In Germania stop auto diesel, dal 2024 anche a Roma - QdS

In Germania stop auto diesel, dal 2024 anche a Roma

Tino Vittorio

In Germania stop auto diesel, dal 2024 anche a Roma

mercoledì 28 Febbraio 2018

Via libera dalla Corte amministrativa federale alla possibilità di istituire il divieto

ROMA – Una scelta decisamente green quella della Corte amministrativa federale di Lipsia che ha dato il via libera ad una proposta che cambierà drasticamente il modo di vivere e di muoversi in molte città tedesche.
 
La possibilità di istituire il divieto di circolazione per le auto diesel in Germania, pur in assenza di una normativa uniforme a livello federale è, al momento, esteso esclusivamente alle due città di Stoccarda e Duesseldorf ma è destinata a fare giurisprudenza e a condizionare le scelte di altri paesi europei.
 
Proprio ieri, è arrivato l’annuncio del sindaco di Roma, Virginia Raggi, su Twitter: “A partire dal 2024, nel centro della città di Roma sarà vietato l’uso di automobili diesel”. La proposta trova una sua giustificazione nelle gravi condizioni di inquinamento in cui versano moltissime città italiane, tra cui la metropoli romana. I primi e più evidenti effetti si possono riscontrare nei cambiamenti climatici imprevedibili e contraddittori, quali siccità per lunghi periodi alternata a precipitazioni di carattere alluvionale, così come inaspettate nevicate che, con il loro bianco, paralizzano per giorni i centri, troppo poco attrezzati a gestire il disagio degli ultimi giorni.
 
“Per questo dobbiamo agire velocemente. Insieme alle altre grandi capitali mondiali – ha proseguito Raggi – Roma ha deciso di impegnarsi in prima linea e a Città del Messico, durante il Convegno C40, ho annunciato che, a partire dal 2024, nel centro della città di Roma sarà vietato l’uso di automobili diesel. Se vogliamo intervenire seriamente dobbiamo avere il coraggio di adottare misure forti. Bisogna agire sulle cause e non soltanto sugli effetti”, ha concluso la sindaca.
 
L’off limits per le quattro ruote diesel a Roma è perfettamente in linea con quanto auspicato da Greenpeace che da sempre si batte per portare avanti una campagna ambientalista a beneficio delle grandi città, come quella capitolina, ma anche Milano, Torino e Palermo.
 
Come ha precisato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Trasporti di Greenpeace Italia, “abbiamo chiesto un segnale chiaro, una data di scadenza per la tecnologia motoristica più inquinante e nociva per l’ambiente e la salute, che servisse prima di tutto a orientare il mercato. Questo segnale è arrivato e speriamo dissuada fin d’ora i cittadini romani dal comprare ancora auto diesel; così come speriamo misure analoghe vengano presto adottate da tutte le altre città italiane”.
 
Al progetto verde del 2024 si sono unite moltissime capitali europee, nel cui elenco figurano, per citarne solo alcune, Atene, Madrid, Parigi, Copenaghen, Stoccarda, Oslo e altre ancora.
 
D’altra parte va ricordato che, poco più di un mese fa, l’Italia era stata convocata a Bruxelles, insieme ad altri otto paesi Ue; il ministro dell’Ambiente Galletti, infatti, ha ricevuto una bella tirata d’orecchie ed è stato invitato, nuovamente, al rispetto delle norme comunitarie relative al controllo della concetrazione di biossido di azoto nell’atmosfera. Pena, nel caso di una mancata corsa ai ripari, l’applicazione di sanzioni pecuniarie.
 
Un ultimatum di fronte al quale la risposta italiana è stata immediata. Il 22 febbraio, infatti, Galletti, presso la sede Anci di Roma, aveva ricordato che sono in atto tutte le procedure necessarie a rendere effettivo “il programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro, il quale è stato già avviato con 74 milioni di euro di progetti finanziati e un ulteriore stanziamento in arrivo di 20 milioni di euro”. Soluzione, questa, che serve ad incentivare la popolazione a preferire gli spostamenti tramite mezzi pubblici e che, ha aggiunto il ministro, prevede “il rinnovo del parco degli autobus dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale e alla promozione e al miglioramento della qualità dell’aria con tecnologie innovative”.
 
Il rischio d’infrazione è più che mai concreto poichè, dal report 2017 redatto da Legambiente, emerge che “in 39 capoluoghi italiani è stato superato il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo. Tra queste, cinque hanno addirittura oltrepassato la soglia di 100 giorni di smog oltre i limiti”. Proprio le auto diesel sono le maggiori responsabili, in quanto rilasciano un numero consistente di biossido di azoto.
 
La Germania ha lanciato per prima la sfida e l’Italia, con l’annuncio del primo cittadino romano, sembra averla colta con grande audacia e lungimiranza.

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