Troupe di Striscia aggredita, momenti di paura allo Zen - QdS

Troupe di Striscia aggredita, momenti di paura allo Zen

redazione

Troupe di Striscia aggredita, momenti di paura allo Zen

martedì 27 Febbraio 2018

Durante le riprese di un servizio sullo spaccio di droga nel quartiere

PALERMO – L’inviato di Striscia la notizia Vittorio Brumotti (nella foto) e la sua troupe sono stati aggrediti durante le riprese di un servizio sullo spaccio di droga nel quartiere Zen. Brumotti stava documentando come avviene e da chi è gestito lo spaccio di stupefacenti.
 
Verso le 16 di domenica, appena usciti dall’auto, lui e i suoi collaboratori sono stati insultati, minacciati di morte e aggrediti con lancio di sassi da un folto gruppo di abitanti del quartiere. La troupe è rientrata nell’auto blindata per ripararsi dagli aggressori, quando all’improvviso il tetto dell’auto è stato sfondato da un pesante blocco di cemento lanciato da un piano alto di una casa e la portiera è stata perforata da un colpo di arma da fuoco. Brumotti e i suoi collaboratori sono riusciti a mettersi in salvo solo grazie all’intervento della Polizia e dei Carabinieri e non hanno riportato ferite.
 
Un fatto grave, che ha attirato l’attenzione dei media nazionali e su cui è intervenuto anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. “Esprimo la netta condanna – ha scritto in un post pubblicato su Facebook – per quanto avvenuto, con gesti criminali contro l’inviato di Striscia la Notizia, i cui autori auspico siano presto individuati dalle Forze dell’ordine e dalla Magistratura”.
 
“Il mio apprezzamento e plauso – ha sottolinea Orlando – va al lavoro quotidiano delle Forze dell’ordine e per quanti nel quartiere, cittadini e associazioni, si prodigano e praticano ogni giorno la cultura della legalitò dei diritti”.
 
E proprio i volontari che ogni giorno operano in questo quartiere difficile hanno deciso di intervenire per chiedere di non fare di tutta l’erba un fascio, evitando di considerare criminali tutti coloro i quali vivono in un così popoloso quartiere. “Lo spaccio di stupefacenti – hanno affermato i rappresentanti delle associazioni Laboratorio Zen Insieme, Batyk Batyk, Lievito e Handala – allo Zen come in qualunque altro quartiere del nostro Paese, è una realtà contro cui le istituzioni devono fare i conti. Allo Zen queste attività non soltanto vengono contrastate, ma ogni giorno, faticosamente, c’è chi prova a costruire le condizioni per cui le risposte alle povertà siano diverse. Per fugare ogni dubbio sul fatto che lo spaccio sia una scelta, personale e censurabile, e non una delle risposte possibili alla condizione di povertà assoluta”.
 
“Spiace molto per l’accaduto – hanno aggiunto le associazioni – anche alla luce del rischio che si getti ombra su un lavoro costante e silenzioso di riscatto, portato avanti faticosamente insieme alla gente del quartiere. Pensiamo che mostrare gli effetti del disagio sociale, senza indagarne le cause, non sia giornalismo, ma sciacallaggio. E a pagare lo scotto dell’ennesimo sensazionalismo sullo Zen rischia di essere ancora una volta la comunità tutta”.
 
“Che gli spacciatori – hanno concluso i volontari – a Palermo come a New York, per quel poco che ne sappiamo, non gradiscano che qualcuno gli punti una telecamera addosso, sinceramente fatichiamo a considerarla una notizia. Questo quartiere negli anni si è visto raccontare dalla stampa senza particolari disagi, per questo non nascondiamo l’amarezza davanti a un’operazione che ai più smaliziati potrebbe apparire quasi pensata per far salire lo share. Un dubbio che, sinceramente, ci lascia indignati. Ci auguriamo di sbagliarci, ma non vorremmo si trattasse dell’ennesima speculazione sulla pelle della gente dello Zen, per quella che da anni lavora in silenzio e senza pietismi per costruire il proprio riscatto”.

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