Caro-vita, la Sicilia al 10° posto in Italia per il livello dei rincari - QdS

Caro-vita, la Sicilia al 10° posto in Italia per il livello dei rincari

Michele Giuliano

Caro-vita, la Sicilia al 10° posto in Italia per il livello dei rincari

giovedì 01 Marzo 2018

Il Codacons ha stilato la classifica dell’inflazione: nell’isola aumento medio a famiglia di 316 euro annui. Il record spetta al Trentino Alto Adige con +701 €, in Basilicata + 166 €

PALERMO – La classifica dove speri che la propria regione sia il più in fondo possibile. La Sicilia spesso ha abituato a non essere un’eccellenza però, proprio in questo caso, la situazione è ribaltata. Stiamo parlando della classifica del caro-vita che è stata stilata dal Codacons sull’elaborazione dei dati Istat e che pone la Sicilia al 10° posto tra le regioni italiane per i maggiori rincari che peseranno annualmente su ogni famiglia.
 
Rincari tutt’altro che di piccola entità: in Sicilia si parla di 316 euro in più che sicuramente nell’economia di un bilancio familiare pesano, eccome. Con una inflazione media in Italia al +1,2% nel 2017, rileva l’associazione di consumatori, il Trentino Alto Adige registra il picco dell’1,9%, seguito da Liguria e Toscana con l’1,5%. Al contrario Basilicata e Marche fanno registrare una inflazione ben al di sotto della media nazionale, +0,7% e + 0,9%.
 
Il rincaro medio annuo per famiglia, secondo la classifica che tiene conto non solo del tasso di inflazione ma anche della spesa media per consumi delle famiglie registrata in ogni regione, oscilla da +701 euro in Trentino Alto Adige ed i +166 euro in Basilicata. In Toscana +508 euro, Lombardia +438 euro, Liguria +412 euro, Friuli Venezia Giulia +387 euro, Veneto +385 euro, Valle d’Aosta +378 euro, Abruzzo +363 euro, Puglia +339 euro, Sicilia +316 euro, Lazio +315 euro, Piemonte +313 euro, Sardegna +307 euro, Emilia Romagna +298 euro, Umbria +297 euro, Campania +273 euro, Marche +245 euro, Calabria +225 euro.
 
L’inflazione allo 0,9% a gennaio è stata in calo rispetto alla media dell’anno precedente, ma si traduce ugualmente in una maggiore spesa pari a +273 euro annui per la famiglia tipo, spesa che sale a +352 euro se si considera una famiglia con due bambini, ossia la tipologia di nucleo familiare più diffusa in Italia.
 
“Il rallentamento dell’inflazione nell’ultimo mese non deve trarre in inganno – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi -. Se infatti da un lato calano i prodotti alimentari e i beni energetici, voci che hanno un enorme peso sul tasso relativo ai prezzi, dall’altro crescono in modo sensibile i comparti abitazione e trasporti, con prezzi in crescita rispettivamente del +3,1% e +1,6%”.
 
In ambito europeo, infine, lo scorso gennaio il tasso d’inflazione medio nei 19 Paesi dell’Euro-zona è stato dell’1,3%, in calo rispetto all’1,4% del dicembre 2017. Lo ha confermato Eurostat ricordando che a gennaio 2017 l’inflazione era all’1,8%. Il mese scorso, nell’insieme Ue, l’inflazione si è invece attestata all’1,6% contro l’1,7 di dicembre e l’1,7 di dodici mesi prima. Sulla dinamica dei prezzi al consumo hanno inciso gli incrementi di quelli dei servizi (più 0,56 punti), dei prodotti alimentari e del tabacco (+0,39 punti) e dell’energia (+0,22).
 
Numeri che in qualche modo preoccupano specificatamente in Sicilia dal momento che secondo le stime Diste più di 200 mila famiglie residenti vivono in assoluta povertà, per un totale di quasi 600 mila persone che contribuiscono alla crescita delle disuguaglianze sociali: il quinto più ricco della popolazione siciliana avrebbe un reddito di oltre 8 volte del quinto più povero; su scala nazionale il rapporto sarebbe di circa sei volte secondo l’Istat. “A distanza di tre anni dall’affiorare dei germogli di rilancio, i disoccupati, tra quelli ufficiali e quelli potenziali, – ha affermato l’economista Pietro Busetta – restano vicini a un milione”.

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