Onestà e competenza se citate da persone credibili - QdS

Onestà e competenza se citate da persone credibili

Carlo Alberto Tregua

Onestà e competenza se citate da persone credibili

venerdì 23 Febbraio 2018

Campagna elettorale e parolai

In questa campagna elettorale si dice di tutto, ma bisognerebbe che i blablatori avessero un minimo di pudore nel non eccedere nelle loro insulsaggini.
In questi ultimi giorni abbiamo sentito da alcuni leader politici due importanti parole che dovrebbero essere non solo pronunziate ma rispettate e messe in atto in ogni momento della vita politica di chi ha responsabilità istituzionale. Esse sono: onestà e competenza. Chi pronunzia queste parole, che pesano come le pietre, dovrebbe essere un esempio di onestà e competenza. Purtroppo così non è.
C’è una sorta di zona franca fra chi pronuncia parole e chi pratica vie diverse, che fa venir meno un cardine dei politici: la loro credibilità. Come può essere creduto chi “predica bene e razzola male”? Ovvero chi ammonisce gli altri: “Fate quello che dico, ma non quello che faccio”?
È l’esempio che conta. Il comportamento lineare e trasparente che non consenta di avere scheletri negli armadi e non permetta nessuna “ombra sulla moglie di Cesare”.
 
A questi elementi fondanti dovrebbe essere improntata la campagna elettorale, non già per l’uso di queste parole ma per i rendiconti di come ci si è comportati nel passato che si può riassumere in una sola frase: il servizio ai cittadini.
Quanti uomini politici possono dimostrare con i fatti e con le opere che hanno servito i cittadini piuttosto che se stessi, la propria parte politica, la propria famiglia, i propri amici e i propri accoliti?
Certo, parecchi si salvano. Onestuomini e galantuomini con capacità politiche ve ne sono tanti, ma non sono la maggioranza e quindi non determinano quella via lucente che porta al benessere della Comunità.
Uno dei guai più grossi che c’è nel nostro Paese è il settore pubblico, àmbito ove cresce la corruzione, la disfunzione, il disordine e dove si sconoscono elementi come la produttività, il cronoprogramma e l’attività per raggiungere risultati, da paragonare agli obiettivi.
Possiamo dire che mediamente nelle pubbliche amministrazioni italiane, a tutti i livelli, i valori di competenza e onestà sono predominanti, dal numero degli scandali e dai disservizi continui? A noi non sembra.
 
Ci si pone un’altra domanda: come mai gli elettori non fanno una disamina pari a quella che precede tentando di individuare i candidati onesti e competenti – che pure ci sono nelle liste elettorali – scegliendoli con cognizione?
Anche nel Movimento 5 Stelle vi sono tanti bravi professionisti: ingegneri elettronici, tecnici informatici, professori universitari, giornalisti e altri, anche se sono una minoranza. Per cui c’è da scegliere. Inoltre l’M5S in questi cinque anni ha dato agli altri partiti una lezione di altruismo facendo donare a tutti i propri eletti (europarlamentari, parlamentari, consiglieri provinciali e locali), una parte del proprio stipendio a un ente pubblico del Mise, per complessivi 23 milioni.
Nessuno degli altri parlamentari ha fatto donazioni uguali o simili: tutti si sono tenuti per intero i loro ricchi emolumenti, forse perché tengono famiglia.
Questo è un punto centrale contro cui si sono scagliati leader del Centrodestra e Centrosinistra, dimostrando il nervo scoperto, perché nessuno ha fatto donazioni di alcun genere a chi ne aveva bisogno.
 
La ministra Madia, in una conferenza stampa, ha dichiarato che finalmente per i dirigenti della pubblica amministrazione la paga è legata ai risultati. Si tratta di una fake news perché solo gli spiccioli dell’emolumento dei dirigenti pubblici vengono dati a titolo di premio.
Sarebbe stato ovvio se la ministra Madia – che all’atto della sua nomina ha detto che portava in dote la sua inesperienza – avesse improntato la sua azione a onestà politica e a competenza da acquisire con corsi accelerati di formazione.
Emma Bonino, orfana di Marco Pannella, sostiene che la spesa pubblica deve essere bloccata per cinque anni. Ottimo proponimento. Ma chi può crederle dal momento che non è riuscita a impedire che essa si espandesse a dismisura?
Il debito pubblico si è stabilizzato dice il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Ma il 15 febbraio Istat ha dichiarato che dal 2018 al 2017 è aumentato di 38,4 miliardi. Padoan è stato onesto a dire l’ennesima bugia? Giudicate voi.

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