Di Maio: "Convergenze possibili su temi, non su poltrone" - QdS

Di Maio: “Convergenze possibili su temi, non su poltrone”

Raffaella Pessina

Di Maio: “Convergenze possibili su temi, non su poltrone”

sabato 03 Febbraio 2018

Elezioni: senza maggioranza, apertura possibilista di Luigi Di Maio. Il candidato premier del M5s ieri in visita a Catania

PALERMO – L’astensionismo alle prossime elezioni nazionali è il fenomeno che preoccupa di più in assoluto. Lo conferma l’ultima stima delle intenzioni di voto, raccolta da Swg tra il 29 e il 31 gennaio scorsi, secondo cui il 36,9% di elettori non si esprime, segno che ha perso interesse nei confronti della politica. Secondo lo stesso studio, il Centrodestra è in testa con il 36,2%. Segue M5S con il 28,4, primo partito. Quindi la coalizione guidata dal Pd con il 28,1% e Liberi e Uguali al 6%. In particolare, Forza Italia è al 15,9%, Lega al 12,9%, Fdi al 5,1% e Noi con l’Italia-Udc al 2,3%. Nel Centrosinistra il Pd è al 23,7%, Civica e Popolare all’ 1,1%, +Europa al 2, Lista Insieme all’1%, Svp allo 0,3%. Infine, Potere al Popolo allo 0,5%.
 
Lo stesso studio rileva come il Pd sia il primo partito tra chi ha una condizione economica buona (29,3%) e media (22,8%), mentre cala all’11,8% tra chi si trova in una condizione economica difficile, dove invece M5s è il più votato con il 36,3%. Più equilibrata la distribuzione all’interno del Centrodestra: Fi prende il 15,7% tra chi ha una condizione economica buona o media, il 17,2% tra i meno abbienti. La Lega l’11 e il 13 tra i più ricchi e il ceto medio, un po’ di più, il 9,4% tra i più poveri.
 
Infine, Leu che ottiene tra il 6 e il 7% tra chi sta meglio e appena il 3,3% tra chi vive una condizione economica difficile. Ieri intanto il leader del Movimento Cinquestelle Luigi di Maio è stato ieri a Catania: “Speriamo che il 4 marzo la Sicilia possa essere da monito – ha detto Di Maio – votare per il Centrodestra significa fare piombare il Paese nel caos delle coalizioni, dello scambio di potere e di gente messa a fare l’assessore, senza sapere di cosa si deve occupare”. Di Maio si è detto fiducioso del risultato che il Movimento potrà ottenere alle nazionali, forte del 35% raggiunto in Sicilia, ma se non raggiungerà la maggioranza ha detto che il M5S farà “soltanto un appello pubblico ai gruppi parlamentari per convergere sui temi, non sulle poltrone”.
 
Sulle candidature Di Maio ha criticato gli altri partiti per la scelta dei nomi: “mentre noi abbiamo inserito 70 nomi di altissimo profilo e quelle bloccate le abbiamo decise con le parlamentarie e non nelle segrete stanze, gli altri hanno paracadutato la Boschi anche in Sicilia e candidato fedelissimi di Cuffaro e deputati regionali eletti tre mesi fa e che già stanno tradendo il mandato elettorale, perché se ne vogliono andare in Parlamento”. “La qualità delle liste – ha sottolineato il candidato premier – è sotto gli occhi di tutti, noi abbiamo premiato eccellenze e meritocrazia, gli altri l’hanno fatto premiando le solite logiche di potere per salvarsi le poltrone”.
 
Ha poi aggiunto: “I 20 punti per migliorare la vostra qualità della vita partono da un primo punto che non è l’elenco delle leggi da fare, ma l’elenco delle leggi da abolire: quattrocento leggi di cui liberarci, che stanno bloccando tutto in Italia e che non ci consentono più né di lavorare, né di fare impresa, né di vivere sereni con la nostra famiglia”. “L’Italia – ha spiegato – ha 187 mila leggi vigenti a cui si somma una nuova legge ogni due giorni e mezzo. Ogni mezza giornata piomba sulla vostra testa una nuova legge perché tra leggi regionali, nazionali ed europee ogni mezza giornata c’è una legge che cambia. Ma mi spiegate coma fa oggi un’impresa che fa un piano 20 anni, a 10, a 5 anni, a pensare di veder cambiare le leggi ogni 12 ore? Non è possibile. Ed è per questo – ha concluso Di Maio – che oggi è tutto bloccato”.
 
Critico su Di Maio il leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso, che considera Di Maio un possibile presidente del consiglio inaffidabile: “hanno cambiato idea su tutto, il problema non è l’esperienza. Secondo me – ha spiegato bisogna avere buonsenso, attorniarsi di collaboratori perché non si può essere competenti su tutto. La politica poi deve fare delle scelte". Grasso ha aggiunto che i “5 Stelle cercano una mutazione genetica, cercano di rassicurare un po’ tutti, vanno pure all’estero a cercare di rassicurare i fondi di investimento. Ho potuto constatare da presidente del Senato che prima erano favorevoli allo ius soli poi hanno parlato dei taxi del mare; sembravano favorevoli alle unioni civili e poi hanno cambiato; erano contro l’euro e oggi dichiarano il contrario; prima dicevano che non si alleavano con nessuno ora si aprono alle alleanze.

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