Albo dei formatori, Regione in tilt, necessario supplemento istruttorio - QdS

Albo dei formatori, Regione in tilt, necessario supplemento istruttorio

Michele Giuliano

Albo dei formatori, Regione in tilt, necessario supplemento istruttorio

sabato 03 Marzo 2018

Il dirigente generale del dipartimento Formazione professionale ha firmato il decreto di proroga al 31 maggio. Bisognerà attendere per verificare requisiti degli iscritti e successiva pubblicazione

PALERMO – Il mondo della formazione professionale in Sicilia non sembra trovare pace. Mentre si aspetta (fiduciosi, dopo la conferenza dell’assessore Lagalla dei giorni scorsi, ndr) che vada a regime il sistema dei corsi tradizionali, oramai bloccati da due anni e mezzo, e in attesa del bando a sportello in cui verranno spesi i 110 milioni di euro sbandierati dal governo regionale, anche l’aggiornamento dell’Albo degli operatori si sta prendendo una bella pausa.
 
Il dirigente generale dell’assessorato regionale dell’Istruzione e Formazione professionale ha emesso un decreto con cui è stato prorogato al prossimo 31 maggio il termine per l’aggiornamento e la pubblicazione dell’albo regionale del personale docente e non docente dei corsi di formazione, perché, si legge nel decreto, è stata rilevata “la necessità di procedere ad un supplemento istruttorio dei controlli prescritti dalle leggi vigenti, in ordine ai requisiti richiesti dalla normativa di settore”. Ancora, “tale procedimento istruttorio risulta essere ancora in corso”, da cui la scelta di prorogare i termini.
 
Non è la prima proroga nell’ultimo periodo. Già poco tempo fa, a causa delle numerose richieste di iscrizione, il termine per l’aggiornamento e la pubblicazione dell’elenco era stato rimandato al 31 gennaio appena passato, per poter evitare sviste ed errori dettati dalla fretta di chiudere la partita. Così come successo, purtroppo, spesso, in passato.
 
Diverse volte, infatti, i lavoratori si sono trovati a vedere il proprio nominativo continuamente dentro o fuori l’Albo degli operatori della Formazione professionale. Un albo che dovrebbe “proteggere” tutti coloro che hanno lavorato nel settore a tempo indeterminato prima del 31 dicembre 2008, ma che ha visto nel tempo l’inserimento continuo di nuovi nominativi, a volte anche di persone che si trovano già in pensione o, al contrario, nel 2008 erano ancora così giovani da non essere neanche in età lavorativa.
 
Presentato al suo nascere come strumento per la selezione del personale, allo scopo di tutelare i lavoratori che rispondevano a tutti i requisiti richiesti, e quindi sfoltire l’enorme massa di operatori che orbitano intorno al mondo dei corsi di formazione, ha via via nel tempo perso senso e finalità. Lo ha detto anche il Tar, che ha accolto il ricorso di una serie di lavoratori esclusi proprio a causa della propria data di assunzione. “L’iscrizione all’albo della formazione professionale – hanno detto i giudici – non può essere limitata a determinate categorie di soggetti, né subordinata a requisiti che nella legge non trovano riscontro. L’albo è stato istituito con una legge regionale, ed è la stessa che ne disciplina i presupposti per l’iscrizione”.
 
Una condizione che vanifica l’obiettivo iniziale dell’Albo, pensato come un elenco ad esaurimento, con lo scopo di contenere le assunzioni in un settore ormai allo sfascio, che necessita, per coprire le spese del personale, che ammonta a circa 8.000 persone, di cifre troppo grandi per essere sostenute dalle casse ormai vuote della Regione Siciliana.
 
L’elenco avrebbe dovuto essere affiancato da una manovra di prepensionamenti e di incentivi alla fuoriuscita dal settore, per snellire i numeri, e quindi, rendere l’amministrazione regionale autonoma dai fondi della Comunità Europea per riempire le casse, ogni anno più vuote.

Il nuovo governo, da poco insediatosi, dovrà quindi lavorare alacremente per trovare una soluzione definitiva ad un problema occupazionale che coinvolge molte, troppe famiglie sul territorio, una soluzione che vada al di là del singolo bando, che stabilizzi in qualche modo il settore e dia continuità lavorativa.

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