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Palermo – Il radar che spaventa i cittadini e il verdetto della commissione

Luca Insalaco

Palermo – Il radar che spaventa i cittadini e il verdetto della commissione

mercoledì 13 Gennaio 2010

La Regione studia possibili effetti ambientali per rispondere alle preoccupazioni dei residenti. L’antenna per rilevare il wind shear dovrebbe sorgere vicino Isola delle Femmine

PALERMO – Torniamo a occuparci del progetto per l’installazione del radar per il rilevamento del wind shear al servizio dell’aeroporto Falcone-Borsellino.
Dopo che il Tar ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Isola delle Femmine contro la sua costruzione nell’ex base della Marina militare italiana, le speranze degli abitanti sono ora riposte nella commissione che si è appena insediata presso la presidenza della Regione. A comporla sono il deputato regionale del Pd, Pino Apprendi, e i due ingegneri, Marco Trapanese e Vincenzo Franzitta. Compito della commissione è valutare l’impatto del radar e la sua compatibilità con le norme vigenti “in ordine all’ottimizzazione e minimizzazione dei campi elettromagnetici discendenti dall’installazione”.
“Non c’è nessun pregiudizio verso questa struttura – ha detto Apprendi – abbiamo solo raccolto le numerose perplessità degli abitanti dell’area interessata, che comprende un ampio tratto della fascia costiera, preoccupati per i possibili effetti ambientali del radar. La gente vuol sapere cosa può succedere, quali possono essere gli effetti: un’attenta verifica è necessaria”.
Plaude all’istituzione di questo organismo il sindaco di Isola, Gaspare Portobello: “Abbiamo già fornito ai componenti della commissione i documenti in nostro possesso e confidiamo ora nel loro operato”.
“ L’Arpa – spiega – ci ha comunicato che è disposta a fornirci un parere tecnico solo a cose fatte, ma a quel punto non avrebbe più senso. Considero quindi sospesa l’installazione dell’antenna fino a quando la commissione  non si sarà pronunciata”.
Se amministrazione e Consiglio comunale si sono opposte alla realizzazione dell’opera, che sorgerebbe a ridosso del centro abitato, l’Enav, di contro, ha sempre sostenuto che il sito prescelto è l’unico idoneo per il progetto, assicurando inoltre che le emissioni elettromagnetiche prodotte dal radar si manterrebbero “ben al di sotto dei limiti di tollerabilità per la salute della popolazione previsti dalla legge”.
In ballo per la stessa area ci sono ingenti fondi comunitari: da un lato, 8 milioni di euro per il radar, dall’altro, 50 milioni di euro per la realizzazione di un Parco marino e di un osservatorio biologico, già oggetto di un protocollo di intesa tra Regione, Università e Confindustria e inserito nel Piano triennale delle Opere pubbliche della Provincia di Palermo per il 2010.

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