Wikipedia, il presidio dell'incombente ignoranza - QdS

Wikipedia, il presidio dell’incombente ignoranza

Carlo Alberto Tregua

Wikipedia, il presidio dell’incombente ignoranza

sabato 17 Marzo 2018

Chi non sa in balia del potere

Wikipedia è nata nel 2001, denominata pomposamente enciclopedia libera. È talmente libera che nessuno riesce a capire quali siano le regole che la governano.
Tutti possono scrivere di tutto e di tutti, vero o falso che sia. Nessuno procede a correggere strafalcioni e asinerie; insomma, c’è di tutto e di più.
Ma tutto questo non fa bene ai cittadini, soprattutto a quelli ignoranti, che non sono capaci di distinguere il vero dal falso, con la conseguenza che ricevono un danno ciclopico perché, a loro volta, si comportano come se in Wikipedia fossero scritti i Sacri testi.
Che possiamo farci se la gente è ignorante? Possiamo solo stimolarla a leggere e a capire.
Leggere di per sé non basta perché, se non si intende il significato dell’oggetto della lettura, vi è il rischio di immagazzinare notizie che travisano la verità e la ribaltano in menzogna con un danno incommensurabile e non valutabile.
 
Una enciclopedia dovrebbe essere fonte del sapere. Nel caso di Wikipedia, essa è fonte dell’ignoranza. Mi sembra di udire quell’umorista che, sentendo parlare al microfono un oratore, esclamò: “Non ha detto nulla, ma lo ha saputo dire”.
Ecco, Wikipedia è l’enciclopedia del nulla, ove però si trova tutto. Non è quella che, secondo una locuzione greca, significherebbe “insieme di dottrine che formano una educazione compiuta”. Ora, di dottrine nella piattaforma non se ne leggono e meno che mai essa può formare una educazione compiuta.
Dunque, erroneamente, il suo titolo comprende la parola enciclopedia, che dovrebbe essere eliminata per evitare di fuorviare chi legge. È vero che sui siti ognuno può scrivere quello che vuole, tanto nessuno controlla. Si possono scrivere anche frasi offensive e cialtronesche, potendo rimanere indenni da condanne.
È anche vero che chi avesse una coscienza, dovrebbe evitare di commettere crimini sociali di tal fatta, ma come dice un motto: “La coscienza ce l’ha il lupo”; con ciò intendendo che siccome il lupo non ce l’ha, non ce l’hanno neanche tante persone. La coscienza è frutto di consapevolezza, meditazione e di conoscenza dei valori etici.
 
Sono proprio i valori etici che dovrebbero formare i buoni cittadini e guidarli verso la convivenza sociale, fondata sul rispetto altrui.
Ma c’è rispetto fra i cittadini? Ne scorgiamo poco e forse è per questo che essi, quando non sanno una cosa, interrogano Wikipedia secondo il modo di dire: “Quando non sai una cosa, prendila in Google”.
Assistere con grande dispiacere al dilagare dell’ignoranza, frutto del decadimento di Scuola e Università, dà un senso di impotenza e di scarsa fiducia nel futuro. Perché è la cultura che fa crescere i popoli, in quanto con essa si vedono mete più lontane ed anche gli orizzonti al di là del proprio campo visivo.
È proprio l’ignoranza crassa che permea il ceto politico e una parte non modesta di quello burocratico. Come volete che ci governino bene persone che non hanno mai lavorato, che non hanno esperienza, che non si sono sacrificate e che non hanno mai presentato il 730?
 
Non sembri un ritornello quello che andiamo ripetendo, ma è visione di una realtà che si è andata formando in questi decenni e che ha trovato il culmine nelle elezioni del 4 marzo scorso.
Dall’ignoranza deriva quel concetto pietistico dell’assistenzialismo. Sentiamo dei sindaci retrogradi che dicono: “Ma se non c’è lavoro, glielo deve dare il Comune”. Non capiscono che il lavoro, quello vero e produttivo di ricchezza, deve essere fondato su Piani aziendali che hanno un contenuto economico incontrovertibile e che generano occupazione e ricchezza soggetta a tassazione.
In fondo, se la gente viene turlupinata non solo è colpa di chi la turlupina, ma di essa stessa che non è nelle condizioni di distinguere il vero dal profano. E non comprende che restare in una condizione di ignoranza e di subordinazione, la rende schiava di chi detiene il potere attraverso il sapere.
Un popolo che non è capace di evolvere la propria mente è destinato a soffrire per lungo tempo fino a quando non arriva il Cavaliere bianco. Che non esiste!

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017