Arance siciliane, un piano mirato per essere più forti sul mercato - QdS

Arance siciliane, un piano mirato per essere più forti sul mercato

Redazione in collaborazione con Confagricoltura Catania

Arance siciliane, un piano mirato per essere più forti sul mercato

Il presidente di Confagricoltura Catania, Giovanni Selvaggi, al Mipaaf per discutere delle emergenze del settore

CATANIA – “Siamo nel pieno di una crisi, l’ennesima, del settore agrumicolo con prezzi bassissimi e problemi antichi di carattere fitosanitario per i quali non si riesce ad intervenire in modo deciso e risolutivo”, lo afferma il presidente di Confagricoltura Catania, Giovanni Selvaggi, protagonista insieme ai rappresentanti di settore di una riunione al Mipaaf tenutasi pochi giorni fa, alla presenza del sottosegretario all’agricoltura Giuseppe Castiglione.
 
“Il nostro settore deve ottenere un piano mirato capace di far forte sui mercati l’offerta di arance siciliane, specie quelle con caratteristiche organolettiche riconosciute come uniche, di portare anche una consistente diminuzione dei costi di produzione per gli imprenditori agricoli, di mettere in campo una lotta serrata ai furti nelle nostre campagne, che sono un altro flagello con cui ci troviamo a fare i conti, e infine di riformare il sistema dei consorzi irrigui che, come tutti ben sanno, continuano a far acqua da tutte le parti tranne dove serve davvero” – continua Selvaggi. “Purtroppo gli interventi che il Ministero ha annunciato di voler attuare in favore del settore sono insufficienti per affrontare i nodi dell’agrumicoltura”. “Le emergenze e la crisi con cui ci confrontiamo non possono essere certo affrontate con appena 2 milioni di euro, il ritiro di 4.500 tonnellate di arance e un piano di comunicazione e pubblicità di cui ancora nulla è stato definito”, aggiunge il rappresentante degli imprenditori agricoli catanesi.
 
“Apprezziamo la buona volontà del sottosegretario Castiglione nel voler dare un sostegno immediato agli imprenditori, ma deve essere chiaro che quanto preventivato dal ministero delle politiche agricole non è risolutivo per il comparto agrumicolo”.
“Per risollevare le sorti di un comparto che da troppi anni soffre di problemi strutturali irrisolti, trattati sempre con politiche emergenziali, stavolta c’è bisogno di agire concretamente attuando , ad esempio, un piano di sostegno al rinnovamento degli impianti produttivi colpiti da fitopatie e dall’ormai famoso Citrus Tristeza Virus.
 
“Dai rappresentanti nazionali di Confagricoltura per il settore agrumicolo è stato, ad esempio proposto un fondo di garanzia Ismea per il preammortamento (di durata di quattro anni) per i reimpianti”. “È un’ottima idea che speriamo sia attuata così come andrebbero attuate azioni a livello interprofessionale per definire la programmazione della produzione, nell’interesse dell’intera filiera”, spiega Selvaggi.
 
“Un discorso a parte merita poi un tema che mi sta particolarmente a cuore; quello delle reti idriche e degli invasi”.
“Reti e invasi hanno bisogno di un piano di ammodernamento non più rinviabile”. “La rete colabrodo disperde gran parte dell’acqua raccolta e se questo è un problema grave negli anni in cui non manca la pioggia, diventa drammatico negli anni di siccità”. “Oltre all’ammodernamento degli impianti penso che serva cambiare politica di gestione delle acque”, spiega ancora il presidente di Confagricoltura Catania. “Chi usufruisce dell’acqua, chi dell’acqua ha bisogno deve essere il protagonista delle scelte e non solo il contribuente da spremere”.

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