Debito e partecipate bestie nere della Regione - QdS

Debito e partecipate bestie nere della Regione

Raffaella Pessina

Debito e partecipate bestie nere della Regione

sabato 24 Febbraio 2018

L’assessore all’Economia Armao ha commentato i rilievi della Corte dei Conti. “Terapia sui conti non deve essere pesante, ma articolata”

Il riequilibrio di bilancio è una condizione imprescindibile per risollevare le sorti della Sicilia. Lo ha affermato con decisione il vice presidente della Regione e assessore all’Economia Gaetano Armao, commentando l’analisi effettuata da Maurizio Graffeo, presidente della sezione di controllo della Corte dei Conti a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario commentando la situazione economica della Regione. “Per quanto abbiamo esaminato, fino all’anno scorso e qualcosa anche quest’anno, la situazione dei conti della Regione non è allarmistica – ha detto Graffeo – Ancora non abbiamo i dati di preconsuntivo, ma io non sarei né allarmista né pessimista. Tra un paio di mesi, ad aprile, potremmo essere più precisi. Certo, si tratta di un lavoro che dovrà essere svolto da un nuovo governo, da una nuova amministrazione che deve riprendere tutto daccapo e impostare le politiche future; non è un lavoro semplice. L’allarme di un ente pubblico è la cassa. Se in cassa non ci sono problemi, possiamo dire che non sta benissimo ma non c’è rischio di default”.
 
Per Armao non vi è dubbio che si deve lavorare sul risanamento del debito e sulle partecipate: “La terapia sui conti della Regione non deve essere troppo pesante, ma articolata e deve intervenire sui nodi che sono rimasti – incalza Armao – Bisogna lavorare sul tema del debito per cominciare a rientrare in modo significativo; il secondo tema è quello delle partecipate che è stato uno dei rilievi che la Corte dei Conti ha fatto sull’ultimo giudizio di parifica. Sono questi alcuni dei gangli che vanno affrontati senza la risoluzione dei quali non riusciremo ad avere una prospettiva oltre al 2020 che porti al riequilibro economico finanziario. – aggiunge – L’equilibrio di bilancio è un valore ineludibile e imprescindibile: ciò comporterà una razionalizzazione della spesa, una riduzione in alcuni casi e la rinegoziazione”. Armao ritorna sulla necessità di modificare gli accordi fatti da Crocetta con lo Stato. “Sono state fatte – ha detto – scelte illogiche, perché la riduzione del 3% della spesa corrente negli accordi conclusi con lo Stato non è un modo di scegliere razionalmente dove tagliare. È impensabile tagliare in settori essenziali per la crescita della Sicilia come la cultura e il turismo perché se questi settori li sottoponiamo al taglio del 3%, nel 2020 quando avremmo risanato pienamente il bilancio, la Sicilia sarà morta”.
 
Anche i fondi europei possono aiutare a risollevare l’economia siciliana, ma dietro l’angolo c’è sempre il rischio del disimpegno e della restituzione dei fondi che l’Ue ha destinato alla Sicilia. In particolare dei fondi del Po Fesr della programmazione 2014/2020 destinati alle imprese siciliane sotto forma di aiuti economici in regime de minimis. Per questo il Movimento Cinquestelle ha chiesto al Governo regionale di modificare i sistemi di controllo sullo stato di avanzamento della spesa. Con una mozione, presentata dalla deputata regionale del M5s Angela Foti, infatti, il gruppo parlamentare accende i riflettori sulla necessità di rendere più efficienti le modalità di svolgimento delle verifiche. Per il M5s occorre procedere all’immediata pubblicazione dei bandi per consentire alle aziende di poter accedere alle risorse della programmazione 2014-2020, ricordando che termina tra due anni. “L’economia della Sicilia sebbene timidi segnali di ripresa – dice Foti – arranca, le aziende chiudono e in molti casi sono costrette a farlo perché hanno difficoltà oggettive di accesso al credito. Non solo quando non riescono ad accedere ai canali ordinari di finanziamento spesso si rivolgono agli usurai. Le risorse comunitarie destinate alla Sicilia, che è bene fin d’ora ricordare resterà nel novero delle regioni ad Obiettivo 1 fino al 2020, rappresentano un’opportunità di crescita e sviluppo che l’Isola non può più permettersi di perdere”.
 
“Con questa mozione – aggiunge – chiediamo di ridurre la tempistica prevista, con controlli a sei mesi dall’erogazione degli aiuti. In questo modo si conseguirebbe un duplice obiettivo: non incorrere nel rischio di una mancata certificazione della spesa sostenuta e migliorare la qualità stessa della spesa, evitando il disimpegno con l’annessa restituzione delle somme comunitarie destinati alla Sicilia all’Ue, consentendo magari ad altre aziende di accedere".

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