutti i giorni che non dei necessari approfondimenti e dei servizi che spieghino i retroscena e illustrino i comportamenti disdicevoli di chi è approdato allo scranno pubblico indebitamente, senza avere alcun titolo.
Scriveva Ennio Flaiano (1910-72): La madre dei cretini è sempre gravida. Tali gravidanze si moltiplicano a dismisura e il numero dei cretini aumenta. Ma essi votano come gli intelligenti. Gli ignoranti votano come i colti. Sappiamo che questa è la democrazia, ma non possiamo non segnalarne i limiti.
La democrazia greca impediva a chi non aveva certi requisiti di esprimere il voto. Però sappiamo che è impossibile importarla ai nostri giorni. Perciò tentiamo di migliorare quella che abbiamo, con determinazione e inteligenza.

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