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L’Intelligence avverte: “Minaccia jihad è reale”

redazione

L’Intelligence avverte: “Minaccia jihad è reale”

mercoledì 21 Febbraio 2018

L’Italia bersaglio continuo della propaganda estremista e terrorista

ROMA – In Italia la minaccia di un attacco terroristico di natura jihadista è una possibilità concreta. È quanto emerge dalla relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza presentata ieri a Palazzo Chigi dall’Intelligence.
 
Ne emerge che il paese è “oggetto dell’attività propagandistica ostile di Daesh e continuano ad essere presenti nel suo territorio soggetti radicalizzati – tra i quali ‘islamonauti’ italofoni – o comunque esposti a processi di radicalizzazione. Il pericolo è rappresentato dagli estremisti homegrown, mossi da motivazioni e spinte autonome o pilotati da ‘registi del terrore”.
 
L’attività terroristica si esplica e si alimenta anche nel cyberspazio, tramite messaggi frequentemente pubblicati online, alcuni anche in italiano, e finalizzati alla “pressione di natura istigatoria”.
 
I radicalisti coinvolti sono impegnati a diversi livelli che vanno dal proselitismo di base a più significativi contatti con omologhi e militanti attivi all’estero, compresi foreign fighters e soggetti espulsi dall’Italia per motivi di sicurezza. Particolare attenzione viene riservata al fenomeno dei combattenti stranieri (la stima indica in 129 il numero di quelle che hanno avuto a che fare con l’Italia).
 
Gli 007 rilevano che i processi di radicalizzazione, oltre che sul web, avvengono in circuiti familiari di difficile penetrazione, in centri di aggregazione e nelle carceri, “fertile terreno di coltura per il virus jihadista, diffuso da estremisti in stato di detenzione”.
 
Oltre alle presenza di questi soggetti sul territorio, i servizi ricordano anche il “ruolo di rilievo che il nostro Paese da sempre occupa nell’immaginario e nella narrativa jihadista”. Vengon citati alcuni casi emblematici, come quello dell’italo-marocchino membro del commando responsabile degli attacchi di Londra del 3 giugno e quello dell’italo-tunisino che il 18 maggio a Milano ha aggredito un poliziotto nella stazione centrale.
 
L’intelligence invita a prestare attenzione alle “campagne di influenza che, prendendo avvio con la diffusione online di informazioni trafugate mediante attacchi cyber, mirano a condizionare l’orientamento ed il sentimento delle opinioni pubbliche, specie allorquando queste ultime sono chiamate alle urne”. Si parla, più nel dettaglio, di “minaccia ibrida” e si prevede un aumento di questo tipo di rischi, “specie in prossimità di passaggi cruciali per i sistemi democratici”.
 
L’anno 2017 ha segnato il ridimensionamento territoriale del Califfato, che però “potrebbe essere ancora in grado di colpire l’Occidente, ed in particolare l’Europa, con attacchi complessi ad opera di cellule ben addestrate”.
 
“Quale effetto delle perdite subìte nella roccaforte siro-irachena – evidenzia la relazione – Daesh ha potenziato la propria azione di propaganda a sostegno del jihad individuale, invitando i sostenitori a intensificare ulteriormente gli attacchi sia in Syrak che in altre aree geografiche. Questi appelli hanno provocato iniziative che hanno interessato in modo rilevante anche l’Europa e, più in generale,obiettivi occidentali”.
 
I servizi segnalano inoltre la pericolosità di al Qaeda, determinata a riappropriarsi del ruolo di protagonista sulla scena jihadista e ricordano che nel 2017 ci sono stati 18 attacchi terroristici in Europa, la maggioranza in Francia (7) e Regno Unito (5).
 
Va sottolineato che, proprio lo scorso anno, sebbene siano diminuiti gli sbarchi di migranti dalla Libia del 34%, sono aumentati quelli che hanno origine da Tunisia per il 492% ed Algeria per il 70%. L’intelligence aggiunge che “rispetto agli arrivi dalla Libia, quelli da Tunisia ed Algeria presentano caratteri peculiari: prevedono sbarchi sottocosta per eludere la sorveglianza marittima, aumentando di fatto la possibilità di infiltrazioni criminali e terroristici”.
 
Si designa, dunque, uno scenario allarmante che richiede una costante attenzione ed una continua sorveglianza da parte delle autorità.

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