Manager privati, tra le regioni più "rosa" c'è anche la Sicilia - QdS

Manager privati, tra le regioni più “rosa” c’è anche la Sicilia

redazione

Manager privati, tra le regioni più “rosa” c’è anche la Sicilia

giovedì 08 Marzo 2018

Donne protagoniste anche sul fronte dei consumi, l’Eurispes: “Sono loro il vero motore dell’economia”. In Sicilia sono il 23,1%: a rivelarlo è l’ultimo Rapporto donne di ManagerItalia

ROMA – Siamo ancora lontani dalla parità, ma la corsa continua.
Infatti, nel 2016, (ultimo dato disponibile Inps) le donne sono il 16,6% dei dirigenti privati, dato che sale al 30,8% tra gli under 35 e al 28,2% tra gli under 40. E la forte crescita delle donne tra i manager ha contraddistinto anche questi ultimi anni, segnati da una pesante crisi economica globale che ha ridotto di parecchio il numero dei dirigenti.
 
Dal 2008 al 2016, a fronte di una complessiva riduzione dei dirigenti privati del 4,9%, il numero di donne nello stock attivo è aumentato del 29,4%. Anche l’aumento dei manager, +0,4% tra 2015 e 2016, è tutto dovuto alle donne (+4,4%), a fronte di un leggero calo degli uomini (-0,4%).
A rivelarlo è l’ultimo Rapporto donne di Manageritalia, diffuso, come ogni anno, in occasione della festa della donna.
 
Tra le regioni a dirigenza più ‘rosa’ spiccano Molise (28,2%), Sicilia (23,1%), Lazio (22,2%), Basilicata (20%), Lombardia (18,5%) e Valle d’Aosta (17,9%). E, se nelle regioni più piccole spesso il limitatissimo numero di dirigenti e le imprese familiari possono incidere non poco, in Lombardia e nel Lazio il fenomeno è indubbio e destinato ad aumentare. La Lombardia, Milano in testa con 7.108 donne dirigenti, è la regione con maggiore presenza numerica di dirigenti donne 8.859. Il Lazio segue con 4.030, ben 3.902 a Roma.

La crescita delle donne dirigenti è supportata dai numeri dei quadri privati, manager a tutti gli effetti e vero serbatoio per la futura dirigenza. Qui, oggi, le donne sono il 29,2% a livello generale, il 35,9% tra gli under 35 e il 34,7% tra gli under 40. Lazio (33,4%) e Lombardia (31%) si confermano le regioni dove i quadri sono più colorati di rosa.
 
“Insomma, se non siamo alla parità, siamo sulla strada giusta. Anche se qui e in tanti altri ambiti economici e sociali c’è tanto da fare non solo per le donne, ma in genere per tutte quelle diversità che da sempre, ma ancor più oggi, sono un valore da mettere a fattor comune”, afferma una nota di Mangeritalia.
 
Proprio sulla “affermazione della diversità come normalità” lavorano da tempo il Gruppo Donne Manager di Manageritalia Milano e gli altri gruppi presenti sul territorio all’interno delle associazioni dell’organizzazione dei manager del terziario. Forte di questa mission il Gruppo Donne Manager di Manageritalia Milano, che ad aprile festeggerà 21 anni dalla sua nascita, ha in serbo una serie di sorprese per nulla normali.
 
A proposito di donne, in occasione dell’8 marzo, l’Eurispes ha realizzato un’indagine declinata al femminile, soffermandosi su alcune tematiche specifiche: i consumi, la bellezza, la tecnologia e il fenomeno della violenza di genere. In particolare, è stata analizzato il ruolo svolto dalle donne di vero e proprio motore dell’economia, in virtù delle loro abitudini di spesa destinate a tracciare un futuro diverso dei consumi.
 
Dopo un lungo periodo di crisi, i comportamenti delle donne indicano un’inversione di tendenza con un incremento della spesa rispetto agli ultimi anni sia per i beni di prima necessità e per le spese mediche sia per soddisfare bisogni più voluttuari. Secondo l’indagine Eurispes, rispetto agli anni passati è il carrello della spesa del supermercato a pesare di più sul bilancio familiare: i prodotti alimentari occupano il primo posto nella classifica degli articoli per il cui acquisto si è registrato il maggiore incremento: il 45% delle donne ha dichiarato infatti di aver impiegato maggiori risorse finanziarie per comprare cibo; ad aver speso di più sono le cittadine del Nord-Ovest e delle Isole.
 
Tra l’altro, il cibo di qualità è in vetta alla classifica dei prodotti e servizi di cui le donne non sono disposte a fare a meno: la salute in tavola rappresenta quindi un fatto di primaria importanza. Un’altra voce rilevante riguarda le spese mediche: in controtendenza rispetto ai dati degli ultimi anni, oltre il 38% delle donne ha dedicato alle cure per la salute maggiori risorse, con una percentuale più alta, come era prevedibile, tra le over 65 e le 45-64enni.

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