Elezioni, trionfo M5s. Travolti i big siciliani - QdS

Elezioni, trionfo M5s. Travolti i big siciliani

Raffaella Pessina

Elezioni, trionfo M5s. Travolti i big siciliani

mercoledì 07 Marzo 2018

Da Giambrone a Sammartino nel Pd, a Romano, Cascio e Pistorio nel centrodestra. Pd, crisi nera. Partigiani dem: “Serve nuova legge elettorale”

PALERMO – Sono lontani i tempi del 61 a zero del 2001 ottenuto in Sicilia dalla coalizione di centrodestra ed in particolare dall’allora Coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Micciché. Oggi, il trionfo del Movimento Cinquestelle nell’Isola non ha lasciato scampo a nessuno, ottenendo i 28 posti disponibili nei collegi uninominali e il 48% delle preferenze.
 
Questo successo ha travolto molti nomi eccellenti della politica siciliana, nel centrodestra e nel centrosinistra. La sconfitta maggiore è quella del Pd che nell’Isola si è fermato al 12,4%, lasciando così fuori dalla Camera Fabio Giambrone, braccio destro di Leoluca Orlando approdato con lui nel Pd poco prima delle elezioni. Antonio Rubino, leader dei Partigiani Dem, ha così commentato la débacle del Pd e le dimissioni di Fausto Raciti da segretario regionale: “Raciti si è dimesso subito per consentire un dibattito vero all’interno del Pd siciliano. Su questa strada immagino vorrà continuare.
 
Entriamo in una stagione congressuale a livello nazionale e vedremo se il partito regionale si iscriverà all’interno di quel percorso”. “Le responsabilità politiche sono in primis del segretario nazionale e di chi lo ha rappresentato in Sicilia. Dentro le dimissioni di Renzi cogliamo un’ammissione di responsabilità della dirigenza. E su questo siamo d’accordo”. Rubino non vede di bon occhio un Pd che possa fare intese con chi andrà a governare. “La cosa certa è che noi dobbiamo fare opposizione. Faremmo un danno al Paese se pensassimo di capovolgere il risultato delle elezioni, tanto a Roma quanto in Sicilia”. Rubino ha aggiunto che è necessario ricostruire il rapporto con gli elettori. “Non possiamo pensare di poter governare – ha detto – discutendo con tutti e non rappresentando nessuno. Noi siamo il centrosinistra, quell’aerea dobbiamo rispettare”. E ancora “Non ci convince il passo indietro di Renzi. Ma pensiamo che tutti dobbiamo rimboccarci le maniche per rifondare il Pd”.
 
Fuori anche Giuseppe Berretta, Luca Sammartino, Nicola D’Agostino e Paolo Ruggirello. Conquistano invece un seggio a Montecitorio Daniela Cardinale, figlia del leader di Sicilia Futura e ex ministro Salvatore, il segretario regionale del Pd Fausto Raciti e il segretario palermitano Carmelo Miceli. Ce l’ha fatta anche l’ex rettore dell’Università di Messina Pietro Navarra nel proporzionale grazie alla vittoria del sottosegretario Maria Elena Boschi a Bolzano.
 
Per fortuna degli altri partiti oltre all’uninominale c’è stata la quota proporzionale e così, anche se i Cinquestelle si sono portati a casa 17 seggi per la Camera, sei sono andati a Forza Italia, quattro al Partito democratico e due ciascuno a Lega, Liberi e Uguali e Fratelli d’Italia. In Forza Italia gli eletti sono Francesco Scoma, Matilde Siracusano, Giusi Bartolozzi, Antonino Minardo, Antonino Germanà e Stefania Prestigiacomo. L’ex ministra è stata eletta in due collegi in Sicilia, e per legge prende il posto in quello in cui ha ottenuto meno preferenze (Sicilia 02 – 03) e lascia libero il posto in quello in cui ha avuto più voti (Sicilia 01 – 01). Nella Lega gli eletti sono Carmelo Lo Monte e Alessandro Pagano. Fdi ha eletto due donne: Maria Carolina Varchi e Carmela Bucalo. Per LeU alla Camera vanno l’ex segretario della Cgil, Guglielmo Epifani ed Erasmo Palazzotto.
 
La valanga di voti per il Movimento 5 Stelle ha creato un problema nell’attribuzione dei seggi. Il Movimento oltre ai 28 eletti all’uninominale, conquista altri 25 parlamentari, tra Camera e Palazzo Madama, nella quota proporzionale. Ma alcuni eletti nella quota proporzionale hanno ottenuto il seggio anche all’uninominale. Così, nel M5S, emerge il rebus dello scorrimento: la lista – che per legge non poteva superare 4 nomi – è troppo breve rispetto ai seggi realmente ottenuti. Secondo i giuristi si dovrebbe cercare in altri collegi. Per quanto riguarda il Senato invece questa è la suddivisione dei seggi disponibili con il proporzionale in Sicilia: 8 senatori al Movimento 5 stelle, tre a Forza Italia, due al Partito democratico e uno ciascuno alla Lega, a Liberi e uguali e a Diventerà bellissima.
 
Tra gli eletti ci sono il presidente del Senato e leader di Leu, Pietro Grasso, l’ex presidente di Palazzo Madama, Renato Schifani per Fi, assieme alle colleghe di partito Gabriella Giammanco e Urania Giulia Rosina Papatheu. Giulia Bongiorno per la Lega e l’ex sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli presente nelle liste di Fdi per Diventerà Bellissima. Due i senatori del Pd: il sottosegretario Davide Faraone e l’ex deputata regionale Valeria Sudano. Gli otto eletti nel proporzionale del Movimento Cinquestelle sono: Antonella Campagna, Maurizio Santangelo, Cinzia Leone, Fabrizio Trentacoste, Mario Giarrusso, Cristiano Anastasi, Barbara Floridia e Nunzia Catalfo.

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